Rolling Stone Italia

67 anni di Vasco Rossi

Se dopo una vita al massimo è ancora fra noi, è perché forse ne abbiamo ancora un disperato bisogno. Imitato da tanti (vedi Sanremo) ma sostanzialmente unico. Tanti auguri, Blasco
Vasco Rossi

Vasco Rossi

Oggi Vasco Rossi compie 67 anni. Sessantasette anni. Vasco Rossi, 2019. Quello del fegato spappolato, quello già col mal di schiena sin dal 1982 che per farselo passare doveva farsi le punture, oggi compie sessantasette anni.

Non è un mistero che sia lui il primo a sorprendersi di essere vivo: lo ha fatto notare spesso durante le interviste, quasi con senso di colpa e con la sua tipica ironia amara e sbiascicata. Come a dire: mica lo so che ci faccio ancora qui. Naturalmente siamo tutti felici che oggi spenga tutte quelle candeline, ma diciamoci la verità: la sensazione è che qualcosa sia andato storto nel naturale andamento delle cose, che ci sia stato un cortocircuito nella programmazione di quel concetto novecentesco che è la vita da rockstar che si brucia, che diventa iconografia per sempre giovane.

È curioso che proprio oggi si parli del (quasi coetaneo del Blasco) Festival di Sanremo in corso, come quello che sarà ricordato – sarà ricordato? – per una fantomatica attitudine giovanile, l’edizione dello sdoganamento definitivo del rap e del ricambio generazionale “indie”. A proposito, anche in questo caso Vasco c’è arrivato un po’ prima, dando spazio alla cantautrice di estrazione indie Beatrice Antolini, che ora va in tour stabilmente con la band di Vasco. In questi giorni nazionalpopolari, molti hanno azzardato paragoni con il famoso ultimo posto del 1982 di Vado al massimo, quantomeno per le posizioni in classifica in cui ristagnano praticamente tutti i “nuovi”. Altri hanno tracciato un parallelismo tra l’esibizione di Achille Lauro – che fa paura a tutti per via dei tatuaggi in faccia – e l’allora sconvolgente performance di Vita spericolata del 1983, in cui Vasco pare abbia provocatoriamente abbandonato il palco lasciando chiudere l’esibizione al playback. Un’altra versione dei fatti vuole che si sia trattato semplicemente di un errore e che, a giudicare da come barcolli, non fosse esattamente lucidissimo. Non lo sappiamo e francamente chi se ne frega.

Sono passati decenni, quegli anni hanno fatto già in tempo ad attraversare a velocità supersonica la zona del revival e della nostalgia e in tutto questo tempo Vasco non ha smesso neanche un secondo di calcare il palco, letteralmente, come indica bene il titolo del suo tour: “Nonstop live”, che anche questa estate farà il pienone, senza bisogno alcuno di forzare la mano della nostalgia, di trascinare le persone con la scusa delle ricorrenze. Manco se le ricorderà Vasco le ricorrenze, che differenza fa un disco o un altro? Non ne ha bisogno.

Proprio Achille Lauro a Sanremo ha dimostrato che la trap si sta convertendo alle chitarre e forse non è nemmeno più un caso che il disco italiano più ascoltato l’anno scorso sia del trapper per eccellenza, ma si intitoli Rockstar. Tanto, troppo Novecento. Non riusciamo proprio a farne a meno. Quanto deve essere noioso per Vasco Rossi il presente in cui viviamo? Quello in cui è costretto a esporre pubblicamente gli effetti del tempo sul suo corpo da rockstar, quello in cui seguire diete, fare attività fisica per rallentare il tempo. Proprio lui che dovrebbe andare a letto la mattina presto e svegliarsi con il mal di testa, che odia i lunedì, il re della procrastinazione, del domani sì, adesso no.

Tutto questo solo perché milioni di persone riempiono gli stadi e dimostrano che abbiamo ancora bisogno di lui, la generazione di sconvolti con un solo santo e un solo eroe, condannato a una vita terrena da semidio per colpa nostra, che non siamo pronti, quando il suo destino era palesemente quello di diventare una leggenda come quelli che muoiono presto, sparire all’improvviso, scappare sul più bello, alimentare la mitologia: avvistamenti in Sud America, dietrologie, sosia in stile Paul McCartney.

Si possono citare altri milioni di versi da una qualsiasi delle sue canzoni per elogiarlo, ma forse è molto più appropriato sceglierne uno che si è verificato erroneo: «e intanto i giorni passano ed i ricordi sbiadiscono e le abitudini cambiano». Le cose non stanno per niente così Vasco, ma anche tu puoi sbagliare. Tanti auguri.

Iscriviti