Una decina di giorni fa la canzone più ascoltata al mondo era una plena. L’11 gennaio Debí tirar más fotos, che dà il titolo all’ultimo album di Bad Bunny, era al numero uno nella classifica di Apple Music, il giorno dopo era in vetta alla Global di Spotify. È anche la canzone in lingua spagnola numero uno nel maggior numero di classifiche nazionali della piattaforma svedese. Non male per un pezzo nello stile folk afro-portoricano chiamato plena, un genere sconosciuto alla maggiore parte degli ascoltatori che non hanno famigliarità con l’isola. Persino a Porto Rico non ha mai avuto un successo mainstream. Prima di Debí tirar más fotos nessuna plena era mai entrata in classifica.
Il successo della canzone ha rappresentato una sorpresa anche per Mag, che l’ha prodotta. «Non mi sarei mai aspettato un tale riscontro. Sembra quasi un movimento culturale, è come se il mondo stesse abbracciando noi e tutta quanta Porto Rico, che meraviglia».
È probabile che molta gente che ha spinto DtMF al numero uno neanche sappia che genere di musica sta ascoltando. I visualizers del disco pubblicati su YouTube e annotati da Jorell Meléndez-Badillo spiegano il contesto storico delle musiche. Quello relativo a DtMF, che conta quasi 30 milioni di visualizzazioni, offre una sintesi della storia della plena e della bomba, un genere ad essa attiguo nato a Porto Rico nel contesto delle comunità di schiavi africani. La plena è invece emersa all’incirca un quarto di secolo dopo l’abolizione della schiavitù sull’isola avvenuto nel 1837. A differenza della bomba, la plena prevede parti vocali (e altre differenze relative alla strumentazione), parti che Bad Bunny ha affidato anche ai sobrinos, gli studenti della Escuela Libre de la Música di Porto Rico presenti in vari pezzi del disco.
È vero che Bad Bunny ha mescolato vari generi in passato, ma in Debí tirar más fotos si è dedicato in modo specifico alle tradizioni musicali di Porto Rico meno note come appunto la plena, facendole ascoltare a mezzo mondo, un fatto senza precedenti. «Mi auguro che il successo di quest’album abbia l’effetto di rendere certi suoni folk accettati nel mainstream», dice Jerry Pullés, programmatore di Apple Music. «La gioia trasmessa dal pezzo con gli studenti è contagiosa».
Lo stile predominante nel disco è la salsa, ad esempio nel primo brano NuevaYol, nell’ultimo La Mudanza, e in Baile Inolvidable che è anche il primo pezzo salsa ad arrivare al numero uno della classifica di Apple Music. È musica che affonda le radici nei ritmi afro-caraibici ed è emersa nelle comunità di latinos della New York degli anni ’60, con un’influenza non secondaria degli immigrati portoricani. Negli anni ’70 la salsa ha avuto decisamente più successo di quello che la plena potrebbe mai ottenere.
«Per certi versi», dice Petra Rivera-Rideau, professore associato di American studies al Wellesley College, «la salsa era l’equivalente del reggaeton quand’è apparso». Entrambi gli stili, e la cosa vale anche per la plena, sono stati denigrati all’inizio per via delle origini umili e non bianche.
Ora uno degli artisti più popolari al mondo ha integrato nel suo disco questi stili messi storicamente ai margini e lo ha fatto per trasmettere messaggi politici. Debí tirar más fotos parla del rischio che la cultura e la musica portoricane scompaiano annientate dall’emigrazione e dalla gentrificaizone. A quanto pare gli ascoltatori l’hanno capito. Secondo Maykol Sanchez, Head of Music di Spotify per l’America Latina, la ragione del successo dell’album è l’autenticità. «Schiacci play e capisci subito che Bad Bunny ti sta dicendo qualcosa. Che tu abbia origini latine oppure no, l’album ti arriva perché ha un obiettivo chiaro: rappresentare Porto Rico in modo potente e genuino. Bad Bunny non si limita a celebrare la cultura e la storia del suo popolo, getta anche una luce sul presente».
