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A Londra ci si accoltella per la trap

La polizia ha chiesto di oscurare da YouTube alcuni artisti drill, un sottogenere della trap accusato per la recente esplosione di violenza nella City.

La drill crew dei 67, foto via Facebook

Dip, ching, splash, chef. Sono solo alcune delle parole che una nuova generazione di trapper utilizza per descrivere l’accoltellamento. È la drill music, un genere che si è diffuso nelle crew delle case popolari a sud di Londra e che negli ultimi mesi è arrivato sulle prime pagine di tutti i quotidiani UK, direttamente collegato all’emergenza omicidi lanciata dal Sunday Times all’inizio di aprile. Nel mese precedente, raccontava il quotidiano, a Londra sono state accoltellate a morte 22 persone. 50 dall’inizio dell’anno, la maggior parte adolescenti. È un record.

«Gli omicidi che affliggono Londra e altre città del paese sono direttamente collegati alla drill music, un nuovo genere musicale ultra-violento che si è diffuso nel Regno Unito», si legge sul Times. Poi un elenco di rappresaglie tra gang nate in musica, cresciute sui social e finite in strada. Sui tabloid le foto delle vittime volano in prima pagina, i titoli diventano “Sound of Violence: un mucchio di adolescenti incappucciati guardano in camera, fanno il gesto della pistola con le dita e rappano di omicidi” (sul Sun) e via con il panico nazionale.

Veloce passo indietro. La drill music nasce nella Southside di Chicago intorno al 2010 ed è il sottogenere di un sottogenere. Musicalmente l’influenza principale è la trap di Atlanta, ma con beat rallentati e flow a schema libero, spesso con l’attacco in levare ad anticipare il beat così da creare un effetto di apparente fuori tempo. I testi, invece, sono molto più violenti, riflesso della vita nei quartieri più difficili della città nota come la “murder capital of America”. Il racconto è in stile iperrealista: coltelli puliti con la candeggina nella cucina della mamma, scarpe bruciate perché sporche di sangue e così via.

I principali esponenti sono Chief Keef, Fredo Santana, King Louie e Lil Durk. Keef, in particolare, è diventato famoso dopo un remix di Kanye che ha portato la sua I Don’t Like nella Billboard top 10. Nel frattempo ha collezionato una condanna per produzione e spaccio di eroina e un’altra per aver minacciato un ufficiale di polizia con una pistola carica. Aveva 16 anni. «Mentre il tasso di omicidi a Chicago schizza alle stelle, la drill nichilista riflette la vita vera lì dove il ripulitissimo hip-hop mainstream ha fallito», scriveva Lucy Stehlik sul Guardian, proponendo un paragone tra il realismo del drill e quello di The Wire, la serie che racconta lo spaccio e la disperazione delle popolari di Baltimora.

Nel 2012 il parallelo aveva perfettamente senso, la drill era una via di fuga dalla povertà e i suoi protagonisti giovani alienati come quelli della serie. Poi il fenomeno trap è diventato globale, fino ad arrivare nelle zone più popolari di Londra, dove le guerre tra gang si combattono tanto in strada quanto su YouTube e Soundcloud.

Colpire i musicisti è una distrazione

«Nei video le gang si provocano tra loro. Parlano di cosa hanno intenzione di fare e, soprattutto, dei loro bersagli», ha dichiarato a LBC Radio il commissario della polizia metropolitana di Londra. Scotland Yard ha chiesto a YouTube di rimuovere 30 video collegati alla scena drill, da oggi non più disponibili sulla piattaforma di Google. «Siamo al lavoro con la polizia, e abbiamo sviluppato policy specifiche per colpire i video collegati agli accoltellamenti nel Regno Unito», ha dichiarato un portavoce dell’azienda.

Qualcuno tirerà un sospiro sollievo. Ma bisognerebbe chiedersi: è la musica a influenzare il contesto sociale, o il contrario? «Scrivi di quello che vedi nel tuo ambiente», ha detto DJ Bempah a BBC Today. «La musica può rendere il crimine affascinante, ma non ti obbliga a far nulla». «Succedevano le stesse cose nei pezzi di Tupac», ha detto MC Abra Cadabra al Guardian. «La competizione territoriale fa parte del gioco. Credo che tutti i miei ascoltatori lo sappiano bene». Senza emergenza accoltellamenti la drill esisterebbe comunque, perché è l’unica via di fuga di una generazione povera, alienata e senza prospettive. «Colpire i musicisti è una distrazione», continua Abra. «Finché taglieranno i fondi a scuole, case popolari e club giovanili, condannandoci a vivere sotto la soglia di povertà, allora la gente farà sempre cose assurde».

È giusto ragionare sulla quantità di contenuti violenti diffusi sui social dei giovanissimi; ma se il pubblico è così debole da non riuscire a filtrare i messaggi che arrivano da materiali di intrattenimento, allora a fallire è tutta la società. Insomma, viene da pensare che più che risolvere un problema si stia solo abbassando il volume della sua colonna sonora.

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