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‘Hurry Up Tomorrow’ è la fine di The Weeknd o solo un nuovo inizio?

Abel Tesfaye fa i conti con la vita portandoci con sé in un nuovo viaggio sonoro nell’abisso della mente. Potrebbe essere il suo ultimo album o forse solo una tappa nella sua personale ricerca della felicità

Foto: Holly McCandless Desmond

Alla fine di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato il fabbricante di dolciumi interpretato da Gene Wilder racconta una leggenda al piccolo Charlie, che sta per ereditare la sua azienda: «Non dimenticare cos’è successo all’uomo che improvvisamente ha avuto tutto ciò che aveva sempre desiderato». E cosa gli è successo? «È vissuto per sempre felice e contento», risponde Wonka abbracciando il bambino.

Per una quindicina d’anni, The Weeknd ha sperimentato il rovescio della medaglia di questa storiella, a volte in maniera drammatica. A partire dai mixtape che ne hanno lanciato la carriera e poi nei disconi pop grazie ai quali è salito sul palco del Super Bowl 2021, Abel Tesfaye ha raccontato l’edonismo e i suoi risvolti negativi, vestendo il ruolo del narratore onnisciente che osserva predatori, prede e spettatori di quel sottomondo (per non dire delle volte in cui si è raccontato come uno di essi).

Nel sesto album Hurry Up Tomorrow, Tesfaye e i suoi collaboratori, tra cui il padrino della disco Giorgio Moroder, l’astrattista pop Daniel Lopatin e la collega catastrofista Lana Del Rey, fa i conti col suo passato recente, facendo capire che potrebbero essere vere le voci che girano sul fatto che questo sarà il suo ultimo disco. Le 22 tracce, per quasi 90 minuti di durata, sono ora eccitanti e ora deprimenti, con momenti di grande lucidità nei testi accompagnati da una produzione densa.

“Tutto ciò che ho è la mia legacy / La sto perdendo”, si lamenta Tesfaye in Wake Me Up che apre il disco in un tripudio di archi sintetici e cori drammatici che sfociano in una ritmica alla Thriller, confermando sia i paragoni musicali con Michael Jackson che lo hanno sempre accompagnato, sia l’idea che in fondo la sua carriera sia un grande monito sui pericoli del successo e gli eccessi del music business.

Il momento più cupo dell’album arriva con I Can’t Fucking Sing, un breve intermezzo che rimanda al concerto del 2022 al SoFi Stadium di Los Angeles durante il quale Tesfaye ha avuto problemi di voce e ha dovuto interrompere e cancellare lo show. È una canzone straziante, il punto più basso (e allo stesso tempo più alto) di un’opera che si addentra in profondità negli abissi del successo. È un disco profondamente umano, come quando si sente il messaggio vocale allarmato del compagno di scuderia Chxrry22 nella spettrale Reflections Laughing, ma a tratti sembra il lamento di un uomo che siede su un trono dorato.

I momenti più brillanti di Hurry Up Tomorrow sono frutto della grande esperienza maturata da Tesfaye nel corso degli anni e del lavoro della squadra di autori e produttori che ha messo assieme. Il thrash/electro funk São Paulo, che arriva dopo il racconto del problema al SoFi, è claustrofobico, con un ritmo martellante che evoca il panico provato allo stadio. Open Hearts, coi maghi del pop Max Martin e Oscar Holter, è un pezzo new romantic costruito su un synth vigoroso, con Tesfaye che scandaglia i propri abissi interiori, mentre I Can’t Wait to Get There porta la classica ballata R&B nel XXI secolo, con un ritornello leggero che evoca un mondo altro rispetto quello malato e triste in cui vive The Weeknd. E Drive è una fuga scintillante verso la libertà che Tesfaye desidera e che sembra quasi a portata di mano.

Hurry Up Tomorrow si chiude con la title track, in cui passano davanti agli occhi di Tesfaye tutti i suoi peccati. Il pentimento arriva sul letto di morte: “Giuro che mi spiace / Ma sto annegando nella vasca in cui ho imparato a nuotare / Con mia madre che cerca di salvare ogni grammo della mia innocenza / L’ho delusa come ho deluso me stesso”. Il cantante geme mentre attorno a lui turbinano arpeggi di synth che evocano la luce bianca verso cui ci si incammina nel viaggio finale per l’aldilà.

Non è detto che tutto ciò significhi necessariamente la fine di The Weeknd. In fondo a maggio uscirà il film Hurry Up Tomorrow e si parla di un tour estivo in estate. Forse significa solo che Tesfaye è pronto a cercare una nuova strada che lo conduca al suo personale e sfuggente “e visse felice e contento”.

Da Rolling Stone US.

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