Kanye West sta cercando di rifarsi una verginità in Asia? | Rolling Stone Italia
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Kanye West sta cercando di rifarsi una verginità in Asia?

Lontano dagli Stati Uniti e dalle controversie, Ye ha trovato un nuovo pubblico e una possibilità di redenzione in Cina, Corea del Sud, Giappone. Lì forse può tornare a essere il vecchio Kanye

Kanye West sta cercando di rifarsi una verginità in Asia?

Kanye West a Haikou, nella provincia cinese di Hainan

Foto: Luo Yunfei/China News Service/VCG/Getty Images

Il mese scorso è diventato virale un video in cui Kanye West balla coi quattro figli in Corea del Sud durante una ¥$ Vultures Listening Experience fatta per promuovere il progetto con Ty Dolla $ign. Il video, insieme a un altro in cui balla On Sight, da Yeezus, ha rappresentato un raro momento in cui Ye ha attirato l’attenzione in modo positivo. La scelta di esprimersi senza filtri ha ridimensionato di brutto il suo status di star negli Stati Uniti, dove il pubblico ha mille motivi per non volere più avere a che fare con la sua musica. Non si sta certo facendo voler bene, dal sostegno dato al movimento MAGA all’idea secondo cui «la schiavitù è stata una scelta», passando per la sfilza di commenti antisemiti di un paio d’anni fa e arrivando alle accuse recenti di molestie sessuali. Le cose non sembrano andare altrettanto male in Asia, dove Ye ha passato gli ultimi mesi. Pare persino che la Vultures Listening Experience abbia contribuito a stimolare l’economia cinese.

Ye si è esibito al Wuyuanhe Stadium di Haikou, la città più popolosa della provincia cinese di Hainan. Era il suo secondo show lì nel giro due settimane, dopo essere stato headliner al Mid-Autumn Festival a settembre. Celebre per i resort, Haikou è diventata per un breve periodo una specie di Yeezy World. Riporta il Los Angeles Times che il tour ha incassato sette milioni di dollari, secondo l’agenzia cinese Xinhua il concerto avrebbe portato l’equivalente di circa 53 milioni di dollari di indotto in città. Qualche giorno prima, Haikou era stata investita dal tifone Hagi, il più grosso di quel tipo a colpire l’isola negli ultimi 75 anni. I fan non si sono fatti scoraggiare e sono comunque arrivati.

Secondo la testata inglese IQ, l’ufficio del turismo di Haikou ha reso noto che il 95% dei partecipanti al Mid-Autumn Festival arrivava da fuori l’isola. Stando allo Shanghai Daily, gli alberghi sono arrivati a quasi il 90% della capienza, il doppio della media dell’anno scorso. Lyu Xiaolei, vicesindaco della città, ha detto che «lo show ha avuto un impatto notevole, visto che la stragrande maggioranza del pubblico arrivava da fuori». I fan arrivati sull’isola «daranno un forte impulso al settore turistico».

Il festival è arrivato dopo la listening experience a Seul, in Corea del Sud. I dati disponibili non sono completi, ma si è trattato di un altro pienone al Goyang Sports Complex. Erano presenti anche varie star del K-pop, cosa che ha suscitato qualche polemica in rete. A questo giro Ye ha tenuto per ora una sola listening experience in Occidente, al Delta Center di Salt Lake City: per promuovere il progetto ha scelto un’area geografica in cui la sua figura è meno controversa.

L’Asia è stata importante nell’evoluzione di Ye. Ha vissuto in Cina da bambino per un breve periodo, quando la madre era professoressa all’Università di Nanchino. Su Instagram ha postato una foto con la didascalia “BACK” che lo ritrae giovanissimo in Cina, in cui indossa una felpa col cappuccio con degli ideogrammi che si traducono in “told you”. L’artista giapponese Takashi Murakami ha disegnato le copertine dei suoi album Graduation e Kids See Ghosts. Ye si è molto esibito anche in Giappone, dove pare che abbia deciso di trasferirsi.

