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Cosa vuole fare Lourdes Leon da grande?

La “figlia di”, quella con mamma (Madonna) e primi fidanzatini (Timothée Chalamet) famosi. Ma anche la modella per brand übercool, il simbolo della body positivity e, oggi, la cantante che si fa chiamare Lolahol. E che osa citare mammà

Foto: Angela Weiss/AFP via Getty Images

C’è un’intervista strepitosa di Madonna a 60 Minutes, programma longevo e di grande successo della CBS, che vale la pena rivedere per diversi motivi: Madonna ha un look pazzesco che sembra uscito ieri dalle passerelle, anche se siamo nel 1999; nel primo minuto e mezzo fa i capricci perché non è a suo agio prima con la poltrona in pelle su cui siede, che fa cambiare, poi con la videocamera in alto che, a detta di lei, la fa sembrare midgy, minuscola come un moscerino. L’intervistatore Charlie Rose non fa una piega (un quarto di secolo fa eravamo tutti più rilassati di Ashley Graham che intervista Hugh Grant?), neanche quando Madonna dice che le è passata la voglia di fare l’intervista.

A metterla a suo agio arriverà, in braccio alla tata (o a una delle), la piccola Lola, che appare però con il volto offuscato per volontà della mamma (sono forse questi pochi minuti un trattato contemporaneo sulla maternità?). Lola ha solo quattro anni, ma è già famosa in tutto il mondo per essere la primogenita di Madonna. O meglio, la figlia che Madonna ha avuto con Carlos Leon, ballerino e personal trainer semi-sconosciuto, di cui perderemo le tracce poco dopo la rottura e che oggi ricordiamo solo per essere il padre di e l’ex di.

Questo però non vuole essere un articolo sulla signora Ciccone, ma su Lourdes Maria “Lola” Ciccone Leon, ovvero colei che ne ha ereditato il sangue blu. La discendente diretta della monarca del pop alla quale, nell’album migliore della sua carriera, dedica un brano in cui la invita a brillare più di tutte le altre stelle. Gliel’ha dedicata, la mamma, anche sul palco della O2 Arena di Londra durante la prima data del Celebration Tour, per essere poi raggiunta dalla figlia (anzi, dalle figlie) per il numero di Vogue. Si fa tutto in famiglia.

Oggi, si capisce, Lola la sta prendendo in parola, pur essendosi tenuta defilata per molto tempo. È vero, l’abbiamo vista, damigella, aprire la storica esibizione di Madonna ai VMAs del 2003. L’abbiamo invidiata in alcuni servizi fotografici con mamma e fratello Rocco, o paparazzata in abiti stilosissimi e costosissimi. Sappiamo che ha frequentato il Lycée Français Charles de Gaulle di South Kensington a Londra (proprio qualche giorno fa Madonna ha pubblicato un video su Instagram in cui si vede la piccina, che sabato ha compiuto 27 anni, parlare francese) e poi il Fiorello H. LaGuardia High School of Music & Art and Performing Arts dove, molti anni dopo, confesserà di aver conosciuto il suo primo fidanzato, un certo Timothée Chalamet.

Dopo, continuerà gli studi per diventare ballerina professionista prima all’Università del Michigan, la stessa frequentata all’epoca da mamma Madonna, poi al Purchase College di New York, quello famoso per il telefilm Saranno famosi. In mezzo, le apparizioni nella versione alternativa del video di Celebration e in un paio di performance live (sempre sotto l’egida materna). Ma noi eravamo tutti lì, in attesa, a chiederci: che cosa farà Lola da grande?

Poi arriva il 2016 e Stella McCartney lancia un nuovo profumo, POP. Nella campagna fotografica, scattata da Glen Luchford, insieme a Grimes, Amandla Stenberg e Kenya Kinski Jones, c’è una ragazza con i capelli glicine e le sopracciglia familiari: la riconosciamo subito, è Lola Leon. «Tutta la mamma», diremo a cena e nelle chat di WhatsApp.

Alla campagna per Stella, seguono quelle per Marc Jacobs, Miu Miu, Calvin Klein, Tom Ford, Burberry, Mugler. È tra le modelle e muse di Savage X Fenty, al Met Gala del 2021 si parla delle sue ascelle non depilate sotto l’hashtag #bodyhairpositive.

Appare sulla copertina del numero di settembre di Vogue America, che celebra le modelle che stanno cambiano l’industria della moda, insieme a Anok Yai, Ariel Nicholson, Bella Hadid, Kaia Gerber, Precious Lee, Sherry Shi, e Yumi Nu. Si dibatte su diversity, inclusione, abbattimento degli stereotipi. È Zeitgeist in purezza. Nell’intervista, tra le altre cose, la ragazza ci tiene a ribadire che non è una “figlia di” ricca e senza talento, ma che tutto quello che ha se l’è guadagnato da sola. Diremo di nuovo: è tutta la mamma, stessa tigna.

Ci consoliamo, quindi, sapendo che Lola ha trovato la sua strada. Poi nel 2022 esce Lock&Key. È il suo esordio nella musica, sotto lo pseudonimo di Lolahol. Ah, ma quindi sa anche cantare (in realtà, la stessa lo aveva ammesso in un’intervista con Debi Mazar, «che l’ha vista crescere», pur mentendoci quando diceva che non aveva intenzione di seguire questa carriera).

Il singolo Lock&Key anticipa l’ep GO, composto da cinque tracce prodotte da Eartheater. Le sonorità spaziano dall’ambiance all’elettronica sperimentale e al trip hop, la voce di Lola è sussurrata, sembra arrivare da un pianeta lontano. Ricordano molto la musica che Madonna produce (e ascolta) quando la portava in pancia. Una coincidenza? È metafora di qualcosa? È transfert? È il grembo materno da cui vuole – ma fa fatica a – uscire?

Giovedì scorso è uscito a sorpresa un nuovo singolo di Lolahol, Spelling. Il video è ispirato a Frozen: ci sono il dobermann, la levitazione, le atmosfere dark, l’henné sulle mani, il vestito che si allarga a macchia di Rorschach. Autocitazionismo in famiglia, insomma. Chissà che cosa direbbe Sigmund Freud se avesse un profilo Instagram.

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