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La musica camp e scintillante di Chappell Roan è il futuro del pop

Le canzoni, il personaggio drag, l’estetica “fai da te” e l’energia sul palco le hanno permesso di diventare rapidamente una delle voci più promettenti in circolazione. «È incredibile vivere la mia piccola vita da popstar». L’abbiamo incontrata 

Foto: Ryan Clemens

Mucche di plastica rosa e finti camion azzurro acquamarina. Era questa la scenografia allestita nell’atrio del Wiltern a novembre, durante l’ultima data del tour Midwest Princess di Chappell Roan negli Stati Uniti. I suoi fan indossavano corna da diavolo scintillanti e bralette decorate con cuori mentre si mettevano in posa per le foto, prima di dirigersi verso il locale art déco di Los Angeles dove delle drag queen si stavano esibendo in lip-sync.

«Il Wiltern… non sembra un club gay, capisci cosa intendo? È elegante. È molto raffinato», dice Roan, 26 anni. «Ho lavorato tanto per fare in modo che, appena entrati, ci si trovi immediatamente in un mondo diverso».

Questo è solo un esempio di come la cantautrice nata con il nome di Kayleigh Rose Amstutz – e che descrive Chappell Roan come «una versione drag queen di me stessa» – sta costruendo il suo universo scintillante una canzone e un concerto alla volta. Prima di partire con il tour lo scorso autunno, ha annunciato i temi per ciascuno dei suoi concerti: Cowgirl Rosa a Chicago e Washington D.C., Pigiama Party a Berkeley, Angeli vs. Diavoli a Las Vegas e Orlando.

«Voglio vedere trucco impeccabile, abiti che spaccano, parrucche spettacolari»: così ha istruito il suo pubblico. E i fan non l’hanno mai delusa. Ha anche scelto personalmente un trio di performer drag locali per aprire ogni concerto e selezionato bar LGBTQ-friendly in ogni città, dove i suoi fan potevano incontrarsi e divertirsi prima e dopo ogni spettacolo.

«Mi sono chiesta: come possiamo creare subito un ambiente accogliente e divertente?», racconta Roan, senza trucco e con i capelli spettinati durante una chiamata su Zoom dal suo appartamento di L.A. È la prima volta che torna a casa dopo tre mesi consecutivi di tour.

Da quando ha pubblicato Pink Pony Club nel 2022, in cui canta di un nightclub utopico “dove ragazzi e ragazze possono essere queen ogni singolo giorno”, Roan si è impegnata a trasmettere questo sentimento di inclusività e libertà d’espressione in tutta la sua produzione artistica. Così facendo ha costruito una fanbase agguerrita, unita e in gran parte queer, che si sta rapidamente espandendo fino ad includere il grande pubblico (come ha detto una volta Kim Cattrall nel ruolo di Samantha Jones in Sex and the City, «prima vengono i gay, poi le ragazze, quindi l’industria”»)

Sono stati due anni frenetici per la cantante. Dopo il successo di Pink Pony Club, ha firmato con Island e Amusement Records e ha pubblicato una serie di singoli fino all’uscita del suo acclamato album di debutto, The Rise and Fall of a Midwest Princess. Unendo melodie sintetiche ispirate agli anni ’80 e testi irriverenti, Roan ha affrontato la sua identità di persona queer cresciuta in Missouri.

La sua musica, il suo personaggio drag, la sua estetica “fai da te” e camp, e la sua energia sul palco le hanno permesso di entrare subito in connessione con i suoi fan e diventare rapidamente una delle voci più promettenti della musica pop.

Dopo il successo del suo primo album, Roan si sta prendendo una pausa e sta iniziando a lavorare con il suo produttore Dan Nigro (Olivia Rodrigo, Conan Gray) per creare una nuova serie di brani, di cui si dice già molto orgogliosa.

«Non mi metterò sotto pressione per cercare di ricreare per forza quell’energia, perché è lì che ti blocchi e ti chiedi: come posso rifare la stessa cosa? Devi scrivere 80 brutte canzoni per ottenerne 15 buone».

Roan è molto grata di essere diventata così famosa. Sebbene Midwest Princess abbia segnato il debutto della cantante, Roan aveva già pubblicato un EP nel 2017, molto alla Lorde, quando era ancora sotto contratto con Atlantic. Dopo che il progetto non ha avuto successo, è stata scaricata dalla casa discografica ed è dovuta tornare in Missouri.

«Dovevo farmi un bagno di umiltà», dice ora. «Se avessi avuto molto successo con il mio primo EP e quella versione di me stessa, penso che adesso non sarei felice».

Prima di questa intervista, Roan aveva scritto solo due mezze canzoni per il nuovo progetto: una che si ispira ai Cranberries e un’altra che dice essere una combinazione tra Hot to Go! e Naked in Manhattan, due delle tracce di punta del suo debutto. Nei giorni che hanno preceduto la nostra chiacchierata, Roan racconta che lei e Nigro avevano una melodia ma stavano facendo fatica a scriverci sopra i testi. Poi hanno deciso di metterla da parte e hanno ripreso «una vecchia canzone su cui abbiamo lavorato l’anno scorso», e l’hanno trasformata in qualcosa di nuovo.

Roan è nella sua fase «sperimentale», ma per il suo suono è interessata a giocare con il pop-rock anni Novanta. È un’era musicale che le interessa e che pensa possa esserle utile a connettersi con la nuova generazione di ascoltatori del pop.

«La nostra generazione è arrabbiata, per questo il disco sarà molto anni ’90. Una cosa del tipo: fanculo, ci batteremo per ciò a cui teniamo veramente», dice Roan. «Stiamo agendo dietro le quinte, stiamo combattendo per quello che amiamo, e tutto questo si riflette nella musica».

Roan ci racconta che scrive qualcosa – un testo, una poesia, un pensiero, qualsiasi cosa – ogni giorno, anche quando è in tour. «Per me è come fare allenamento, trovo così la forza per scrivere di nuovo… è così che funziona il mio cervello».

Sta anche «facendo continuamente ricerca» andando ai concerti, ascoltando nuova musica e leggendo poesie e romanzi. Di recente, ha letto Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh («Parla di questa ragazza depressa che impazzisce»), e si è appassionata ai film Bollywood degli anni Novanta come DDLJ e Kuch Kuch Hota Hai.

«Amo il camp e il fatto che non ci sia vergogna nel far sì che la storia non abbia senso per forza. È qualcosa di puro e magico, ed è davvero una fonte di ispirazione per me». Un’altra grande fonte di ispirazione visiva? Showgirls del 1995, «il film più camp, bello e malato di sempre».

Quest’anno ha suonato nei palazzetti in apertura al Guts World Tour di Olivia Rodrigo. Non ha avuto molto tempo per riposare, ma non si lamenta. «È fantastico», dice Roan. «È incredibile vivere la mia piccola vita da popstar. È fighissimo». 

Da Rolling Stone US.

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