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Ecco come stanno cercando di trasformare la vicenda di Sean “Diddy” Combs in un caso politico

C’entrano un fotomontaggio condiviso da Donald Trump per screditare Kamala Harris e una serie di teorie del complotto circa l’arresto di Puff Daddy e la complicità di un’élite progressista nei suoi crimini

Foto: Kevin Mazur/WireImage

È dall’anno scorso che la stella di Puff Daddy, aka Sean “Diddy” Combs, ha iniziato a tramontare. Prima le accuse di stupro da parte dell’ex Cassie, poi ad aprile Kesha che cambia il testo di Tik Tok così che la prima strofa reciti “fuck P. Diddy” e non “like P. Diddy”. A maggio, lo scoperchiamento di un vaso di Pandora sul passato del guru dell’hip hop, tra accuse, violenze e sparatorie cominciate negli anni ’90.

L’ultimo atto, per ora, è l’arresto di Combs il 16 settembre con le accuse di violenza sessuale e tratta a scopo sessuale (altre, compresa la manipolazione di testimone, si sono aggiunte a ruota). Per la gravità delle accuse e la notorietà del personaggio, la faccenda ha attirato prevedibilmente molto interesse. Qualcuno sta cercando di farne un caso politico.

Se nei giorni scorsi circolavano sui social video e post in cui varie celebrità venivano accostate a Diddy, a mettere il carico ci ha pensato Donald Trump, che tre giorni fa ha pubblicato una vecchia fotografia di Kamala Harris modificata ad arte affinché mostri al suo fianco Combs al posto di Montel Williams, un ex compagno della vicepresidente. I sostenitori del candidato repubblicano hanno scelto ovviamente di ignorare le tante fotografie, quelle sì vere, di Trump con Diddy: sul sito della agenzia fotografica Getty Images, ad esempio, occupano tre pagine. Ma a quel punto la “bestia” si era svegliata e il confine tra realtà e immaginazione era svanito.

Al centro di tutto ci sono i famigerati party di Diddy, i cosiddetti freak offs durante i quali poteva succedere di tutto. Che Diddy si mettesse a versare champagne su due donne quasi del tutto nude, per esempio. O che in giro si vedessero le facce di, tra gli altri, Leonardo Di Caprio, Jennifer Lopez (che ha avuto una relazione con Diddy dal 1999 al 2001), Mariah Carey, Sarah Jessica Parker e Jay-Z. Le storie di party leggendari a base di sesso e droga assumono ora un altro significato.

Chi c’era a quelle feste? Cosa accadeva? Cosa nasconde l’élite del mondo dello spettacolo? Come scrive un’utente di X con la parola “Trump” nel nome, «non credo che si possa essere colpevoli per associazione» con qualcuno che lo è, ma «là dove c’è del fumo c’è del fuoco».

Svanisce il confine tra comportamenti illeciti e leciti ma immorali per gli standard dell’America puritana o finta tale e così vien fuori il racconto dello spacciatore che, scandalizzato, vede due uomini fare sesso nella villa di Diddy. Chi è stato vicino al rapper non è solo colpevole, ma è probabilmente complice di un grande disegno satanista. Il possibile #MeToo della musica, come suggerisce il New York Times, ovvero l’emersione di atteggimenti criminali o tossici in un music business controllato sostanzialmente da uomini, diventa nella versione di troll e attivisti trumpiani l’ultimo chiodo nella bara del progressismo americano.

Uno degli oggetti degli attacchi di una certa galassia complottista è diventato Jay-Z considerato il prossimo vip che finirà nei guai. L’amicizia e la collaborazione che lo legano da tempo con Diddy sono, per certi utenti di X, prove della sua colpevolezza. Più la menzogna è grande, più è presentata in termini di certezza assoluta, come in questo caso:

Qualcuno ha anche tirato fuori la morte avvenuta ad aprile della tiktoker trentaseienne Kyle Marisa Roth, che seguiva da tempo il caso di Diddy. Qualcun altro considera sospetta la scomparsa di Aaron Carter. Carter, la cui label Sony Music Entertainment è parent company dell’etichetta di Combs, la Bad Boy Records, avrebbe partecipato ad alcuni dei freak off di Diddy, dove avrebbe subito violenza sessuale. Sarebbe stato quindi assassinato nel 2022 perché si preparava a denunciare quanto avvenuto (Carter è stato trovato senza vita nella casa in California, un medico legale ha stabilito che si è trattato di morte accidentale).