Anche la ritmata Baile Inolvidable, il pezzo del disco che Bad Bunny preferisce, ha un significato particolare. Nei sei minuti del pezzo l’artista è accompagnato dagli studenti della Escuela Libre de la Música di Porto Rico e dai Pleneros de la Cresta. Per Kacho López-Mari, che ne ha diretto il video, la decisione di includere gli studenti della scuola di musica «è un atto di resistenza e di lotta a favore dell’educazione pubblica, non vogliamo che la Escuela Libre de la Música chiuda».
In autunno, alla vigilia delle elezioni governatoriali portoricane, López-Mari ha diretto uno spot pro istruzione pubblica ideato e sponsorizzato da Bad Bunny. Porto Rico sta attraversando una vera e propria crisi scolastica, negli ultimi dieci anni sono state chiuse più di 600 scuole pubbliche. L’idea di Bad Bunny era quindi puntare il dito contro i politici responsabili della situazione. Lo spot è stato girato davanti alla scuola frequentata dagli studenti di Baile Inolvidable. «Ora quegli studenti sono nella canzone numero uno al mondo. Non si tratta solo di celebrare la musica salsa, ma di schierarsi a favore dell’istruzione pubblica e dare a questi ragazzi la fiducia che Benito ha in loro».
Una fiducia tale da permettere a uno studente di appena 17 anni chiamato Sebastian Torres di registrare un assolo di piano di 30 secondi su Baile Inolvidable. Come ha detto Bad Bunny, «un sacco di ragazzi suonano salsa. A Porto Rico ce ne sono sempre stati e pure a Cuba… Certi artisti si chiudono in un determinato mercato, fanno buona musica, sì, ma non si sente la strada, non si sente l’essenza». Quel mercato, ci ha detto Bad Bunny col suo disco, può essere cambiato e si tratta di un investimento nel futuro dei giovani portoricani che hanno a cuore le tradizioni dell’isola.
In quando a Baile Involvidable, Bad Bunny ha detto che «è un sogno che si avvera visto che quel pezzo mi girava per la testa da molto tempo. Ho sentito quel synth ai tempo di Un verano sin ti e anche se c’era solo il sintetizzatore ho capito subito che si trattava di una salsa». Per Mag, quel synth che va avanti per il primo minuto «ha qualcosa di misterioso e apre le porte alla salsa, è la versione di Benito della salsa». Bad Bunny non è un purista, ma Rivera-Rideau è convinto che il suo stile discenda «dalla plena vecchio stile e difatti lavora con gente che ne ha cuore la storia come Los Pleneros de la Cresta, un gruppo nato per incoraggiare il cambiamento attraverso la musica».
E pensare che Debí tirar más fotos, la canzone, quasi non è entrata nell’album. «Benito era convinto di aver chiuso il disco quindi ci siamno unito alla parrandas (un carosello festoso che si tiene a Porto Rico per le feste, ndr)», ricorda Mag. «Sono tornato in hotel, ma non riuscivo a dormire, mi giravano per la testa i suoni della bomba e della plena. Alle 8 del mattino mi sono chiesto: e se facessimo una plena, ma a modo nostro? Ho spedito un vocale a Benito che mi ha risposto “Eso me gusta mucho”. Siamo andati in studio, abbiamo chiamato gli studenti, abbiamo cantato tutti assieme, cui siamo divertiti a registrare una plena dal vivo, è stato un momento festoso, molto bello. La session migliore che abbia mai fatto».
DtMF è anzitutto un pezzo sulla perdita, un invito ad apprezzare i momenti che si passano con i propri cari finché ci sono (il che si collega ai messaggi dell’album su Porto Rico in via di gentrificazione che rischia di perdere la sua gente e la sua cultura). Ma la canzone riflette anche la complessità, la gioia, l’amore e il dolore della vita nella colonia di Porto Rico.
Portare nel mondo stili musicali portoricani permette a Bad Bunny di amplificare l’invito non solo ad apprezzare, ma anche a preservare la cultura locale e la stessa Porto Rico. «So che queste canzoni stanno già facendo conoscere al mondo i suoni di Porto Rico, che è di per sé una vittoria», dice Mag. «Oltre al reggaeton, ci sono molti altri generi musicali a Porto Rico. Spero che ispiri altri artisti che sono sull’isola e altrove a recuperare la musica e la cultura da cui vengono».
Da Rolling Stone US. Vanessa Díaz è Associate Professor Chicana/o and Latina/o Studies presso la Loyola Marymount University e co-fondatrice del Bad Bunny Syllabus Project.