Quest’estate i Backstreet Boys entreranno nella storia diventando il primo gruppo pop ad esibirsi allo Sphere di Las Vegas. L’occasione? La celebrazione dei 25 anni del loro album più conosciuto, Millennium. «Il tempismo è stato perfetto», racconta Kevin Richardson. «L’etichetta discografica voleva ripubblicare Millennium in versione rimasterizzata per l’anniversario. E lo Sphere è il luogo perfetto per quei brani perché il concept del disco aveva qualcosa di futuristico».
La residency dei Backstreet Boys durerà 12 concerti e sarà intitolata Into the Millennium, come il tour di 130 concerti del 1999. Le date si terranno a luglio e il live sarà costruito intorno all’estetica «futuristica» del disco e ai suoi più grandi successi come I Want It That Way, Larger Than Life e Show Me the Meaning of Being Lonely. «Abbiamo messo assieme una squadra da sogno. Abbiamo visto alcune idee del concept dello show che ci hanno lasciati a bocca aperta», spiega AJ McLean. «Sarà un’esperienza unica nel suo genere, l’occasione per i fan di tutto il mondo di venire a sentirci, o anche solo per chi si trova a Las Vegas per il fine settimana». «Tra qualche settimana andremo a Las Vegas e faremo alcuni test tecnologici sul posto per vedere se alcune idee che abbiamo possono funzionare o meno», aggiunge Richardson, «anche questa parte è emozionante». «Pregate per noi», aggiunge Brian Littrell.
Al di là dello spettacolo, l’album Millennium 2.0 conterrà demo inedite dei successi originali, versioni dal vivo di alcune canzoni, b-sids che sono state pubblicate solo nelle versioni internazionali del progetto e Hey, un inedito registrato all’epoca dell’ultimo disco della band, DNA. «Stavamo aspettando l’occasione giusta per pubblicarlo», dice Richardson. «Dal punto di vista sonoro è un brano bellissimo», aggiunge McLean. «Penso che ai tempi sarebbe stato perfetto per Millennium».
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Come in molti recenti tour del gruppo, allo Sphere i Backstreet Boys faranno leva sulla nostalgia della fine degli anni ’90 e dei primi anni 2000 incorporando l’estetica retrofuturistica dei video musicali e dei servizi fotografici dell’epoca. Un modo per ricordare un periodo importante per la band. «Non voglio sembrare troppo sentimentale, ma il periodo di Millennium ha rappresentato uno dei momenti più belli della nostra vita», dice Littrell. «È facile riviverli e infatti ora stiamo incanalando quelle good vibes per portarle a un altro livello». «In quel periodo abbiamo scritto canzoni bellissime», racconta Nick Carter. Per Richardson, l’era Millennium ha significato anche una liberazione per il gruppo, che proprio in quel periodo si era affrancato del manager Lou Pearlman che aveva rubato alla band milioni di dollari. Alla fine del 1999, infatti, i Backstreet hanno formato infatti un nuovo contratto discografico.
«È stata una liberazione», racconta Richardson. «Dietro le quinte si svolgevano battaglie legali e Millennium è arrivato proprio mentre ci mettevano quella roba alle spalle. Quindi sì, è stata una liberazione dal punto di vista creativo e commerciale». La residency sarà quindi un’occasione per ricordare un’amicizia lunga più di 30 anni. «Alla fine, chi sale sul palco?», domanda Littrell. «Quando sul palco ci guardiamo, sappiamo che siamo noi che stiamo facendo questo viaggio assieme».
«Stiamo correndo una maratona», conclude. «Chissà quando sarà la fine, se arriverà mai. Siamo ottimisti e grati. Alla fine tutto inizia e finisce con noi».