Una versione supereccitante di Let’s Go Crazy? C’è. Una scenografia che ricorda il First Avenue di Minneapolis? C’è pure questa. La scena in cui una donna viene gettata in un bidone della spazzatura? E le battutacce da rimorchio? Ecco, queste sono tutte da confermare.
All’inizio di quest’anno è stato annunciato il progetto di un musical basato sul film e sull’album di Prince Purple Rain. Andrà in scena nella prossima primavera allo State Theatre di Minneapolis, con l’idea che possa un giorno arrivare a Broadway. Sono anni che stanno lavorando alla produzione dello spettacolo. In occasione del 40° anniversario dell’album e del ritorno del film in estate nelle sale americane, trapelano finalmente alcune informazioni. I creativi che ci stanno lavorando ci hanno raccontato le sfide che devono affrontare per trasformare uno dei momenti apicali della carriera di Prince in un musical: dal casting per il ruolo principale alle scene del film che oggi potrebbero essere considerate nel migliore dei casi superate, se non inappropriate.
«Dobbiamo essere all’altezza della grandezza dell’opera e far sì che sia vibrante oggi come allora», dice la regista Lileana Blain-Cruz. «È una sfida eccitante. Se sono un po’ spaventata? Ovviamente sì. Sento la responsabilità di trasmettere le emozioni di quando Purple Rain è uscito la prima volta».
Il batterista dei Revolution Bobby Z, alias Bobby Rivkin, ha sentito parlare per la prima volta di una versione teatrale di Purple Rain anni fa. Dice che il suo boss amava il musical e racconta l’emozione provata da Prince dopo aver visto Rent e Hamilton. «Magari eravamo in studio e se ne usciva con un “questo progetto dovremmo portarlo a Broadway”. Non che pensasse di farlo da solo, è un lavoro diverso dal suo, ma si accendeva alla sola idea, il che mi fa pensare che sia possibile portare avanti con Purple Rain il suo spirito creativo».
La produzione teatrale ha preso il via poco prima della pandemia, quando il produttore del film Orin Wolf (coinvolto anche nei musical Beautiful di Carole King e Illinoise di Sufjan Stevens) ha iniziato a trattare con chi gestisce il patrimonio di Prince. Dopo aver ottenuto i diritti per il film e la musica, ha ingaggiato il drammaturgo Branden Jacobs-Jenkins (Appropriate), Blain-Cruz e il music supervisor Jason Michael Webb (che ha lavorato sul musical MJ su Michael Jackson). Ha tirato dentro anche Bobby Z e Morris Hayes, il tastierista di Prince, per arricchire il musical restando fedeli alle parti originali.
Purple Rain, dice Wolf, si atterrà strettamente alla struttura del film del 1984 raccontando la storia di Kid, musicista di Minneapolis tormentato da un padre violento, da un rivale spietato, da attriti all’interno della band e dalle sue stesse emozioni. «Non vogliamo stravolgere il film. Parliamo del First Avenue, di Kid che affronta i suoi demoni, della musica che suona e dei problemi che ha coi Revolution. Tutti questi personaggi saranno presenti e sono tutti basati su quelli esistenti».
È passato così tanto tempo da quando il film è uscito che Jacobs-Jenkins, nato proprio nel 1984, non aveva mai visto Purple Rain prima che venisse ventilata l’idea di trarne spettacolo teatrale. Quando lo ha fatto è rimasto colpito dalla presenza scenica del musicista durante la controversa Darling Nikki: «C’era qualcosa nella sua performance e in quel numero in particolare che m’ha fatto capire che Prince era un genio del palcoscenico. M’ha fatto venire voglia di vedere quella scena rifatta dal vivo, a teatro, e quando viene questa voglia per me è sempre un buon segno».
Il drammaturgo si è immerso nella sceneggiatura del film e nelle «nove pagine di quaderno scritte fitte a mano». Si riferisce alle pagine autografe in cui Prince descriveva il film e le sue origini. Jacobs-Jenkins pensa che il film di Purple Rain sia stato realizzato seguendo in parte le regole tipiche dei musical. «Ha scritto canzoni per sé, Apollonia 6 e Dez Dickerson, proprio come avviene nel teatro musicale. Per farlo devi essere in grado di interpretare più voci. E quando lo fai, crei un mondo pieno di personaggi e conflitti. Sono convinto che stesse realizzando un musical, anche se magari non ne era cosciente».
