‘È inutile parlare d’amore’: Paolo Benvegnù racconta il nuovo album canzone per canzone | Rolling Stone Italia
Soggetto X e Soggetto Y

‘È inutile parlare d’amore’: Paolo Benvegnù racconta il nuovo album canzone per canzone

Lo sguardo degli altri, l’educazione sentimentale, l’indifferenza, la rivoluzione femminile, il desiderio, la felicità. E una canzone per i mediocri di ogni tempo: tutti noi. «Sentirsi vivi costa»

‘È inutile parlare d’amore’: Paolo Benvegnù racconta il nuovo album canzone per canzone

Paolo Benvegnù

Foto: Mauro Talamonti

È uscito È inutile parlare d’amore, il nuovo album di Paolo Benvegnù, cantautore di culto, tra i veterani della canzone figlia del rock alternativo anni ’90. «È un disco che indaga sulla potenza dell’immaginazione, dell’istinto, del pre-pensiero, dell’accudimento verso l’altro che sono presenti in tutti gli esseri umani», spiega Benevegnù. A questo link la nostra intervista più recente. Qui sotto, invece, il musicista racconta le 12 canzoni del disco come pagine di un romanzo sul presente o come una sceneggiatura.

Tecnica e simbolica

Tecnica e simbolica

ESTERNO GIORNO. AL TRAMONTO. UNA SPIAGGIA AFFOLLATA. MACCHINA A PIOVERE DALL’ALTO. PIANO SEQUENZA DI DIVERSI MINUTI.
La prima domanda di un infante è: «Madre, padre. Mi puoi perdere?». Ovvero. Sopravviveresti alla mia scomparsa? L’effetto di questa domanda è un meccanismo legato al «Guardami, tu, apprezzami. Dimmi che non puoi fare a meno di me». Pensandoci bene, è esattamente il meccanismo che la tecnologia ci mette a disposizione attraverso le applicazioni di socializzazione. Così ci si rivolge allo sguardo esterno. Lo sguardo esterno diventa l’unico interlocutore. Se nessuno guarda, la vita non esiste, non è utile. Ed è un costante naufragio. E allora, forse servirebbe, nel pericolo, ricominciare da capo. E come orizzonte, avere solo le stelle.
ESTERNO NOTTE. LA MACCHINA SCENDE A TERRA. SI FERMA. UN FUOCO. DUE CORPI.

L’oceano (feat. Brunori Sas)

INTERNO NOTTE. IL SOGGETTO X, IN UNO SGABUZZINO, LEGGE. IL SOGGETTO Y, IN UNA CASA AMPIA, CON VETRATE, GUARDA FUORI, RIFLESSO.
Lo scostamento. La differenza. La diffidenza. La difficoltà di mescolarsi. Eppure gli esseri umani sono una cosa sola in pulsione, potenzialità, valore di partenza. La consapevolezza negata di una possibilità comune, il timore, il destino come epicentro di sventura. Ma, di fatto, la vita di ognuno, potrebbe essere una miracolosa avventura. Dipende dallo sguardo. Soggettivo. Di massa. Non serve allontanare il dolore, ghettizzare l’infelicità, colpevolizzare la fatica. Sentirsi vivi costa. Immagina quanto sarebbe bello. Sentirsi parte di un oceano, senza alcun dovere. Essere un oceano che fa l’oceano, senza bene e senza male.
ESTERNO NOTTE. LA MACCHINA ESCE, TROVA UN BAR APERTO, VETRATE AMPIE, SOLO DUE AVVENTORI. PPP SU UNA DONNA CHE GUARDA FUORI.

Pescatori di perle

Pescatori di perle

ESTERNO GIORNO. IL SOGGETTO X RIPARA UNA AUTOMOBILE IN UN CORTILE. MACCHINA SULLE MANI SPORCHE, UTENSILI, PEZZI DI RICAMBIO.
Il vero proposito è il risveglio. Per i funamboli, per i poeti, per i mistici. Ma dovrebbe esserlo per tutti.
Un risveglio del sentire, una nuova educazione sentimentale. Una vera valutazione del miracolo che la vita è ogni giorno, ogni istante.
Il candore di chi scopre nuove intuizioni solo per donarle, per aiutare il risveglio di tutti, cercando solo una carezza, un abbraccio. Come un bambino che non vuole niente. Solo qualche sorriso.
ESTERNO GIORNO. LA MACCHINA STACCA DAL SOGGETTO X. SEGUE UNA CORSA DI BAMBINI. SI FERMA DAVANTI ALL’ULTIMA CABINA TELEFONICA.

