«Viaggio nel continuum spazio temporale alla ricerca di suoni del futuro da portare nel presente», racconta la cantante Annie Clark: «Metterei queste canzoni, se fossi invitata a cena sulla Luna».
Ecco i brani che ha scelto in esclusiva per Rolling Stone:
1. “Everyone’s Gone to the Moon” Nina Simone (1969)
Una canzone divertente e straziante allo stesso tempo. Nina canta come se fosse sotto acido e antidolorifici. L’adoro.
2. “In the Fog (I, II, III)” Tim Hecker (2011)
Ho scelto questa musica per aprire i miei concerti, ma è perfetta come colonna sonora per il cosmo.
3. “Nomus et Phusis” Stereolab (2000)
È uscito intorno al 2000, ma sembra space music francese degli anni ’60.
4. “Here Come the Warm Jets” Brian Eno (1974)
È come sentire sulla testa la spinta di un aereo che decolla. Bellissima e triste..
5. “Pick Up” Solex (1999)
Solex è un artista olandese che fa una specie di pop extraterrestre. Aveva un negozio di dischi, si portava gli album a casa e faceva assurdi collage di suoni come questo.
6. “Afro-Harping” Dorothy Ashby (1968)
Un pezzo da ascoltare a lume di candela, sdraiati su un comodo tappeto peloso.
7. “New Slaves” Kanye West (2013)
Una canzone che sembra arrivare allo stesso tempo da passato e futuro.
8. “Age of Adz” Sufjan Stevens (2010)
Colorato, vitale e futuristico.
9. “Space Oddity” David Bowie (1969)
I dischi di Bowie sono melodici quanto basta per conquistarti da bambino, ma poi crescono con te.
10. “Yaylalar” Selda (1976)
Una canzone folk resa molto funky. Il massimo della psichedelia!