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Era unica: Keith Richards ricorda Marianne Faithfull

Il chitarrista degli Stones racconta la sua amicizia con l’artista inglese, da ‘As Tears Go By’ all’ultima volta che l’ha vista. «Non c’era modo di spuntarla con lei, ma era anche uno spasso e non era per niente pretenziosa. Mi mancherà»

Foto: Lynn Goldsmith/Corbis/VCG/Getty Images

Marianne era un’amica e una donna forte. Vederla crescere è stato affascinante. La prima volta che l’ho incontrata era appena uscita da un convento. Mick ed io ci siamo guardati: «Quindi dietro quelle mura ci sono ragazze del genere?».

All’inizio Andrew Oldham faceva da manager sia a lei che a noi. Ci disse che avevamo un gran bisogno di canzoni se volevamo che le cose funzionassero. «Voglio dire, guardate i Beatles». E io: «D’accordo, ma noi siamo un gruppo blues». Fatto sta che ci ha chiusi in cucina a scrivere tutta la notte finché non ne siamo usciti con As Tears Go By. Il giorno dopo l’abbiamo fatta sentire a Andrew, che si è limitato a dire «ok». Dopo una settimana m’ha fatto sentire il provino del pezzo cantato da Marianne. Wow, che velocità. Ma poi, chi era quella ragazza? È così che Andrew ci ha presentati.

Lei non sapeva nulla di come si registra, ma è arrivata bella sicura e ce l’ha fatta. Chiaramente io e Mick ci siamo guardati e ci siamo detti: «Ok, se scrivere canzoni è questa roba qua, facciamolo di nuovo».

Aveva una voce pura e incolta, che è una gran cosa. È sempre riuscita a mantenere una sua sincerità, anche quando il timbro col passare degli anni è cambiato. Credeva in quel che cantava e non le interessavano le cose dello showbiz che sono d’intralcio. Ascoltate il suo primo disco e sentirete che voce pura e semplice, ma allo stesso tempo tagliente aveva. Sapeva come usarla.

Discutere con Marianne non era facile, ma fortunatamente non c’erano motivi per farlo, almeno per me. Se qualcun altro ci provava, non c’era modo di avere la meglio. Ma era anche uno spasso, non era per niente pretenziosa, il che è raro in cantanti del genere.

Marianne Faithfull nel 1967. Foto: Bettmann Archive/Getty Images

Siamo diventati buoni amici anni dopo, quando viveva con Mick. L’ho difesa dopo il blitz della polizia a Redlands. Era sbagliato prendersela con lei, e poi era casa mia, lei era lì per caso, non aveva niente a che fare con quella roba, è stato ingiusto. Dovevo difenderla.

La incontravo quando passavo a prendere Mick per andare in studio. Stava mettendo a punto le sue doti di autrice e dava a Mick pagine e pagine di idee per canzoni. Sapeva ascoltare. Aveva un orecchio fine. Le piacevano il folk e il jazz. Era dotata di una gran curiosità.

C’è un po’ di Marianne in un certo numero di canzoni degli Stones degli anni ’60. Sento la sua influenza in You Can’t Always Get What You Want e in certi pezzi del periodo di Beggars Banquet. Quando ci ho messo mano, Sister Morphine era praticamente finita. È lì che ho capito che stava ingranando come autrice. Ha flirtato col diavolo, ma che dire, è probabilmente una delle canzoni migliori sulla droga che siano mai state fatte.

Direi che ha cominciato a dire cose importanti come artista con Broken English. Quanto mi piaceva quel disco. Non sentivo parlare di lei da un pezzo e quand’è uscito ho capito che era tornata. Era un’amica anche se non la incontravo spesso e quando accadeva era per caso. L’ho sempre ammirata perché fare questo mestiere se sei donna non era facile specialmente negli anni ’60, ’70 e ’80. Era coraggiosa. Cristo santo, l’ho vista cantata alla Rainbow Room al fianco di Darlene Love. Ci vuole del fegato per farlo.

Non ho sentito le altre versioni di As Tears Go By che ha fatto, ma capisco cosa intendeva quando diceva che era una canzone adatta a qualcuno più avanti con l’età. In quanto a Sing Me Back Home di Merle Haggard, un artista che entrambi amiamo, mi avevano detto che l’aveva incisa, mi hanno mandato la registrazione, ho fatto la mia sovraincisione. Era un pezzone per me e anche per Gram Parsons, pure lui amava Merle.

L’ultima volta che ci siano parlati è stato un paio di anni fa, sarà stato forse il 2022, quando abbiamo fatto l’ultimo tour in Inghilterra. Con Marianne andava così, ci si vedeva sempre di passaggio. Era una gran donna. Mi mancherà. Era unica e non mollava di un centimetro. Sono sicuro che sarebbe orgogliosa di quel che ha fatto.

Testo raccolto da Kory Grow. Da Rolling Stone US.

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