Marlene Dietrich

INTERNO GIORNO. PIANO SEQUENZA IN UNA BIBLIOTECA. STUDENTI SCRIVONO. SORRIDONO. SI SFIORANO. UN UOMO BEVE UN CAFFÈ.
La storia degli esseri umani. Millenni di vessazioni nei confronti del femminile. Eppure è il femminile che crea e mantiene la specie e la procrastina nel tempo.
Credo in una rivoluzione al femminile, dove eventualmente si possa ipotizzare una liberazione anche decisa dal giogo dominante. Attraverso la grazia, la forza e l’immaginazione delle madri.
Credo nel femminile. Portatore di vita, di protezione, di accoglienza, di giustezza.
INTERNO GIORNO: IL SOGGETTO Y, IN CASA, SCRIVE A MANO SU UN QUADERNO AZZURRO.

Il nostro amore indifferente

Il nostro amore indifferente

ESTERNO NOTTE: SUL CAVALCAVIA DI UN AUTOSTRADA. AUTOMOBILI, AUTOARTICOLATI CHE PASSANO, SI PERDONO, RIPASSANO.
Perdersi altrove, perché il qui e ora è diventato insostenibile. Si vive indifferentemente, si sopravvive, non si Sente più nulla. Allora, si allontana la realtà, la si modifica secondo il proprio sguardo. Come chi si chiede dove è stato per tutta la vita. Perché sente di non avere mai vissuto veramente. Le infinite sfumature nel rapporto tra il reale e l’immaginato. INTERNO NOTTE: IL SOGGETTO X, IN AUTO, ASCOLTA MUSICA DALL’AUTORADIO.

27/12 (feat. Neri Marcorè)

Paolo Benvegnù - 27/12 (Visual)

ESTERNO GIORNO. PIOVE. SOGGETTIVA SU DI UN PAESE DI PROVINCIA. PASSI SPEDITI.
Come il profumo della terra dopo la pioggia. Così si incontrano gli esseri umani. E sono miliardi di storie d’amore quotidiane. Alcune rimangono senza tempo. Per altre, tutto è reale. Ma cosa è davvero reale?
Ciò che vediamo, che tocchiamo, è davvero il reale, oppure è solo una parte, la parte percepita, della realtà?
Quasi tutti gli esseri umani si muovono di giorno e nel visibile. Questo brano è un invito a sporgersi fino al limite tra buio e luce, tra possibile ed impossibile. E a scegliere, ovviamente. Di credere all’impossibile.
ESTERNO GIORNO. PRIMO IMBRUNIRE. CAMPI ESTESISSIMI DI LAVANDA. IN FONDO, IL MARE. SPARUTE LUCI DI DUE PESCHERECCI.

Our Love Song

Paolo Benvegnù - Our love song

INTERNO GIORNO. PIANO SEQUENZA IN UN CENTRO DIREZIONALE IN FEBBRILE ATTIVITÀ. SOGGETTI SI SPOSTANO DI UFFICIO IN UFFICIO.
Ma se bisogna naufragare. Almeno naufragare nei sensi, nell’invisibile, nel non percepibile, nell’indescrivibile.
Così è l’amore. Così è il mondo degli amanti. Con un proprio codice ed un proprio linguaggio diverso per ciascuno, ma anche stilizzato, cruento e dolcissimo, maggiore e minore. Perché se non si riesce a stare bene nel mondo, allora bisogna crearsene uno proprio. E cercare di armonizzare il mondo piccolo ed il mondo grande. Come difesa. Come goccia fondamentale di un oceano in divenire.
INTERNO GIORNO. IN UN AULA SCOLASTICA DI SCUOLA PRIMARIA, IL SOGGETTO Y PARLA AGLI ALUNNI.