Il musical sarà leggermente diverso dal film, ci saranno scene più lunghe. Alcune sono state scritte ex novo per approfondire la storia di alcuni personaggi chiave. «Ci stiamo concentrando sui personaggi femminili», spiega Wolf. «Prince era un gran sostenitore delle donne della sua vita, quindi vogliamo dare ad Apollonia molta più autonomia e sottolineare l’importanza e la forza di Wendy & Lisa. Grazie a Branden, questi personaggi hanno ora un po’ più di spessore».
Jacobs-Jenkins vuole approfondire la tensione tra i Revolution e renderla in modo diverso da come viene raccontata nel film. «Forse sono state alcune scelte di montaggio», dice Jenkins, «ma voglio capire cosa possiamo fare per rendere onore alla visione di Prince, e questo significa dare maggiore profondità ad alcuni personaggi».
Siccome l’album è composto da sole nove canzoni, al team musicale è stato dato il permesso di scavare nel catalogo di Prince per aggiungere nuovo materiale, se possibile appartenente alla stessa epoca. Non è stata ancora definita la lista delle canzoni che saranno eseguite sul palco, ma è possibile che si finisca per ascoltare pezzi meno conosciuti di Prince, inediti o canzoni dei Time e delle Apollonia 6. «Abbiamo la possibilità di aggiungere altre canzoni e immergerci nelle musiche create da Prince per raccontare le storie in maniera diversa. E piazzare delle Easter Eggs per i fan che conoscono alla grande il repertorio di Prince», dice Webb.
In quanto alle scenografie, Blain-Cruz vuole mettere in scena il First Avenue e la camera da letto di Kid e sta spingendo per avere la moto sul palco perché rappresenta una parte importante del film, che sia fattibile o meno. «Sì! Lo dico ad alta voce a Rolling Stone: vedremò se la spunterò, ma voglio la moto».
Non si sa se e quanto i dialoghi del musical saranno fedeli a quelli del film. Jacobs-Jenkins scherza sul fatto che una delle battute di Morris Day rivolte ad Apollonia, «ho un letto ad acqua in ottone!», potrebbe essere eliminata. «Qualcuno oggi lo sa cos’erano i letti ad acqua? Abbiamo visto il film insieme un paio di volte chiedendoci se questa o quella scena potrebbero funzionare ancora oggi. È questa qua per me la parte più divertente».
Una delle sfide maggiori consiste nella riproposizione di alcune scene in cui è protagonista Kid, per via del suo carattere. Nel film Kid definisce stupida la musica proposta da Wendy & Lisa e si rifiuta inizialmente di suonarla. In un’altra scena schiaffeggia Apollonia quando lei gli dice che potrebbe accettare di lavorare col rivale Morris Day. In una terza scena è il personaggio di Jerome a comportarsi in modo violento, gettando una donna in un cassonetto contro la sua volontà. Per Jacobs-Jenkins, una delle sfide, come del resto succede in qualsiasi adattamento, «consiste nel chiedersi costantemente: se togliessi questa cosa, smetterebbe di essere Purple Rain?».
Quindi, quante di queste scene verranno tagliate? «Dobbiamo ancora rispondere a questa domanda», dice Jacobs-Jenkins. «In quanto scrittore, una delle cose più fastidiose che succedono è quando ti dicono che un certo personaggio è sgradevole. Io dico: aspetta un attimo, guarda il film, è la storia di un giovane incasinato che sta cercando di migliorarsi. È la storia di uno che lotta e quindi fa cose che magari risultano sgradevoli. È una vicenda complessa».
Secondo Wolf, «il protagonista ha un lato oscuro. Prince si stata interrogando su come i giovani artisti affrontano le complicazioni della vita. Non sto cercando di indorare la pillola, ci sono aspetti di Kid che sono veramente tosti».
Non è stato ancora scelto l’interprete di Kid/Prince. Secondo Blain-Cruz, il direttore del casting ha visto migliaia di candidati. Wolf non vuole ingaggiare una megastar in modo tale che il pubblico si concentri sul personaggio di Kid e non su Prince.
E insomma, sarà un anno bello impegnativo quello che separa il team di Purple Rain dalla prima del musical, coi fan di Prince che commenteranno ogni singola indiscrezione sullo show. «Ci rivediamo fra tre mesi», dice Jacobs-Jenkins ridacchiando in modo nervoso, «quando ormai avremo perso tutti i capelli».
Da Rolling Stone US.