Niente alimenta la crisi dei 25 anni come una catastrofe climatica e una pandemia, quindi il nuovo album di Lorde esce proprio al momento giusto. Con Solar Power, ci si tuffa in pieno: stanca della fama e del capitalismo, preoccupata per lo stato di salute del pianeta, triste per aver perso il suo cane Pearl. Per sconfiggere questo stato ricorrente di dolore e stress, scappa nel resort sulla spiaggia che c’è nella sua testa. È l’alba di una nuova Lorde che cerca di esprimere la propria tranquillità interiore.
La title track lancia questa nuova Lorde, un pezzo pop alla Jack Johnson in ccui si ritrovano alcune delle note dei suoi due album precedenti ma senza il sottofondo di oscurità che li contraddistingueva. Il resto di Solar Power segue questo stesso approccio: Clairo e Phoebe Bridgers fanno le seconde voci in un misto di pezzi acustici e ballate. Come promette in Oceanic Feeling, il suo “rossetto scuro prende polvere nel cassetto/non ne ho più bisogno”.
Lorde passa buona parte dell’album a cambiare pelle. Getta telefoni in acqua. Dice addio “a tutte le bottiglie, a tutte le modelle” e “ai ragazzini in fila per il nuovo Supreme”. La musica che amava quando aveva 16 anni rimane in Nuova Zelanda, probabilmente a prendere polvere vicino al rossetto. In sostanza si lascia alle spalle tutto il suo passato, portandosi dietro solo pochi ricordi sparsi, come quello di Carole King che le dà un Grammy che cita in California. Ma anche il suo rapporto con la sua musica è in discussione. “Pensavo di essere un genio/ma ora ho 22 anni e comincio a sentirmi come se tutto ciò che so fare sia mettermi una giacca e andare via/con un pugno di canzoni che fa male suonare”, ammette in The Man With the Axe. Anche questa è una ballata, un po’ sonnolenta a dire il vero. Anche se l’album contiene una tensione emotiva questa non sempre si traduce bene nelle singole canzoni.
E gli scorci della sua psiche attuale non si collegano benissimo al mood del disco finendo per complicare le cose. Mood Ring, che a livello di suoni è uno dei momenti migliori dell’album, a livello di testo è un’occasione sprecata, una delle satire più ovvie che prende di mira la cultura del benessere attraverso le lenti della cultura hippie degli anni Sessanta. Anche se si tratta di un tentativo coraggioso, ciò che manca è una delle migliori caratteristiche di Lorde come cantautrice, e cioè la sua incredibile sincerità. Quando quella viene liberata, come nella strepitosa Oceanic Feeling o in Big Star, Lorde è una forza della natura.
Solar Power si fa strada attraverso l’ansia con un approccio decisamente condivisibile rispetto a tutto ciò che sta succedendo nel mondo. Lorde lo ammette: nel disco esplora i suoi pensieri più profondi senza trovare risposte. Anche Robyn, che appare in Secrets From a Girl (Who’s Seen It All) nei panni di una hostess della compagnia aerea Strange Airlines, su un volo con destinazione tristezza, non è del tutto sicura di dove questo viaggio ti porterà.
Il disco più intimista di Lorde esce in un momento abbastanza divertente: proprio quando vediamo l’impatto dei suoi primi due album sconvolgere la scena pop. La sua influenza è profonda e indelebile e va da Olivia Rodrigo a Billie Eilish, che entrambe hanno toccato gli stessi temi – ad esempio quello del penso di diventare famose prima di compiere 20 anni. Oggi sentiamo versioni di Lorde un po’ ovunque ma Lorde invece non le sente perchè ha delle conchiglie attaccate alle orecchie e sta ascoltando il rumore delle onde. Sta cercando di capire cosa fare delle sua vita e ce lo dice in tempo reale, mostrandoci chi è e chi potrebbe essere tramite la sua musica. Ha trovato risposte? No, dice, ma ci sta provando.