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I Coldplay ci fanno alzare gli occhi al cielo dopo un anno passato a fissare le pareti di casa

La band ha presentato il singolo 'Higher Power' in collegamento con un astronauta sulla Stazione Spaziale Internazionale. Scopo: trovare altre forme di vita sul pianeta Kaotica. E far ballare la Terra

Foto: Dave Meyers

La domanda era lecita e da un po’ affascinava anche a me: come reagiscono i Coldplay al momento che viviamo? Che si inventa una band così tanto democristiana e piena di buoni sentimenti, ormai icona globale di un pop colorato e positivo, per quanto ultimamente in fuga da quel mondo ovattato e radiofonico verso una sorta di ritorno alle origini (quando al tempo di A Rush of Blood to the Head piacevano a tutti), davanti alla catastrofe? Risposta: un singolo cosmico e danzereccio, ovvero questo Higher Power che esce oggi, da lanciare con un collegamento in streaming con la stazione spaziale internazionale e in particolare con Thomas Pesquet, l’astronauta francese dell’Agenzia Spaziale Europea incaricato per questa specie di missione.

E così la scorsa notte abbiamo assistito alla prima del nuovo pezzo, sì, durante una surreale diretta su YouTube, in stile Nasa. Che oltretutto arriva dopo due anni di silenzio, pure perché l’ultimo ed enigmatico Everyday Life (2019) non ha lasciato grande scia dietro di sé. I Coldplay della pandemia, insomma, ripartono così. Eppure, latitanza a parte, quando cominciano le trasmissioni – in Italia l’orologio segna l’una, è tardi, ma il tutto dura appena dieci minuti – c’è gente connessa da ogni fuso orario, a riempiere la chat di cuori e messaggi in spagnolo, inglese, portoghese, tedesco. Ciascuno da casa propria, a “esserci”. Sullo schermo, intanto, impressioni e aneddoti di Pesquet, riprese del vuoto dello spazio, il gruppo in studio che si lascia andare in qualche “wow”. Uno scambio di battute («Al momento non possiamo suonare per nessuno sulla Terra, quindi abbiamo pensato di suonare solo per te»), la vita in una stazione spaziale, la canzone.

E ok, forse l’evento in sé è un po’ troppo pomposo, ma l’obiettivo è mettere in piedi uno spettacolo globale, un rituale collettivo anche nell’estetica. Tant’è che il concept del progetto va oltre lo show di ieri e immagino proseguirà: da qualche giorno la band ha lanciato una radio “aliena” per “entrare in contatto” con gli extraterrestri di un fantomatico pianeta chiamato Kaotica, con tanto di estetica weird e alfabeto da decodificare, servito a svelare sui social i dettagli di quest’uscita. E se per i Coldplay – citando i Bluvertigo – è praticamente ovvio che esistano altre forme di vita, questa non è certo La guerra dei mondi; il messaggio è di pace, speranza, scoperta reciproca.

Tanto più che Higher Power, che stando al gioco sarebbe il pezzo-ponte fra noi umani e loro, o meglio una (cito) «meraviglia dell’universo», in realtà è un pezzo fra i più rassicuranti della storia della band. Non spiazza, non rischia, sconfessando ogni velleità alternative di Everyday Life. E con l’inedita regia di Max Martin – collaboratore di Katy Perry, Ariana Grande, Taylor Swift – si torna al pop propositivo, fra ritornello gommoso, coretti, sintetizzatori e ammiccamenti vari a un’edm addomesticata. Siamo dalle parti degli episodi di Mylo Xyloto, ovviamente attualizzandone (cioè asciugando) la produzione. E poco importa che, stando a quanto raccontano loro su Twitter, il pezzo in questione sia nato «su una piccola tastiera e il lavandino di un bagno a inizio 2020»: non c’è da minimizzare, qui; l’ambizione è diventare hit in un’estate da dopoguerra, prendersi TikTok come pure una funzione liberatoria. Vedersi il videoclip – trasmesso a margine della diretta – per credere: Martin e soci che ballano coi soliti vestiti fluo, circondati da ologrammi di alieni e coreografie, sì, ma anche immersi coi loro colori e la positività della casa in uno scenario grigio, statico, industriale.

E sommando gli elementi – la suggestione spaziale, la storia degli extraterrestri e con le relative connessioni, il video, la hit estiva, il gioco di decodificare il fantomatico alfabeto, indizi ed enigmi del caso – viene da chiedersi: perché? Che sta facendo Martin? Cosa vuole da noi, cosa cerca di comunicarci? Non può essere solo pacchianeria, tantomeno giusto un modo esoso per propinarci una potenziale hit da parte di una band megalomane e annoiata della routine promozionale – e infatti non lo è. Semmai questo pezzo è una via di fuga cosmica, piccolo romanzo di fantascienza.

Dicevamo: che fanno in un momento del genere i Coldplay? A che servono? A raccontarci una storia, a inventarsi un motivo per farci alzare gli occhi dopo un anno che guardiamo pareti di casa; parlano di alieni, di incontri fra mondi lontani, di trasmissioni e radio spaziali; costruiscono un immaginario, strano; se possibile, ci fanno sentire anche piccoli come lo siamo nell’universo; poi divertono. E scappano, scappano dalla Terra. Magari abusando degli effetti speciali. Come in una citazione, di quelle un po’ banali, secondo cui l’arte serve per sognare. Sarà così, ma Higher Power ti spiega proprio a che serve, una pop band di fama planetaria, in pandemia.

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