È morto Sam Moore del duo Sam and Dave. Aveva 89 anni | Rolling Stone Italia
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È morto Sam Moore del duo Sam and Dave. Aveva 89 anni

La coppia di 'Soul Man' e 'Hold On! I'm Comin' ha contribuito a fare della Stax una delle più grandi e venerate etichette soul di sempre. Ecco la sua storia fatta di trionfi e di scontri col compagno Dave Prater

È morto Sam Moore del duo Sam and Dave. Aveva 89 anni

Sam Moore

Foto: Skip Bolen/Wireimage

Sam Moore del duo soul Sam and Dave è morto venerdì mattina nella sua casa di Coral Gables, Florida. Aveva 89 anni. La conferma arriva da Joyce Moore, sua moglie e manager. Il cantante aveva subito un intervento chirurgico di cui non si conosce la natura all’inizio della settimana. È morto a causa di complicazioni emerse durante la convalescenza.

Sam Moore e Dave Prater hanno contribuito a fare della Stax Records una delle più grandi etichette soul di sempre. In pezzi come Soul Man, Hold On! I’m Comin’, When Something Is Wrong With My Baby e I Take What I Want le loro voci e le loro armonie radicate nel gospel hanno definito un genere. «Sam and Dave sono stati giganteschi per la mia crescita musicale», ha detto Bruce Springsteen a Seth Meyers nel 2022, aggiungendo che Moore era «il più grande cantante soul vivente».

Samuel David Moore nasce a Miami il 12 ottobre 1935. Figlio di un predicatore, inizia a cantare in famiglia. Dirà poi di non avere avuto una vita così tranquilla, essendosi guadagnato da vivere facendo il pappone. «Avevano un po’ tutti quello stile di vita, era ampiamente accettato. Ma non ci guadagnavo molto».

Nel 1961 Moore incontra Prater, originario della Georgia, in un club di Miami, il King of Hearts. I due firmano per la Roulette Records e dopo alcuni singoli così così passano alla Atlantic. Il produttore Jerry Wexler li trova adatti alla Stax di Memphis, che Atlantic sta distribuendo.

L’idea dà buoni frutti. Il primo singolo del duo You Don’t Know Like I Know esce per la Stax nell’autunno del 1965 e dà il via a una lunga serie di successi. Lavorando con autori come Isaac Hayes e David Porter, e spesso con Booker T. and the MG’s come band di supporto, Sam and Dave diventano uno dei nomi grossi della Stax. Moore è lo showman, Prater si ritaglia un ruolo secondario e più discreto. Nel 1968, Soul Man vince un Grammy. Sarà incluso da Rolling Stone US nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.

Il viaggio del duo non è privo di scossoni. Nel 1968, Prater spara alla moglie durante una lite. «Dopo quell’episodio ho detto a Dave: senti, posso continuare a cantare con te, ma non ti rivolgerò mai più la parola», ricordava Moore in un’intervista concessa all’Independent nel 2002. Il duo si scioglie nel 1970 per poi ricostituirsi dopo che il progetto del primo album solista di Moore viene accantonato a causa della morte del produttore King Curtis.

Moore ha dovuto fare i conti con problemi di cocaina ed eroina. Come ha raccontato al SFGate nel 2002, «quelli della casa discografica mi dicevano che nessuno voleva ascoltarmi senza Dave. Non potevo permettermi economicamente di non tornare con lui» I due hanno lavorato insieme a intermittenza per tutti gli anni ’70, ma senza alcun rapporto personale: «Per 12 anni abbiamo lavorato insieme, ma facevamo vite completamente separate».

Moore ha un’altra possibilità di tornare sotto i riflettori nel 1978, quando John Belushi e Dan Aykroyd rifanno Soul Man come Blues Brothers. Moore nutriva sentimenti contrastanti sul remake. «Da un lato, è stato un bene per noi, dall’altro un peso. Magari un giorno qualcuno finalmente dirà: erano Sam and Dave a cantare, non John e Danny».

Grazie ai Blues Brothers, però, Sam and Dave si riuniscono e continuano a lavorare fino al 1981, quando si separano di nuovo. Moore annuncia di essersi liberato dalla droga nel 1983, mentre Prater, con gravi problemi di abuso di sostanze, muore in un incidente d’auto nel 1988. Nel frattempo Prater ha reclutato un diverso “Sam” per esibirsi come Sam and Dave negli anni ’80. La moglie di Moore, Joyce, fonda gli Artists & Others Against Imposters per monitorare esibizioni di quel tipo.

Come ha detto Moore al SFGate,«quando ho lasciato [Prater] nel 1981, gli ho detto che volevo smetterla con quella roba e che avremmo potuto esibirci in qualche occasione speciale. Ma lui era così ferito che è andato a prendere un impostore per esibirsi come Sam and Dave. Si è sparsa la voce che ero morto o che avevo un cancro alla gola o che mi ero ritirato. Da quel momento fino alla sua morte nel 1988 non gli ho più parlato».

Nel 1981 Moore sposa Joyce McRae, che diventa la sua manager e ne ravviva la carriera. Il cantante lavora regolarmente nei decenni successivi, andando in tour. Nel 1992, Sam and Dave entrano nella Rock and Roll Hall of Fame e in quello stesso anno Moore partecipa come corista all’incisione di alcuni brani di Human Touch di Bruce Springsteen.

Nel 2002 appare nel documentario di D.A. Pennebaker e Chris Hegedus Only the Strong Survive, che ha rinnovato l’interesse nei confronti di Moore. Il suo album del 2006 Overnight Sensational include contributi di Springsteen, Jon Bon Jovi, Wynonna Judd, Mariah Carey, Steve Winwood, Eric Clapton e Diane Warren. Nello stesso anno, Springsteen, Moore e Irma Thomas cantano In the Midnight Hour ai Grammy, un omaggio alla città di New Orleans. Springsteen richiama Moore per cantare come corista nel suo album di cover R&B e soul Only the Song Survive.

Nel 1988 Moore ha inciso un remake di Soul Man titolandolo Dole Man per supportare il candidato repubblicano alla presidenza Bob Dole. Ha anche protestato per l’uso da parte di Barack Obama di Hold On! I’m Comin’ durante la campagna elettorale del 2012  e ha cantato America the Beautiful all’insediamento di Donald Trump nel 2017. A Tucker Carlson di Fox News, Moore, che in quell’occasione ha sostituito Jennifer Holiday, ha replicato alle critiche: «È sconcertante, non lo conoscete, non ha ancora iniziato il suo mandato».

Moore aveva una sua idea di soul, un’idea che ne guidava la carriera. «Dicono che Keith Sweat e Al B. Sure! e persino Freddie Jackson sono soul. E io rispondo: no signori, vi sbagliate. Soul è James Brown che canta Please Please Me buttandosi in ginocchio. È come stare in chiesa. Ecco, questa è la musica soul».

Da Rolling Stone US.

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