La playlist di Gaia Trussardi: «Sono cresciuta cantando Battisti e Sinatra» | Rolling Stone Italia
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La playlist di Gaia Trussardi: «Sono cresciuta cantando Battisti e Sinatra»

Ha iniziato con il karaoke, continuato con la chitarra e poi con una band. L'abbiamo intervistata e ci ha detto le canzoni della sua vita. Eccole

Gaia Trussardi ha un passato da rocker. Nel 2007 ha mollato il suo lavoro in azienda per cantare negli E'vacant (foto di Toni Thorimbert)

Gaia Trussardi ha un passato da rocker. Nel 2007 ha mollato il suo lavoro in azienda per cantare negli E'vacant (foto di Toni Thorimbert)

Gaia Trussardi fa il direttore creativo della maison di famiglia, ma il suo passato è segnato da una sliding door che non si è mai chiusa del tutto, una vita parallela fatta di voce e accordi.

Nella Londra post grunge di fine anni ’90, Gaia ha studiato da top manager, ma anche da rockstar. Dei suoi trascorsi musicali oggi rimangono cinque chitarre, un singolo su iTunes, qualche videata su YouTube, un folder di musica mai pubblicata nascosto nell’hard disk di casa e la playlist “di una vita” che le abbiamo chiesto prima di intervistarla. Eccola qui (per ascoltarla, cliccate sul player Spotify che trovate qui sopra).

Trovate l’intervista su Rolling Stone di novembre.

1. “Unforgettable Fire” U2 (1984)
È la canzone che mi piace ascoltare quando sono in viaggio verso il mare: i suoni atmosferici di Brian Eno danno un’idea di spazio infinito e apertura, evocano la voglia di andare e il senso dell’infinito.

2. “Enjoy the Silence” Depeche Mode (1990)
Un pezzo elettronico, ma dalla struttura pop.Suona molto anni ’80, ma non sembra mai vecchio. Di nuovo evocativo. La canto spesso con la chitarra acustica.

3. There Is A Light That Never Goes Out” The Smiths (1986)
Semplicemente la amo: il testo, la melodia e la musica.

4. “La collina dei ciliegi” Lucio Battisti (1973)
Capolavoro.
La canzone non è presente su Spotify, potete ascoltarla qui:

Lucio Battisti - La Collina dei Ciliegi

5. “Quello che conta” Luigi Tenco (1967)
La semplicità di un testo su una musica malinconica orchestrale che esprime esattamente la sensazione della fine di un amore estivo: leggera e straziante allo stesso tempo.

6. “Bring on the Night” The Police (1979)
Arpeggio pazzesco.

7. “Landslide” Fleetwood Mac (1975)
Di nuovo: amo l’arpeggio di questa canzone, la leggera rassegnazione mista alla speranza nel testo, figurata da suggestioni naturali.Mi identifico molto in questo pezzo.

8. ” Smells Like Teen Spirit” Nirvana (1991)
Mi ricorda i primi tempi a Londra, quando al giovedì sera al Camden Palace si pogava su questo pezzo. È la mia adolescenza.

9. “Shine On You Crazy Diamond” Pink Floyd (1975)
Adoro come arriva il ritornello/non ritornello, come esplode e va via in un batter d’occhio. Ma ti scalfisce proprio come la punta di un diamante.

10. “Life on Mars” David Bowie (1973)
Di David Bowie amo molti pezzi, ma soprattutto lui come artista completo. Questa è la canzone che mi piace di più, perché fino al ritornello è tutto un crescendo.

Leggi l’intervista sul numero di novembre di Rolling Stone

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