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Salmo è pronto per il Metaverso

Storia e segreti del video di 'Aldo Ritmo' in cui il rapper, un po' Deadpool e un po' Joker, balla come un pazzo in scenari assurdi. Preparatevi: in futuro vedremo sempre più avatar digitali degli artisti

È uscito ieri il nuovo video di Salmo: è quello di Aldo Ritmo, traccia di chiusura del suo ultimo album Flop (che, uscito il 1 ottobre, a dispetto del titolo è già certificato disco di platino). La canzone ha, coerentemente con il testo, un andamento decisamente danzereccio e le parole invitano a lasciarsi andare perché “nella vita basta avere solo un po’ di ritmo”, ma in questo caso è l’aspetto visuale ad attirare l’attenzione per via dello spettacolare lavoro tecnico che c’è dietro, intuibile anche dagli spettatori meno smaliziati.

Nel video, prodotto da Lebonski 360 e co-prodotto da Reef Studios con la regia di Andrea Folino, che ne ha curato anche la direzione artistica assieme a Alessandro Fele e Pietro Daood, osserviamo l’avatar in 3D dell’artista muoversi e ballare in scenari diversi e contesti mutevoli, ispirati al mondo del cinema (come le città ribaltate di Inception o l’iconica scala di Joker) e perfino nello spazio o su pianeti lontani. Ogni pochi secondi cambia l’ambientazione dove l’avatar si muove, in contesti che ovviamente vanno ben al di là delle possibilità umane.

Vi ricorda qualcosa? Il regista Andrea Folino ci dice: «Secondo me abbiamo centrato il periodo: siamo nell’epoca in cui Zuckerberg presenta il Metaverso, in cui con i tuoi amici di Facebook ti potrai incontrare in un posto virtuale con un visore, e Salmo potenzialmente è già pronto. Ha già il suo avatar che può fare determinate cose in questo mondo che le aziende come Facebook o le produzioni dei videogiochi, o anche il cinema, stanno implementando. Ogni attore praticamente ha già un suo doppio digitale al posto di una vera controfigura, Salmo ha fatto questo investimento a livello artistico ed è già avanti rispetto al futuro, con quello che è a tutti gli effetti un avatar fotorealistico. Per ora gli abbiamo fatto fare cose pazze, lontane dalla vita reale, poi vedremo».

La realizzazione di un video del genere non è stata semplice: un anno di lavoro, full CGI, tecnologia 3D, motion capture utilizzata per la prima volta in un videoclip musicale italiano: «È stato un lavoro lungo, siamo dovuti partire dall’inizio, dalla base, dall’avere un personaggio. Quella è la cosa più difficile del video: le ambientazioni sono quelle che si fanno con i classici effetti anche nei video girati con la telecamera, quando c’è per esempio da aggiungere un paesaggio. Invece inserire il personaggio all’interno del video, farlo muovere, simulare i movimenti della felpa… sono cose laboriose e impegnative. Nel video ci sono circa 4500 frame che andavano renderizzati, è stata una bella pazzia. Però ne è valsa la pena».

Anche perché il pubblico, a giudicare dai commenti, ha capito il lavoro che c’è dietro. «Ormai sono tutti esperti: tra ambientazioni gaming, youtuber che fanno vedere lo sviluppo dei videogiochi… la gente le cose le conosce. È un lavoro al passo coi tempi e lo si capisce immediatamente. Mentre magari per il videoclip classico non è che tutti colgano immediatamente cosa c’è dietro, l’uso della telecamera… Questo è qualcosa di difficile da fare, ma che tutti possono capire immediatamente».

Secondo la visione di Lebonski 360, Aldo Ritmo è una sorta di supereroe, non di quelli classici ma più alla Deadpool, un supereroe simpatico, che balla, appassionato di musica, autoironico, fuori dagli schemi. La casa di produzione di Salmo, come dimostra chiaramente in questo caso, crede ancora moltissimo a tutto quello che sta intorno alla musica, alle canzoni che non si limitano a stare su Spotify ma fanno parte di un immaginario più ampio, una sorta di versione 3.0 di quello che noi ex giovani ricordiamo dall’epoca di MTV. L’idea è che con la quantità di brani che escono ogni settimana non basta fare belle canzoni, ma bisogna essere bravi a lavorare anche su tutto il resto della comunicazione. Inoltre la collaborazione in ambito video tra Salmo e Folino è di lunga data, risale a quando erano giovanissimi ed è composta ormai da moltissimi episodi: anziché abbandonarla, la sfida consiste nel portarla ogni volta un passo più avanti.

La teoria alternativa della gravità secondo Salmo

«Questo è proprio un nuovo capitolo. Abbiamo sudato tanto, ci siamo lanciati e non essendo nessuno di noi particolarmente abituato a lavorare così, i tempi sono stati veramente lunghi. Ogni volta avevo quasi paura di incontrare Maurizio perché giustamente chiedeva aggiornamenti sul progetto… Gli va riconosciuto che ha aspettato molto, con pazienza, anche se poi il risultato è quello che volevamo. Un videoclip normale in un mese ce l’hai in mano, e sul set vedi già le immagini, sai già cosa stai facendo, stavolta abbiamo aspettato un anno, come per l’uscita di un film. Va riconosciuto che a Lebonski 360 ci hanno creduto moltissimo dall’inizio, e che durante la quarantena, che anche mentalmente ha abbattuto tutti, avere pensato a un progetto così futuristico non è da tutti».

Perché se la lavorazione del video ha impiegato circa un anno, l’idea di partenza, il pensiero di un avatar digitale, in realtà risale ancora a prima. Due anni buoni, addirittura, in pieno lockdown, quando il rallentamento globale ha portato a guardarsi intorno e a cercare nuove idee, a pensare al mondo dello streaming e agli eventi virtuali.

Se sicuramente il suo avatar non sostituirà Salmo, è molto probabile però che tornerà in altre forme come un valore aggiunto, che usato in modo creativo potrà realizzare cose impossibili e aumentare le possibilità di esperienza. Nei videoclip come nei live, o nel cinema, visto che sappiamo che il rapper di Olbia è al lavoro con Sky sulla serie Blocco 181, e che probabilmente verranno fuori anche altre novità in quello che è un ambito che lo ha sempre interessato. Insomma, le possibilità creative sono molte, e conoscendo Salmo e il suo staff probabilmente questo è solo l’inizio.

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