Cosa non si fa per vendere i dischi. Ai tempi della discografia che arranca, piange, si lamenta e degli streaming che si sono pappati vendite fisiche e ricavi veri. E così, Federico Leonardo Lucia, al secolo Fedez, elargisce capi di abbigliamento firmati con Chiara Ferragni, a chi comprerà una copia del suo nuovo disco Paranoia Airlines, in uscita venerdì 25 gennaio. Magliette, felpe, calzini, tazze griffate dalla coppia social più discussa del web in vendita online, ma anche reperibili in tutte le tappe previste per gli instore promozionali del cantante. “Un modo di ringraziare i fan e fargli vivere un’esperienza diversa”, secondo quanto spiegato dallo stesso artista durante la presentazione milanese del nuovo progetto: “Gli instore dopo un po’ sono noiosi per chi li segue sempre. Ai tempi dello streaming, il disco fisico deve assumere una connotazione diversa”.
E se il ragionamento si lascia seguire, in effetti, soprattutto se applicato a Fedez, appunto, che oltre a cantante è anche produttore e talent scout e imprenditore e giudice e volto televisivo, viene comunque da dire peccato per tutto questo rumore che, in effetti, rischia di oscurare il disco che pure avrebbe una sua dignità. Senza il bisogno di tanto fracasso.
Featuring ben riusciti (quello con Lp su tutti) rendono l’album godibile anche per le orecchie di chi non apprezzi particolarmente il genere: testi dinamici e arrangiamenti freschi, complice per questi ultimi –oltre agli ormai arcinoti Takagi & Ketra- la produzione di Michele Canova Iorfida, reduce dal ben servito di Jovanotti che l’ha mollato per Rick Rubin, prima e da quello di Tiziano Ferro che l’ha salutato per Timbaland, poco dopo.
Tematiche per lo più intime che riguardano l’amore e la famiglia. Per questa volta, forse la prima, il giovane agguerrito che litigava coi politici su Twitter ha abbandonato qualsiasi argomento di impegno più civile, per dedicarsi ad un’introspezione più sentimentale. Anche se, pungolato da una domanda precisa a proposito di alcune sue dichiarazioni rilasciate al settimanale Vanity Fair sul direttore di Libero, Vittorio Feltri, non ha certo lesinato la sua opinione: “Ci vuole coraggio ad essere lui”, ha commentato. “Nessuno gli dice nulla per ciò che afferma, se mi azzardassi io a dire cose simili a quelle che escono dalla sua bocca, mi crocifiggerebbero. Ha una libertà, per esempio di dare del negro o del frocio a chi gli pare, che non comprendo, ma invidio”.
E dunque, bando a discussioni e provocazioni, tornando a parlare di musica, questo nuovo Paranoia airlines è al più “un disco sperimentale”, secondo lo stesso Fedez: “Abbiamo lavorato tanto sulla voce per produrre suoni diversi che dessero un risultato poco pop. Con Canova ci siamo conosciuti ai tempi di Pop- hoolista, ma ci siamo stati sul cazzo. Dopo anni, l’ho rivisto a Los Angeles e, incredibilmente, ci siamo trovati su tutto. Non ho mai lavorato con nessuno come ho fatto con lui: Michele sa quando deve fare un passo indietro e non imporsi, senza per forza far prevalere il suo ego su quello dell’artista che –di solito- è già parecchio ingombrante. Ha capito che il produttore è anche uno psicologo che deve aiutare gli artisti a far uscire ciò che hanno dentro e mi ha aiutato a badare a ciò che sentivo e non a ciò che ci si aspettava da me. Ho voluto un album che non rispondesse troppo alle logiche di mercato per esprimermi in totale libertà. Parola d’ordine: sperimentare”.
“Un disco terapeutico”, ha giurato il rapper meneghino: “Alla fine del lavoro mi sono sentito più consapevole e ho capito come affrontare molti lati d’ombra della mia persona. È stato un modo per esorcizzare tante mie paure”.
L’ultimo lavoro del ‘cosodipinto’ è, tutto sommato, la creatura di chi, interprete furbo e sapiente del suo tempo, soddisfa le mode e il mercato, senza tuttavia snaturarsi.
E, infatti, se all’ascolto di Prima di ogni cosa si sarebbe potuto pensare giusto alla banalità del bene, inzuccherata dall’arrivo di #leoncinomio, l’auspicio è andato migliorando grazie ai due singoli successivi (Cazzo ridi con Tedua e Trippie Red e Holding out for you con Zara Larsson). Applausi, poi, per l’onomatopeico e iper provocatorio Tvtb feat. Dark Polo Gang e, lo ridiciamo, per Cosa senza spine, impreziosita dal tocco graffiante di Lp.
Per quanto riguarda i progetti del futuro prossimo, in programma parecchi instore e un tour nei palazzetti (in partenza il 15 marzo da Firenze) che Fedez auspica rimanga un progetto invernale. “Non penso ci sarà un tour estivo perché la vita di questo disco non deve andare troppo in là”. E Sony incassa.
La scaletta? Pezzi nuovi, vecchi e –certamente- anche canzoni dall’ultimo album Comunisti col Rolex, garantisce il rapper.
Poche parole, chiare –quindi- sull’addio al compagno J-Ax: “Esistono clausole di riservatezza, quindi non mi dilungo su cose delle quali non posso parlare. Dico, però, che Newtopia (etichetta indipendente e agenzia creata nel 2013 con l’ex Articolo 31, ndr) non è mai cambiata. Io sono sempre stato il fulcro dell’attività, quindi nel concreto della gestione della società si modifica veramente poco”.
Un’ultima battuta su Sanremo, giacché il Festivalone è alle porte. “Io mi cago sotto ad andarci”, ha parafrasato con grande onestà Mr.Ferragnez. “Ci ho accompagnato Lorenzo Fragola qualche anno fa e ho pensato che non ce la farei, mi fa paura cantare in tv. Diciamo che se dovessi ritrovarmi a farlo, rischierei di viverla molto male”.