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Le canzoni che hanno cambiato la vita a Micah P. Hinson

Ce n'è per tutti i gusti: dalla musica dei nativi americani alla storia colombiana, dai brani ascoltati in famiglia a quelli scoperti quasi per caso. E un artista italiano che è «un genio del nostro tempo»

Foto: press

La vita di Micah P. Hinson è sempre stata molto intensa. Intensa come la sua terra, il Texas, il suo passato (tra droga, carcere, depressione, incidenti quasi mortali) e la sua discografia, dove in poco meno di vent’anni ha pubblicato ben dodici dischi dall’esordio del 2004 di Micah P. Hinson and the Gospel of Progress fino all’ultimo I Lie to You, uscito a dicembre, il risultato di cinque giorni e cinque notti di registrazione in una stanza spoglia in Irpinia.

In supporto a I Lie to You, il cantautore americano attraverserà l’Italia a marzo per otto date, con partenza il 4 marzo da Genova, per poi toccare Milano, Roma, Perugia, Torino, Cagliari, Ravenna e Pesaro. Abbiamo colto l’occasione per chiedere a Micah di prepararci una playlist di brani a lui affini e che hanno ispirato, in un qualche modo, quest’ultimo disco.

Thank Heaven I’m an Indian BoyNorthern Cree

Io sono Chickasaw. Siamo venuti dal sud dell’America migliaia di anni fa e ci siamo stabiliti nel Mississippi. La nostra terra ci è stata portata via, o meglio, noi siamo stati portati via dalla nostra terra. Il “governo degli Stati Uniti” ci trasferì nella nostra riserva in quello che chiamarono Oklahoma. I miei antenati facevano parte del primo gruppo di Chickasaw che dovette andarsene – molti di noi morirono. Ancora oggi è una battaglia costante con il “governo degli Stati Uniti”. La gente dice che è storia, ma questa orribile realtà è il passato, il presente e il futuro dei nativi: non riavremo mai la nostra terra, non riavremo mai i nostri morti.

Yours Truly, 2095Electric Light Orchestra

In questo mondo moderno, che vede l’ascesa dalle cassette ai CD, ai dispositivi digitali e… beh, sapete come stanno le cose. Pur con opzioni più limitate, da ragazzo in Texas trovavo in qualche modo più facile scoprire nuovi gruppi – Bedhead, Built To Spill, Skinny Puppy, Ministry e così via – ma man mano che i tempi diventavano più “avanzati”, più “accessibili”, ho avuto sempre più difficile trovare nuova musica. Poi, di recente, mi sono imbattuto negli ELO. Non ero sicuro di dove fossero stati per tutta la mia vita – nascosti, suppongo. Ed eccomi qui, in mezzo a un mondo che si muove velocemente, e io che trovo vecchi gruppi che hanno una tale brillantezza che non si può descrivere. Mi sembra di rivivere la sensazione di quando ho iniziato ad ascoltare la musica.

Vedrai, vedraiIosonouncane

Quest’uomo mi ha salvato la vita. Potrei dilungarmi in spiegazioni stravaganti, ma non credo che ne avreste il tempo. Semplicemente, e onestamente, quest’uomo e la musica che crea mi hanno guarito in un momento in cui pensavo – ero convinto – che non mi sarei mai più sentito bene. Sembra mistico, perché lo è. È il genio del nostro tempo. Non potrò mai elogiare abbastanza quest’uomo e la magia che possiede e che esercita. Ancora una volta, è il genio del nostro tempo.

Del cielo cae un bachillerJulian Mayorga

Penso che quest’uomo abbia una visione delle cose diversa da chiunque altro io conosca. È ipnotizzante e caotico, sfacciato e straordinariamente brillante. Ascoltandolo e pensando a lui, non posso fare a meno di filosofeggiare sul concetto di “voce di una generazione”.

Priest and ParamedicsPedro The Lion

Crescendo nel Texas centrale, “Dio” era ovunque. La gente parlava di “Dio” negli stessi modi. La gente usava le stesse parole per parlare di “Dio”. David Bazan, il cantautore e cantante dei Pedro The Lion, cantava di “Dio” usando un miscuglio di parole che riuscivano veramente a parlarmi. Aveva dei dubbi e, anche se mi ci sono voluti anni per cercare di sciogliere le catene di tali pensieri, pratiche e falsità religiose, è stato bello – più che bello – sentire qualcuno che, a un’età così giovane, non pronunciava le stesse parole che tutti gli altri usavano per parlare di “Dio” e per parlare dell’essere umano.

Return of the Frog QueenJeremy Enigk

Questo non è mai stato un nome sulla bocca delle persone: Jeremy Enigk. Beh, avrebbe dovuto esserlo. Le cose straordinarie che realizzava con l’orchestrazione, riproducendo esercizi selvaggi, bellissimi e “folk” in un modo quasi “estraneo” o sconosciuto. Torno a Jeremy Enigk ancora e ancora. Mi dimentico di lui. Poi mi ricordo di lui e mi stupisco di nuovo.

