Brunori Sas a Sanremo 2025: l’ironia, l’introspezione e «le sporcature che servono» alla musica | Rolling Stone Italia
Quanto manca al Festival?

Brunori Sas a Sanremo 2025: l’ironia, l’introspezione e «le sporcature che servono» alla musica

Il cantautore racconta il suo primo Festival e l’album ‘L’albero delle noci’, una celebrazione delle radici e della famiglia, tra ironia e verità. A giugno il concerto al Circo Massimo: «Se andrà male, pagheremo dei figuranti per riempire i posti vuoti»

Brunori Sas a Sanremo 2025: l’ironia, l’introspezione e «le sporcature che servono» alla musica

Brunori Sas

Foto: Toni Thorimbert

Brunori Sas è tornato per raccontarci le sue prime volte: il primo Sanremo, il suo primo disco che si intitola come una canzone, il primo Circo Massimo il prossimo 18 giugno, la prima famiglia dopo che «ho messo la testa a posto» e la prima figlia, Fiammetta, alla quale ha dedicato un pezzo. Si è commosso mentre lo registrava e ha deciso di tenere quella versione così sincera.

Alla presentazione del nuovo album L’albero delle noci, il cantautore ha mescolato come sempre ironia, introspezione e qualche accenno al Festival dove porterà la title track del disco in uscita il 14 febbraio. «L’albero delle noci sta davanti casa mia. Lo osservo sempre quando mi frulla qualcosa in testa. Mi sembrava doveroso tributargli una canzone». La canzone affronta temi universali come l’amore incondizionato, l’inquietudine delle partenze e il legame con la terra, il tutto raccontato con l’autenticità che lo contraddistingue attraverso l’esperienza di genitore.

L’album, prodotto con Riccardo Sinigallia, segna una nuova tappa nel suo percorso, 10 tracce che fondono sonorità tradizionali e contaminazioni contemporanee. «Abbiamo esplorato dall’elettronica alla musica africana, provando anche boiate pazzesche». Obiettivo: mantenere la spontaneità. «Alcune tracce sono rimaste registrazioni fatte al cellulare, perché rifarle avrebbe tolto loro l’anima». Un po’ tutto il disco sarà di canzoni «con musica suonata e le sporcature che servono». Questo grazie al produttore, che lo ha spinto fuori dalla comfort zone: «Andiamo avanti con coraggio, mi diceva. Voleva che uscisse qualcosa di autentico e che potesse arrivare persino a chi ascolta Kid Yugi».

«Un artista deve affrontare anche quel che non gli piace», dice Brunori quando gli viene chiesto delle polemiche legate ai testi violenti o sessisti di rapper e trapper. E aggiunge su quelli di Tony Effe: «Io ascoltavo Marilyn Manson e non facevo i riti satanici. I miei nipoti lo ascoltano e prendono ciò che dice come se fosse fiction. Bisogna stare attenti al linguaggio, ma facciamo attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca». Anzi, anticipa che anche il suo pezzo al Festival sarà lontano dalla retorica e pieno di quella verità cruda che ha imparato ad abbracciare. Perché ormai si dice sicuro, ironizzando, anche della vittoria e del successivo approdo all’Eurofestival: «Sono pronto, accenti calabresi inclusi», e ha mostrato ai presenti un video in cui parla in inglese maccheronico. «Il vero motivo di questa mia partecipazione è far parte del FantaSanremo» e che, a parte se stesso, tifa per un altro artista: «Lucio Corsi, un poeta, non uno che lo fa, ma uno che è quello che canta». E in vena di ironie, anticipa (per scherzo) con chi farà il duetto: «Con Mike Tyson, vista la sua passione per i piccioni canteremo Vola colomba».

Il 2025 di Brunori, non si ferma qui. Il tour nei palasport di marzo culminerà con un evento che per il suo percorso artistico sembrava difficile da realizzare: il 18 giugno si esibirà al Circo Massimo di Roma accompagnato da un’orchestra. «Un sogno che si avvera». I biglietti saranno disponibili dal 13 gennaio, c’è grande ottimismo. E se non dovesse riuscire a riempirlo? Ha già la soluzione: «Con i soldi raccolti dai biglietti venduti pagheremo dei figuranti per riempire i posti vuoti». Insomma, Brunori è pronto a regalarci un anno di musica e simpatia. E chissà, magari un Sanremo da ricordare.

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