BigMama, Caro Wow, Ele A, Epoque, Eva Bloo, Fluente, Francesca Michielin, Gaia, Mew, Nahaze, Rizzo, Sally Cruz. Sono queste le artiste coinvolte da Estremo per farsi accompagnare nel suo disco d’esordio, Era.
Probabilmente il suo nome non vi suonerà, ma la sua mano l’avrete già sicuramente sentita alla produzione di grandi nome del pop e dell’urban come Marco Mengoni, Izi, Tedua e Madame, con cui ha collaborato per il brano sanremese Voce nel 2021. All’Ariston Estremo ci è tornato anche quest’anno, firmando la produzione de La rabbia non ti basta di BigMama.
Avendo così guadagnato un certo rispetto tra artisti e addetti ai lavori, Estremo è così riuscito a radunare un po’ dei nomi più caldi tra le artiste italiane come Gaia, o artiste più storicamente affermate come Francesca Michielin. Nel mezzo tanti giovani talenti come le più conosciute BigMama e Ele A o le più emergenti come Caro Wow e Fluente.
Abbiamo così chiesto al dj e producer bresciano di raccontarci alcuni aneddoti su queste collaborazioni.
Gaia
Lento
Conosco Gaia dal giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare a quella che sarebbe diventata Lento. Da subito si è creata un’intesa che è andata oltre la musica, trasformandosi in un’amicizia solida. Abbiamo condiviso molte esperienze, dal tour estivo che abbiamo fatto insieme, alle passioni comuni, fino a momenti più quotidiani: spesso andiamo a sciare, usciamo a mangiare o ci ritroviamo a cena a casa mia. Il suo raffinato cantato portoghese al brano aggiunge il tocco di classe. È come quando ci troviamo a cena da me: io cucino italiano, mentre lei porta sempre qualcosa di tipico brasiliano, è un mix di sapori che riflette perfettamente la nostra collaborazione musicale.
Ele A
Divieto di sosta
Ho conosciuto Ele A durante un camp di scrittura organizzato da Sony. Sin dal primo momento, sono stato trasparente con lei: sono un suo grande fan, e i suoi brani sono la colonna sonora delle mie sessioni di corsa. C’è qualcosa nella sua musica che si sposa perfettamente con l’energia dello sport, e i suoi progetti mi hanno sempre ispirato moltissimo. Quel giorno ci siamo fermati a chiacchierare e abbiamo scoperto di avere gusti musicali molto simili. È stato l’inizio di un rapporto creativo che è andato oltre quella prima occasione.
Abbiamo continuato a sentirci, a vederci in studio, sia per lavorare su questo progetto, sia su alcuni dei suoi pezzi. Ogni volta che ci ritroviamo, finiamo per scambiarci opinioni, ascoltare insieme nuova musica, e condividere feedback sui rispettivi lavori. Una cosa che ci accomuna è la passione per il rap francese, di cui entrambi siamo grandi fan.
BigMama & Nahaze
Più ne voglio
Un ricordo che mi lega a BigMama risale alla nostra prima sessione di scrittura insieme per La rabbia non ti basta. Durante una pausa, ci siamo ritrovati a parlare di carlini: io le raccontavo del mio, con cui sono cresciuto e che purtroppo non c’è più. Lei mi ha detto che stava pensando di prenderne uno, e questa cosa mi ha esaltato perché adoro quella razza. Ci siamo messi a parlare a lungo di carlini, e alla fine ne ha preso uno. Ora quel cane è anche venuto a trovarmi in studio.
Qualche tempo dopo, stavamo lavorando a Più ne voglio insieme a Nahaze, un brano nato in modo naturale e spontaneo in studio grazie anche al claim trovato da Nathalie, la scintilla che ha reso il pezzo immediato e coinvolgente. È lì che ho pensato a BigMama per la strofa centrale. Quando ci siamo incontrati per registrarla, era la nostra seconda volta in studio insieme: è arrivata con la strofa già pronta e in pochissimo tempo l’abbiamo incisa. Come sempre, una killer.
Francesca Michielin
Red Flag
Non avevo mai lavorato con Francesca e non ci conoscevamo, quindi la prima volta che ci siamo incontrati l’ho invitata un po’ prima dell’inizio della sessione e per rompere il ghiaccio ho pensato di prepararle un piatto di pasta. Non so perché, ma quel piccolo gesto ci ha messo subito a nostro agio e ha creato il clima giusto per lavorare insieme.
Francesca ha già dato un grande contributo alla musica italiana, eppure non sapevo bene cosa aspettarmi prima di incontrarla. Non mi ero fatto nessuna idea precisa, e forse è stato meglio così. Quando abbiamo lavorato insieme per Red Flag, ho scoperto una persona incredibilmente aperta alla sperimentazione. Questo ha permesso al brano di riflettere davvero entrambi i nostri gusti e le nostre visioni. È raro trovare qualcuno che, pur avendo già lavorato a tanti progetti, abbia ancora quella freschezza e quel desiderio di innovare, di creare qualcosa che suoni davvero nuovo e attuale.
Sally Cruz
Buio
Con ogni artista cerco sempre di creare una connessione prima di iniziare a lavorare insieme. Con Sally è stato lo stesso: abbiamo bevuto un caffè, chiacchierato degli ultimi ascolti e confrontato i nostri gusti musicali. Mi ha colpito subito la sua energia vocale e carica emotiva fuori dal comune, perfetta per l’intro del disco. La voce di Sally in Buio, che rappresenta il primo passo per chi entra nel mio mondo sonoro, riesce a essere travolgente e straziante allo stesso tempo, un mix di intimità e potenza. La prima sessione è stata un po’ complicata. Sally stava attraversando un momento difficile e mi aveva detto in quel momento di essere bloccata con la scrittura. Abbiamo provato diverse strade finché non si è sciolta e siamo riusciti a trovare quella connessione speciale.
Da lì in poi, ci siamo rivisti altre volte e ho scoperto una persona splendida, con cui ci saranno sicuramente altre collaborazioni in futuro. Tra l’altro, durante il listening party ai Dazi a Milano ho notato un lato di Sally che mi ha colpito particolarmente: la sua meticolosità. È molto precisa e vuole che ogni dettaglio sia perfetto, senza lasciare spazio a margini d’errore. Anch’io sono estremamente puntiglioso nel lavoro; per preparare quella serata ci siamo confrontati più volte per assicurarci che ogni cosa fosse settata nel modo migliore, e il risultato è stato impeccabile.