In questi giorni sono stati ripescati molti video di Justin Bieber, che è stato seguito da Diddy fin da adolescente, nelle fasi di lancio della carriera. Mostrano un Bieber giovanissimo e apparentemente spaesato al fianco di Combs, con quest’ultimo che allude a «divertimenti impensabili» in una 48 ore folle.

Un altro video che è molto girato è quello in cui un Bieber ragazzino si divincola mentre una donna lo sbaciucchia sul palco degli American Music Awards del 2012 e dice che «mi sono sentito violentato». La donna è Jenny McCarthy, ma a quanto pare molti utenti di X preferiscono pensare che sia Pink, che farebbe parte della grande setta satanica di pedofili appartenenti al mondo dello spettacolo che votano per Kamala Harris.

Del culto satanico farebbe parte anche Taylor Swift, che già in passato è stata considerata uno strumento in mano a forze occulte per manipolare le menti degli americani. Incurante del fatto che l’informazione può essere smentita in pochi secondi, c’è chi scrive Swift avrebbe cancellato il suo profilo su X per eliminare ogni prova del suo coivolgimento nella setta di Diddy. La prova della sua complicità nelle violenze? Una foto scattata col rapper ai Video Music Awards del 2023. Il profilo di X di Taylor Swift è ancora lì, coi suoi 95 milioni di follower. Qualcuno segnala che anche Usher avrebbe cancellato tutti i suoi tweet. Al momento il suo profilo è attivo e nell’ultimo tweet afferma che l’account è stato hackerato.

Non è chiaro invece il ruolo assegnato a Kim Kardashian in questo grande complotto: per alcuni, che ripubblicano una sua foto che sarebbe stata scattata a una festa di Diddy, è complice, per altri è una agente sotto copertura chiamata a raccogliere prove contro il rapper e discografico. La parola chiave è rumors, voci. «Ci sono rumors secondo cui…» oppure «Ho sentito che…» sono le formule usate per veicolare le fantasie complottiste.

Un’altra parola chiave di questa vicenda è lista. Esisterebbe infatti una Diddy list che, a seconda delle versioni, è l’elenco dei clienti del cantante, considerati complici dei suoi reati o comunque sospetti, oppure una lista segreta di appartenenti alla setta satanica. È spesso accostata alla lista di Jeffrey Epstein, l’imprenditore americano condannato per reati simili a quelli di cui è accusato Diddy.

A tale proposito, gira molto un video in cui Diddy legge una lista di celebrità, da Oprah Winfrey a Jennifer Lopez. Per i complottisti è l’elenco dei membri della sua setta. Si tratta in realtà di un video del 2020 di aderenti a una iniziativa di beneficenza chiamata Team Love Dance-A-Thon a favore dei lavoratori della sanità.

In mancanza di meglio, viene anche citato e screenshottato un tweet del 2020 in cui Harris ringraziava Diddy per aver presentato un evento chiamato “The State of Black America & Coronavirus” giacché è «fondamentale portare alla ribalta il modo in cui il coronavirus sta perpetuando la disuguaglianza razziale e le disparità sanitarie». Sotto, i commenti postati negli ultimi giorni dai trumpiani che ritengono Harris responsabile della sparizione di oltre 300 mila bambini americani.

Le teorie del complotto non finiscono solo su X. Secondo Maria Bartiromo, giornalista di Fox News, l’arresto di Diddy non sarebbe altro che un modo per distrarre l’opinione pubblica dal fallito attentato a Trump da parte di Ryan Wesley Routh. Per altri, invece, Combs sarebbe stato arrestato non per fargli rispondere dei reati di cui si sarebbe macchiato, ma per far sparire la famosa lista che inchioderebbe le principali celebrità di Hollywood e del mondo della musica. Altri ancora, facendo leva sulla teoria della destra americana secondo cui Michelle Obama sarebbe in realtà un uomo, mettono l’ex First Lady fra i violentatori di Justin Bieber durante i festini del rapper. Non può mancare Hillary Clinton che in quanto senatrice dello Stato di New York ai tempi dei reati non poteva non sapere dei traffici sessuali di Diddy.

La persona che salverà l’America da tante nefandezze è ovviamente Trump. È il sequel del Pizzagate ed è persino più brutto dell’originale.

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