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La rivalità fra Prince e Michael Jackson e altre curiosità su ‘Purple Rain’

L’esempio di ‘Thriller’, l’influenza di ‘Quadrophenia’, il leggendario concerto al First Avenue di Minneapolis, la lezione imparata aprendo per i Rolling Stones: il racconto di Bobby Z, batterista dei Revolution

Foto: Ross Marino/Getty Images

La sera del 28 febbraio 1984 Prince era a casa davanti alla tv a vedere Michael Jackson che diventava il primo artista della storia a vincere otto Grammy in una sola serata, tra cui quello per Thriller album dell’anno. «L’anno prossimo tocca a noi», ha detto Prince a fine serata a Bobby Z, amico di lunga data nonché batterista dei Revolution.

A quel punto, Purple Rain non era ancora uscito, né come come album, né come film, eppure Prince sapeva quel che aveva per le mani. Secondo Bobby Z, l’idea di fare un film era stata ispirata almeno in parte dall’incredibile successo del video diretto da John Landis. «Thriller incendia il mondo. Non è un semplice video, è un mini-film. E getta benzina sul fuoco di Prince. “Un mini-film? MTV? È roba mia. Me la prendo. Non è accettabile che lo faccia qualcun altro. Farò un vero film, dev’essere un film”».

Prince non aveva in testa solo Jackson. «Non c’entrava solo Michael. Era in competizione con tutti. E alla fine ce la fa. Diventa il protagonista del film. Piazza l’album al numero uno in classifica. E anche la canzone va prima» (Prince ha anche portato a casa dei Grammy per Purple Rain, anche se “solo” tre).

In occasione del recente 40esimo anniversario di Purple Rain, disco e film, Bobby Z (che ha suonato con Prince dal 1978 al 1986) ne ha parlato in un episodio del podcast Rolling Stone Music Now. Ecco alcuni punti chiave.

Mentre concepiva Purple Rain, Prince guardava «di continuo» Quadrophenia, il film del 1979 basato sul concept degli Who e interpretato tra gli altri da Sting. «Un’altra influenza fondamentale», dice Bobby Z. «Le storie di vita vera di mod e rocker diventano una sorta di West Side Story con da una parte i Revolution e dall’altra i Time». Secondo il batterista, Prince potrebbe aver preso in prestito il design della moto che usa in Purple Rain dal look degli scooter anni ’60 di Quadrophenia.

Il tour di Purple Rain è stato il momento-Beatlemania dei Revolution. «Le grida della gente sovrastavano la prima metà di Let’s Go Crazy. Quando si arrivava alla parte che fa “Dr. Everything will be all right”, la musica neanche si sentiva più». Per contrastare il boato del pubblico, Prince alzava a un volume pazzesco gli altoparlanti del monitor sul palco. «Ci sono volte in cui appoggio la testa sul cuscino e ancora lo sento risuonare nella testa», dice il batterista.

Per Bobby Z la pubblicazione del leggendario concerto del 3 agosto 1983 dovrebbe avere la massima priorità tra i progetti d’archivio. In quella data Prince si esibì coi Revolution al club First Avenue di Minneapolis. È lo show che Prince ha usato come base per varie tracce di Purple Rain, ma l’audio e il video dello show completo non sono mai stati pubblicati ufficialmente. «È il Santo Graal. Mostra la transizione dall’era di 1999 a quella di Purple Rain».

Prince ha imparato molto dall’esperienza come opening act dei Rolling Stones nel 1981. «Non andò bene», ricorda Bobby Z. «Lui era un tipo che confondeva gente come quella che cominciava a bere birra alle 6 del mattino. Ma non ha mai considerato il rifiuto come qualcosa di diverso da un incentivo a lavorare di più. “Ho capito”, diceva, “al pubblico dell’R&B darò 1999, a quello del rock Little Red Corvette”».

Da Rolling Stone US.

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