El PescadorTotó La Momposina

Questa performance e questa registrazione sono al limite dell’incredibile. La danza tra la batteria e le melodie vocali – perché di questo si tratta – è pura alchimia. Lo ascolto e c’è un mondo dentro: cose che le mie orecchie potrebbero non sentire, ma che qualcosa, da qualche parte dentro di me, sente e ammira con stupore. C’è una complessità anche nel più semplice degli arrangiamenti: si possono sentire tutte le intenzioni, la tristezza e la gioia, e attraverso l’elettricità tutto questo arriva a noi. Bellissimo.

SunriseStarflyer 59

Ero un adolescente in Texas. Avevo una band. Facevamo qualcosa di molto simile a quello che faccio ancora oggi. Lavoravo in un negozio di dischi in un centro commerciale. Entrò un uomo che voleva affiggere dei volantini. In fondo al volantino c’era scritto che gli Starflyer 59 sarebbero arrivati in città. Gli ho chiesto chi avrebbe aperto il concerto. Mi ha risposto che non apriva nessuno. L’ho convinto a seguirmi in macchina. Gli diedi un mio cd, probabilmente un disco pieno di canzoni che non ho mai messo su un altro cd, ormai perso nel tempo. Lo ascoltò e la mia band aprì per gli Starflyer 59, il nostro primo vero concerto. È un ricordo indelebile. Ricordo di aver fumato una Lucky Strike senza filtro con il cantante fuori dalla porta sul retro della chiesa in cui suonammo.

Make Your Own Kind of MusicMama Cass

Ero al cinema con la mia adorata ragazza. Nel film suonavano una versione più Broadway di questa canzone. Il testo e la melodia mi hanno colpito molto. Sembravano bellissime. Tutto ciò che dicono incita a un senso di libertà e, in questa vita, abbiamo bisogno di tutta la libertà possibile.

Breakfast in AmericaSupetramp

Ai miei figli piace la musica, ma sono esigenti quando si tratta di scegliere le canzoni che preferiscono. Non c’è una logica relativa a ciò che piace loro, non c’è un certo stile di musica con cui possano essere sempre d’accordo. Ogni tanto, però, mi capita di “fare centro”. Un giorno ho sentito uno di loro cantare: “Do you want my autograph?”. In quel momento ho capito di aver davvero fatto centro. Tengo le orecchie ben aperte per capire ciò che piace loro. Il dono della musica è diverso da qualsiasi altro. Mio padre mi ha sempre fatto ascoltare John Denver.

Goodbye AgainJohn Denver

John Denver è l’autore che amo maggiormente: l’ho ascoltato prima ancora di venire al mondo, nella pancia di mia madre e sentendo mio padre cantarmi tutte le sue canzoni. Sono andato avanti così per il resto dei miei giorni, e ancora oggi. È un qualcosa su cui io e mio padre, e il resto della mia famiglia, potevamo contare: potevamo legare attraverso la sua musica. Una volta sono andato a Dallas, in Texas, con la mia famiglia. I nostri posti purtroppo erano molto lontani. Ho visto una persona che teneva in mano un biglietto e diceva: «Qualcuno vuole un biglietto in prima fila?», ho subito detto che lo volevo. Mi sono seduto al centro, in prima fila, e ho visto John Denver esibirsi in un’incredibile serata. Non molto tempo dopo quel concerto, morì in quell’incidente aereo. Quel momento mi rimarrà sempre caro. Ci sono poche cose nella vita che non hanno prezzo.

Baby As You Turn AwayBee Gees

Questo gruppo di fratelli, come ho imparato crescendo, è in grado di raggiungere un livello di emozioni difficilmente eguagliabile. Sono cresciuto sentendo sempre parlare dei Beatles. I Bee Gees erano “un gruppo da discoteca” e, no, no, no, non è vero. Sono musicisti attenti e precisi, nonché ottimi autori di canzoni.

Qiuéreme siempreOrquestra Aragon

Ci sono canzoni che possono in qualche modo portare sia una pesante tristezza che un selvaggio senso di speranza, e questa è una di quelle canzoni. Contiene una nostalgia che è soprannaturale. Ho la fortuna di avere una ragazza la cui conoscenza della musica è vasta e intricata. È colombiana. Da lei imparo e ho imparato molto. La storia degli stili musicali – le persone coinvolte nella creazione della musica – è un argomento che non ho mai conosciuto, o di cui non ho mai sentito parlare, crescendo. Negli Stati Uniti sentivo tutto ciò che mi veniva propinato, ma allo stesso tempo, sotto i miei occhi, c’era una storia profondamente radicata in una moltitudine di stili e ritmi, ritmi e stili. Ho aperto attivamente la mia mente e le mie orecchie a tutto ciò che la storia mi mostra. È un’educazione di cui ho bisogno e che desidero.

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