Se l’appoggio esplicito a Trump e la sua “campagna presidenziale” anti-Biden non sono bastati ad allontanare i fan nel 2018 e nel 2020, il suo post antisemita del 2022 e le parole dette nel podcast Drink Champs hanno rischiato di metterlo definitivamente ko. A differenza del 2018, quando aveva dichiarato a TMZ che la schiavitù era una scelta, le conseguenze non si sono limitate a qualche tweet incazzato. Ha addirittura perso il suo status di miliardario. Adidas ha troncato la collaborazione col marchio Yeezy (anche se continua a vendere le sue scarpe), l’agenzia CAA non lo ha più voluto nel suo roster, JP Morgan ha chiuso il suo conto in banca, Balenciaga e Vogue hanno interrotto ogni rapporto con lui.

Da allora hanno iniziato a circolare notizie sulla tossicità dell’ambiente di lavoro nelle sue aziende. Lauren Pisciotta, ex responsabile del suo staff, l’ha recentemente accusato di molestie sessuali (si sarebbe masturbato di fronte a lei, le avrebbe mandato dei suoi video porno e inviato messaggi espliciti); gli avvocati dell’artista hanno definito le accuse «prive di fondamento». Un ex collaboratore di Ye sostiene di essere stato assunto per pedinare la moglie Bianca Censori e raccogliere informazioni sulla sua ex, Kim Kardashian. Secondo lui, Ye avrebbe avuto comportamenti anomali per via del consumo di protossido di azoto.

 

 
 
 
 
 
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I casini di Ye hanno compromesso l’immagine che molti avevano di lui di ambizioso sognatore. Forse ora l’Asia gli sta offrendo la possibilità di ripartire in un posto dove la sua reputazione non è danneggiata irreparabilmente. E però, a differenza di altre star che hanno visto crollare i loro guardagni dopo aver detto o fatto la cosa sbagliata, Ye è ancora una potenza a livello globale. I fan di tutto il mondo, nel bene e nel male, hanno deciso che le sue sparate e i reati di cui è stato accusato non hanno alcuna influenza sul loro legame con la sua musica. Anche se alcuni utenti coreani di X hanno criticato la sua apparizione a Seul, altri non badano all’aria che tira nella società americana. Forse il peso di affermazioni sulla schiavitù e sugli ebrei non sconvolge più di tanto i cinesi o i sudcoreani come invece succede col popolo ebraico o le persone di colore in America. Là associano ancora Ye alla musica.

Sono loro che si entusiasmno vedendolo ballare On Sight. In quel momento fugace è tornato a essere il vecchio Kanye che balla in modo scatenato e strega uno stadio con un sound che travalica ogni confine. È come se, fuori dall’America, avesse più facilmente accesso a quel tipo di energia. La sua decisione, in apparenza del tutto casuale, di fare dei concerti a Haikou in realtà ricorda l’acquisto che fece, nel 2019, di un ranch a 11 minuti da Cody, Wyoming: va ovunque senta di essere stato chiamato. Può anche essere che questi show in Asia rappresentino una breve parentesi e che la domanda poi diminuisca. Peraltro CNBC, di recente, ha riferito che l’economia cinese naviga in cattive acque e il New York Times ha svelato che le vendite al botteghino, nel Paese, sono crollate della metà rispetto al 2023.

Nonostante queste difficoltà, Ye ha comunque dimostrato di essere ancora un artista di sicuro successo a livello di live, il che potrebbe essere un’ottima cosa per lui. Volendo, potrebbe scegliere di rifugiarsi in Paesi che saranno ben lieti di godere della spinta economica che è in grado di fornire e senza dover rispondere alle domande che la sua presenza suscita negli Stati Uniti. Un nuovo corso e un nuovo pubblico potrebbero consentirgli di salvare ciò che gli resta. Sempre che non faccia incazzare pure loro.

Da Rolling Stone US.

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