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Brian Eno: «È ora di tassare i super ricchi»

Il musicista inglese affida a Rolling Stone un messaggio per i capi di stato del G20 che domani si riuniranno a Rio: meno struggimento su cosa fare dopo la rielezione di Trump e più leadership

Foto: Christoph Soeder/Picture Alliance/Getty Images

Il 18 e 19 novembre si terrà a Rio de Janeiro il 19° vertice annuale dei capi di Stato del G20. Tra gli argomenti all’ordine del giorno figurano il cambiamento climatico, l’inclusione sociale e le riforme. In questo editoriale esclusivo, Brian Eno (musicista, produttore e membro della Rock and Roll Hall of Fame, nonché attivista di Patriotic Millionaires) esprime il suo punto di vista su uno dei temi più pressanti che il G20 dovrà affrontare.

La prossima settimana si terrà la riunione dei capi di stato del G20. È la prima volta che i leader delle grandi economie si riuniscono quest’anno ed è anche la prima dalla rielezione di Donald Trump.

È un evento importante per tutti i leader e lo è ancora di più per via dell’impegno preso a luglio dai ministri delle finanze del gruppo di «cooperare sul tema della tassazione degli individui con un patrimonio netto elevatissimo». L’impegno ha rappresentato un enorme passo avanti nello sforzo di assicurarsi che non si lascino accumulare ai super ricchi sempre più soldi, influenza e potere. Per la prima volta in un comunicato del G20 si è parlato di ricchezza individuale come problema da gestire. Rinnovare l’impegno in questo senso è più importante che mai.

È passata una settimana dalle elezioni americane che hanno segnato una brutta sconfitta per i Democratici e una vittoria senza precedenti per i Repubblicani. Anche se il Presidente designato Trump è stato eletto democraticamente, il processo con cui è si arrivati a questo risultato non riflette in alcun modo il principio della parità di influenza. Deve essere ben chiaro a tutti che la democrazia attuale è tutt’altro che equa.

Le grandi ricchezze hanno giocato un ruolo fondamentale nell’indirizzare le scelte politiche, nella pubblicità e nel controllo dei media negli Stati Uniti, come avviene ormai quasi ovunque. Sono cose che contano quando si tratta di orientare la percezione dell’elettorato e quindi il voto. Prendiamo, per esempio, uno dei maggiori finanziatori della campagna elettorale di Trump, Elon Musk. Oltre a detenere un enorme potere politico grazie ai grossi contratti governativi delle sue aziende, possiede uno dei più grandi social al mondo che gli dà modo di controllare ciò che viene pubblicizzato e le opinioni rilevanti. Musk è un multimiliardario che, a quanto pare, ha visto la sua ricchezza aumentare di 26 miliardi di dollari dopo le elezioni. La sua vera ricompensa sarà un posto nella squadra di governo da cui potrà esercitare un potere ancora maggiore, molto probabilmente a vantaggio suo e di altri ultra ricchi come lui. La ricchezza non è una questione di valore, è una questione di controllo.

Ma il ruolo più importante che la ricchezza estrema svolge è quello di alimentare la crescente disuguaglianza in tutti i Paesi, Stati Uniti compresi. Non dovrebbe sfuggirci l’ironia del fatto che un’élite sempre più ricca è salita al potere (di nuovo) con un messaggio di cambiamento indirizzato alla gente comune. I nostri politici, decennio dopo decennio, hanno per lo più ignorato l’esperienza quotidiana della gente comune, non intervenendo in modo fermo sull’economia, ma concentrandosi sul PIL e sulla crescita come misura del successo. Questo non piace e non piacerà a chi vede la propria fetta di torta ridursi sempre più. I governi che credono in questa politica, coi milionari e i mercati che danno loro una pacca sulla spalla, sono chiaramente inadatti a svolgere il loro lavoro.

La disuguaglianza è una questione importante per i nostri Paesi e la ricchezza estrema rappresenta un problema per tutti. Le nostre economie e le nostre politiche hanno bisogno di essere riequilibrate. Esistono diverse soluzioni, ma la più semplice ed efficace è tassare i super ricchi. Sondaggi su sondaggi dimostrano che l’opinione pubblica è a favore. Gli economisti sanno che è necessario. Ci sono milionari come me che lo desiderano. Ecco perché sto partecipando a un movimento globale per ricordare ai capi di stato del G20 che devono assumersi l’impegno di tassare i ricconi. Nel video Say It With Me ci sono persone di tutto il mondo che dicono la stessa cosa: è ora di tassare i super ricchi.

Se potessi chiedere una sola cosa alle 20 persone che si riuniranno a Rio, sarebbe questa: impegnatevi, ora, a tassare i super ricchi. Prendete il toro per le corna e affrontate la disuguaglianza economica. Non è un’idea rivoluzionaria, è solo buon senso. Se non lo fate, ci ritroveremo in balìa dei capricci di pochi megalomani che si travestono da difensori del popolo e che corrompono le nostre democrazie per fare i propri interessi. È una vostra responsabilità, è una vostra scelta. Fate quella giusta.

Da Rolling Stone US.

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