Fred De Palma
Il cielo non ci vuole
5
Fuori dal territorio amico dei tormentoni e in versione ragazzo sensibile che balla e riflette sulla fine di una relazione, Fred De Palma fatica a trovare una sua dimensione. Partire per primo gli giova, l’esecuzione pare migliore di quella della prima serata, ma Il cielo non ci vuole finisce per somigliare a molte altre canzoni. Ma attenzione, pochi in Italia credevano nel reggeaton e lui l’ha portato primo in classifica. Crescerà?
Renga Nek
Pazzo di te
4
La seconda esibizione non cambia l’impressione, Pazzo di te è la vecchia canzone italiana che cerca di sopravvivere in un mondo che è irrimediabilmente cambiato, ma non è abbastanza grande e potente da spingere a pensare: vedi che forza i classici.
Alfa
Vai!
3
Non ce l’abbiamo con Alfa, anche se dopo Bellissimissima non ha più la fedina penale pop immacolata. Ma questa canzone scritta e prodotta coi veterani americani Ian Scott e Mark Jackson, e che ricorda la stagione del folk-pop degli anni Duemila ma anche gli One Republic di Run, è incolore e inconsistente, e oggi persino a Sanremo servono canzoni forti. C’è leggerezza e leggerezza.
Dargen D’Amico
Onda alta
5
Ok, il pop è anche questo, miscuglio di temi e registri. E però l’esibizione di martedì di Dargen D’Amico ha sollevato qualche dubbio sull’efficacia del mix orsetti di peluche-morti in mare. Stasera si è presentato sul palco in modo più sobrio, ma la canzone resta uno strano guazzabuglio, né aiuta l’interpretazione così così nella strofa («una delle voci più sgraziate del Festival», dice lui). Prendere o lasciare, questo è il kitsch versione Dargen: la canzone consapevole e volutamente dozzinale.
Il Volo
Capolavoro
4,5
Nella storia del Volo si presenta ogni tanto il momento in cui sembra che i tre si debbano dare al pop (diciamo al pop-pop, perché quella che fanno abitualmente non è certo musica colta). Capolavoro è uno di quei momenti, ma con la loro interpretazione manieristica non riescono ad esaltare il buono che c’è nella canzone.
Gazzelle
Tutto qui
5
Anche al secondo ascolto sul palco dell’Ariston, resta l’impressione che Gazzelle abbia scelto di portare una canzone buona per tutti, e quindi per nessuno in particolare, se non per chi apprezza (e tanto) il lato più dolce e romantico del cantautore. Forse non è il suo palco? Durante la sua esibizione su X va in tendenza “Liam Gallagher”.
Emma
Apnea
7-
Molto meglio questa Emma interprete più sobria di quella che cantava come se la vita e la morte dipendessero dall’intensità con cui intonava un certo verso. È meno forzata, più leggera, non si nasconde dietro a manierismi. Il ritornello fa molto Sanremo anni ’80.
Mahmood
Tuta gold
9,5
La nostra bitch (cit.) preferita resta l’unico vero artista italiano internazionale in gara. Non sarà Soldi, non sarà nemmeno Brividi, ma la versione superfit di Mahmood luccica come una tuta gold.
BigMama
La rabbia non ti basta
7
Stasera è più tranquilla e va dritta come una spada. Si diverte, ti guarda dritto negli occhi e si gioca tutto. Ha anche un outfit componibile da Madonna goth. Quando si dice: la seconda volta che lo fai va sempre meglio della prima.
The Kolors
Un ragazzo una ragazza
6,5
Ci sono canzoni che ai primi ascolti sembrano tormentoni inevitabili. Al secondo, al terzo, al quarto perdono un po’ di sapore, come una caramella rimasta in bocca troppo a lungo. Stasera Un ragazzo una ragazza ha fatto questo effetto, ma la sua spudorata, assoluta paraculaggine continua a renderla divertente. Ben pensata e senza pretese, perfetta per le radio e scomponibile per TikTok.
Geolier
I p’ me, tu p’ te
8
Dopo Lazza, Geolier continua la (recente) tradizione di rapper che vanno a Sanremo con un canzone urban, ma non rappata. Lui però porta Napoli, la lingua napoletana, un mondo, e non è poco. Forse manca qualcosa nell’interpretazione e nella presenza, ma convince (e il video è attualmente al numero uno delle tendenze musica su YouTube).
Loredana Bertè
Pazza
10
Bertè sempre all’arrembaggio e spudoratamente vera. Il lungo applauso dell’Ariston non è solo alla carriera, ma anche alla sua interpretazione e a una canzone in cui si racconta e decide di perdonarsi, al posto di continuare a odiarsi. Sangiovanni le dice che vorrebbe avere il suo coraggio. Siamo tutti figli di… Loredana.
Annalisa
Sinceramente
6,5
Un po’ come nel video in cui si incontrano le tre Annalise (quelle di Bellissima, Mon Amour e Ragazza sola), Sinceramente riassume l’essenza della cantante ex sentimentale riconvertitasi al pop contemporaneo, con un la-la-la alla Kylie Minogue, una leggerezza da sex symbol per famiglie, un filo di dramma. La riassume, ma non è il suo picco.
Irama
Tu no
6
Un po’ inno nazionale (l’intro), un po’ classico pezzo di Irama pieno di (melo)dramma. Se ti piace lo ami, se non ti piace non c’è modo di cambiare idea. Ma inevitabilmente sabato lo troveremo in top 5.
Clara
Diamanti grezzi
6,5
Uno dei punti deboli degli ultimi Festival di Amadeus sono i giovani. Si è corsi ai ripari riducendoli a sei a tre, tra l’altro tutti con carriere più o meno avviate. A Clara non mancano la presenza e la voce (nonostante qualche incertezza), ma questa canzone sui diamanti grezzi, sul correre a fari spenti, sul trovare l’oro nei fallimenti non ha un carattere forte.