Gli Arcade Fire sono la band preferita da Lorde «da quando un amico mi ha fatto sentire The Suburbs dopo la scuola. Era una giornata caldissima, avevo i capelli bagnati dalla piscina. Avevo 13 anni, me lo ricordo ancora».
Ecco i brani che ha scelto in esclusiva per Rolling Stone:
1. “Neighborhood #3 (Power Out)” (2004)
Il pezzo più bello di Funeral. Con quei singhiozzi e l’angoscia nella voce di Win Butler, le percussioni, gli accordi di fuoco, è una delle mie canzoni preferite dal vivo.
2. “Neighborhood #1 (Tunnels)” (2004)
Una canzone piena di immagini d’amore. Una musica intensa che mi ricorda le promesse solenni che fai quando sei giovane.
3. “Rebellion (Lies)” (2004)
Ho scoperto questo pezzo quando gli Arcade Fire l’hanno suonato al David Letterman Show. Se non l’avete mai vista, andatevi a cercare quella performance. Mi piace il modo brusco in cui finisce ogni sezione della canzone, mi ricorda uno show di Broadway.
4. “We Used to Wait” (2010)
È una canzone pop costruita perfettamente con un testo per me pieno di senso e un ritornello grandioso.
5. “Ready to Start”” (2010)
Ne adoro la melodia.
6. “The Suburbs” e “The Suburbs (Continued)” (2010)
Niente ha riempito di colori così intensi la vita di periferia come questo pezzo. Non c’è bisogno di dire altro, è tutto in questa canzone.
7. “Flashbulb Eyes” (2013)
L’ho sentito per la prima volta durante un loro live. L’atmosfera reggae ritmata e gommosa e il testo semplice lo rendono superdivertente.
8. “Normal Person” (2013)
Un pezzo rock che ti schiaccia. Ed è uno dei momenti in cui gli Arcade Fire presentano meglio uno dei loro temi ricorrenti: l’atteggiamento di superiorità della gente cool.
9. “Rococo” (2010)
È la canzone con cui ho scoperto gli Arcade Fire. Ero alla fermata dell’autobus e mi sono sentita spazzare via da una tempesta.
10. “Afterlife” (2013)
Secondo me è una canzone perfetta: piena di groove, divertente, felice, triste, intensa. Il testo è stringato, ma dice molte cose. Quando morirò voglio che il mio corpo sia esposto e che la gente venga a baciarmi sulle labbra livide con questa canzone che suona in loop. E dovrà esserci una mirrorball.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre di Rolling Stone