I Kneecap contro Sharon Osbourne su Israele e Palestina: «Forse dovrebbe ascoltare ‘War Pigs’ di suo marito» | Rolling Stone Italia
La coda del festival

I Kneecap contro Sharon Osbourne su Israele e Palestina: «Forse dovrebbe ascoltare ‘War Pigs’ di suo marito»

Le scritte ProPal al Coachella, il commento della moglie di Ozzy che vorrebbe la revoca del visto al gruppo, la replica dei rapper irlandesi. «Se lo volessero, gli americani potrebbero fermare già domani il genocidio»

I Kneecap contro Sharon Osbourne su Israele e Palestina: «Forse dovrebbe ascoltare ‘War Pigs’ di suo marito»

Gli irlandesi Kneecap al Coachella 2025

Foto: Scott Dudelson/Getty Images

I rapper irlandesi Kneecap sollevano da sempre polemiche politiche. È successo di nuovo durante i due weekend del Coachella, quando durante il loro set hanno proiettato messaggi pro Palestina. Come spiega Mo Chara in una e-mail inviata a Rolling, «parliamo di Palestina in ogni concerto e questo ben prima dell’ottobre 2023. L’oppressione di quel popolo e la brutale occupazione di quei territori va avanti da 77 anni».

«Sentiamo il dovere di usare la nostra visibilità per parlare di queste cose. Farlo al Coachella è stato importante visto che gli Stati Uniti sono il principale finanziatore e fornitore d’armi a Israele, che sta commettendo un genocidio a Gaza. Come ho detto dal palco, se lo volesse il governo statunitense potrebbe fermare il genocidio già domani. È importante che i giovani americani lo sentano, lo sappiano».

Durante la prima esibizione dei Kneecap al Coachella era previsto che fossero proiettate delle scritte pro Palestina. Non si sono viste e la performance è stata tagliata anzitempo nella diretta su YouTube. «Lo abbiamo saputo solo il giorno dopo, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale», scrive Mo Chara. «Non che la cosa ci sorprenda. Alle grosse aziende la verità non piace, a meno che non serva a riempirsi le tasche».

Nel secondo weekend si sono viste le scritte: “Israele sta compiendo un genocidio ai danni del popolo palestinese”, “Il governo degli Stati Uniti lo sta permettendo, armando e finanziando Israele nonostante i crimini di guerra”, “Fanculo Israele, Palestina libera”. Alla fine, il pubblico ha intonato il canto “Free Palestine”. «Succede a tutti i nostri concerti, dalla Spagna alla Scozia, dall’Irlanda all’Islanda, e questo perché la gente sa che quel che sta accadendo è sbagliato ed è incazzata. Il canto “Free Palestine” al Coachella era un messaggio di solidarietà indirizzato alla popolazione di Gaza da parte di americani che vogliono vedere la fine del genocidio, nonostante il loro governo stia armando e finanziando Israele».

Alla performance dei Kneecap del Coachella sono seguite le prese di posizione di organizzazioni e figure pubbliche che l’hanno letta come una presa di posizione anti-Israele. Mo Chara: «Nell’ultimo anno e mezzo Israele ha ucciso oltre 52 mila palestinesi a Gaza, in gran parte donne e bambini. Hanno raso al suolo parte della Striscia di Gaza usando le armi fornite dagli Stati Uniti e in questo momento stanno facendo fare la fame a due milioni di gazawi. La gente può decidere autonomamente se il nostro messaggio è o non è anti-Israele. Per come la vediamo noi, il responsabile è il governo, non il popolo israeliano».

Tra le voci critiche c’è quella di Sharon Osbourne, che su X ha chiesto la revoca del visto di lavoro concesso ai Kneecap e ha definito la scritta “Fuck Israel, Free Palestine” un messaggio d’odio. Secondo lei, è la dimostrazione che la band «supporta apertamente delle organizzazioni terroristiche». Per Mo Chara, «il suo sproloquio ha così tante falle logiche che neanche merita una risposta. Forse dovrebbe ascoltare War Pigs scritta dai Black Sabbath (suo marito)».

Gli organizzatori del Nova Music Festival, teatro del massacro di Hamas a cui Israele ha reagito invadendo Gaza, hanno invitato i Kneecap alla Nova Exhibition affinché possano «toccare con mano le storie di chi è stato ammazzato, di chi è sopravvissuto, di chi è ancora in ostaggio».

Mo Chara non risponde all’invito, ma dice che «in questo momento ci sono più di 10 mila palestinesi nelle carceri israeliane, molti dei quali senza alcuna imputazione,., né processo. Tra di essi ci sono 400 bambini detenuti illegalmente a dispetto delle leggi internazionali. Come ho già detto, più di 52 mila palestinesi sono stati uccisi negli ultimi 18 mesi e oltre due milioni di persone sono state cacciate dalle loro case. Chi parla dei 30 mila bambini innocenti uccisi a Gaza? Il nostro messaggio è: bisogna porre fine al genocidio e all’occupazione illegale della Palestina».

«Vogliamo che la gente faccia qualunque cosa per fermare il genocidio. Potete pensare quel che volete della nostra musica, fermare il genocidio è molto più importante».

Da Rolling Stone US.

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