Canzoni brutte

ESTERNO GIORNO. MACCHINA IN PIANO SEQUENZA SU UNA CORSA IN CINODROMO. LA MACCHINA SI SOFFERMA SUL SESTO ARRIVATO.
Canzoni brutte è una ammissione disfunzionale, una resa all’improbabile, una vendetta contro il più bravo.
Se è vero che gli esseri umani non sono scatole da valutare solo per prestazione, ma sono corpi e sentimenti in urto, allora questa è l’ammissione di Salieri a Mozart ed al mondo. La rivincita di Robin su Batman, il ghigno beffardo di Minni mentre porta a casa Topolino ubriaco.
Canzoni brutte. Una canzone per poeti minori, per i mediocri di ogni tempo, per gli incapaci di eccellenza.
INTERNO GIORNO. IN UN CORTILE IN TERRA BATTUTA, IL CANE SESTO ARRIVATO VIENE LEGATO ALLA CATENA.

In Der Nicht Sein

ESTERNO GIORNO. SOGGETTO X E SOGGETTO Y CAMMINANO, IN MONTAGNA. SU VERSANTI DIVERSI. NON SI CONOSCONO.
L’essere umano è in relazione al mondo (In der Welt Sein). Allo stato attuale, con il pensiero distorto dagli utensili tecnologici, la scienza e la tecnica utilizzate velocissimamente e senza sviluppo di una intelligenza umana paritetica, la trasformazione dell’umano in figurante antropomorfo, si viene portati a pensare che l’essere umano sia nel nulla da lui creato. (In Der Nicht Sein). Sono considerazioni della metà del Novecento. Ciò che venne visto come un ammonimento pessimistico, si è puntualmente verificato.
Il mondo, l’alterità. È solo rumore di fondo, quando non parla di noi.
INTERNO GIORNO. IN METROPOLITANA, IL SOGGETTO X ED IL SOGGETTO Y NELLA STESSA CARROZZA. NON SI VEDONO.

Libero

INTERNO GIORNO. SOGGETTO X E SOGGETTO Y, IN AMBIENTI DIVERSI, PARLANO A DIVERSI INTERLOCUTORI. LE STESSE PAROLE.
Omero si rivolge agli dei per potere ricostruire una storia. Gli esseri umani potrebbero chiedere ai fiori, risposte sulle proprie domande fondative, ancestrali. Chi sono io? Chi sei tu? Dove siamo stati? Dove andremo?
ESTERNO NOTTE. SOGGETTO X E SOGGETTO Y IN DIVERSE AUTOMOBILI. GUIDANO. SU DIVERSE STRADE. IN DIVERSE CITTÀ.

L’origine del mondo

L'origine del mondo

INTERNO NOTTE. SOGGETTO Y E SOGGETTO X, IN DIVERSI APPARTAMENTI. BEVONO DA UN BICCHIERE. SI PREPARANO PER DORMIRE.
Alle volte il desiderio è anche brutale, bagnato, rigorosamente feroce. Lasciare che si slacci la ragione. E fantasticare oltre ogni limite. Pensarsi tra vittima e carnefice. E nell’esplosione di questi aspetti, come l’universo, diventare originatori di galassie, di stelle nuove. Inconsapevoli e vive. Pulsanti di vitalità estrema. Come fiori che non vogliono morire.
ESTERNO NOTTE. SOGGETTO Y E SOGGETTO X, IN DIVERSI ABITACOLI, GUIDANO, SENZA META PRECISA.

Alla disobbedienza

Alla disobbedienza

ESTERNO GIORNO. ALL’ALBA. SOGGETTO Y E SOGGETTO X NELLO STESSO BAR. FANNO COLAZIONE. SI GUARDANO.
E se stessimo immaginando tutto? E se ciò che vediamo non avesse forma? Oppure avesse una forma diversa da ciò che percepiamo? E se ogni atto che prendiamo fosse inutile? E se non esistesse nulla di utile? E se non esistesse nulla, proprio nulla? E se davvero ogni vita fosse solo una illusione?
E se da questa illusione noi riuscissimo a trarre solo gioia? E se fossimo così stupidi da essere felici? E se la felicità fosse solo gioia di correre? Al netto di risposte inutili. C’è sempre scelta. Ci sei solo tu. La luce e l’ombra.
ESTERNO GIORNO. UN CAVALLO NERO. CAMMINA SULLA SPIAGGIA. SOGGETTO Y E SOGGETTO X, DALL’INTERNO DEL BAR, DAI RISPETTIVI POSTI, GUARDANO IL MARE.

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