Deryck Whibley ha raccontato gli abusi che ha subito per mano del primo manager dei Sum 41. Nella sua autobiografia Walking Disaster: My Life Through Heaven and Hell, che esce oggi in lingua inglese, il frontman dei Sum 41 dice di essere stato adescato e abusato sessualmente e verbalmente da Greig Nori durante le prime fasi della sua carriera.
«Ho sempre pensato che mi sarei portato questo segreto nella tomba», racconta Whibley a Rolling Stone. «Quando ho iniziato a scrivere il libro, mi sono detto che non potevo non essere onesto».
Whibley racconta che i Sum 41 hanno iniziato a lavorare con Nori quando lui aveva appena 16 anni e il frontman di canadesi Treble Charger 34. Il manager sarebbe stata la prima persona a far bere degli alcolici a lui e ai compagni della band. Nori è poi passato dall’essere un mentore a un capo autoritario e violento.
Durante un rave Nori avrebbe chiesto a Whibley, che all’epoca aveva 18 anni, di andare in bagno per prendere ecstasy con lui. Lì dentro, lo ha baciato «appassionatamente». Whibley è rimasto spiazzato, Nori diceva di non aver mai provato attrazione per persone dello stesso sesso, e che quello che era successo «era una cosa speciale». Col passare del tempo il cantante dei Sum 41 ha cercato di tenersi alla larga dall’ex manager, che gli rinfacciava l’aiuto dato a inizio carriera.
Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, gli incontri sessuali si sono conclusi dopo che un amico comune ha scoperto tutto. Nori avrebbe continuato a essere violento nei confronti del gruppo, costringendo i musicisti a concedergli la firma di alcune canzoni e a non esaudire altre richieste. La band lo ha licenziato nel 2005. Da allora Whibley non gli ha più parlato.
«Mi son chiesto: ne parlo? E come potrei non parlarne?», spiega il cantante a Rolling Stone. «Mentirei se non lo facessi». Nori non ha ancora risposto alla richiesta di commento.
Solo dopo essersi legato sentimentalmente ad Avril Lavigne il frontman dei Sum 41 si è reso conto di avere subito degli abusi. «Ha abusato sessualmente di te, questo è un abuso», gli ha detto Avril.
«Per un lungo periodo della mia vita non ci ho più pensavo, era un meccanismo di autodifesa», racconta Whibley. «Ho capito più tardi che non volevo pensarci, non volevo sentirmi una vittima».
«È la prima volta che affronto la cosa e non so che pensare. Mi ha manipolato, ma non me ne rendevo conto. Me ne sono reso conto quando ho raggiunto la sua età e ho capito che puoi manipolare un sedicenne».
Whibley ha anche detto al Times che Nori cercava di allontanare i suoi genitori e quelli dei suoi compagni di band. «Ha tutto più senso adesso. Sapeva che avrebbero iniziato a sospettare di qualcosa. Diceva sempre che non puoi continuare ad avere un rapporto coi tuoi genitori e contemporaneamente stare in una rock band, che farlo avrebbe danneggiato la carriera».
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Da Rolling Stone US.