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Le lacrime, l’abbraccio, le scuse: Art Garfunkel racconta la “reunion” con Paul Simon

«Non puoi restare arrabbiato con qualcuno per tutta la vita. Abbiamo un legame profondo». Li riascolteremo cantare assieme? Ecco che cosa dice Art

Foto: Kevin Kane/WireImage

Nel 2015, parlando con un giornalista del Telegraph, Art Garfunkel si è rivolto a Paul Simon. Se n’è subito pentito. I due non suonavano assieme da cinque anni, la frustrazione stava montando. «Paul, eravamo sul tetto del mondo: come hai potuto mollare? Che ti passa per la testa, idiota? Come hai potuto lasciar perdere, stronzo?».

Forse, suggeriva il giornalista, Simon soffriva della sindrome di Napoleone ed era geloso dell’altezza di Garfunkel. «Credo tu abbia fatto centro, direi di sì», ha risposto Art, aggiungendo che da bambino aveva fatto amicizia con Simon proprio perché gli faceva pena per via della statura modesta. «Quel gesto di solidarietà ha creato un mostro. Fine dell’intervista».

Non è stata solo la fine dell’intervista, è stata quasi la fine del duo Simon & Garfunkel che nel 2003 avevano accantonato le loro divergenze per tenere una serie di concerti andata avanti fino al 2010, quando problemi alla voce hanno messo momentaneamente fuori gioco Garfunkel.

Alla domanda di NPR su una possibile reunion, nel 2016, un anno dopo che Garfunkel l’aveva definito un «mostro» sul Telegraph, Simon ha escluso del tutto la possibilità. «Non c’è molto da dire. La nostra musica è ferma al 1970. E onestamente non andiamo d’accordo. Quindi non è che l’idea sia divertente. Se lo fosse, direi: ok, qualche volta succederà che torneremo a cantare assieme. Ma quando non ti diverti e c’è tensione, beh, preferisco suonare in altre situazioni. Non succederà mai più. Questo è quanto».

E invece i due hanno ricucito il loro rapporto all’inizio di quest’anno. Garfunkel spiega a Rolling Stone che il riavvicinamento è iniziato con un incontro casuale col figlio maggiore di Simon, Harper, nei corridoi dell’hotel Pierre di New York. «L’ex moglie di Paul (Peggy Harper, nda) si è trasferita in quell’albergo», racconta Garfunkel. «Sapevo che prima o poi sarebbe successo e difatti ha organizzato un pranzo al ristorante del Pierre. Io e Paul ci siamo ritrovati ad andare d’accordo dopo tanti anni. Non puoi restare arrabbiato con qualcuno per tutta la vita. Devi aprirti e risolvere i problemi, per morire sereno».

Garfunkel ha colto l’occasione per scusarsi dei suoi commenti del 2015 e dopo pranzo ha portato Simon nel suo appartamento. «L’ho ferito quando ho parlato con la stampa inglese. Mi sono venute le lacrime agli occhi, ricordando che gli avevo fatto male. Ci siamo abbracciati in modo affettuoso. Mi ha emozionato più di quanto credessi. Il mio legame con Paul è profondo. Abbiamo riso tanto. Eravamo musicisti, ma anche degli allegroni, in fondo eravamo fan di Lenny Bruce».

Simon & Garfunkel non tengono un concerto completo da quando sono stati headliner al New Orleans Jazz Fest nell’aprile 2010. E non si sono più esibiti in alcuna veste dal giugno dello stesso anno, quando hanno interpretato Mrs. Robinson in occasione di un tributo al regista Mike Nichols organizzato dall’American Film Institute. La riconciliazione potrebbe portare a una sorta di reunion?

«Staremo a vedere», dice Garfunkel. «Non si sa mai. In passato quando ci rivedevamo, lui diceva: “Ti faccio sentire a cosa ho lavorato ultimamente”. Tirava fuori la chitarra e suonava qualcosa. E io ne rimanevo affascinato, stiamo parlando di un genio. Il mio incoraggiamento e le mie reazioni sincere lo rilassavano e gli facevano pensare che era fantastico lavorare con me. E con quello spirito finivamo per tornare a collaborare».

Un’opportunità di reunion potrebbe essere la celebrazione del 50° anniversario del Saturday Night Live che andrà in onda il 16 febbraio 2025. Il duo ha una lunga relazione con lo show, iniziata con la reunion avvenuta nel secondo episodio del 1975. Un’altra reunion di Simon & Garfunkel, dopo tanti anni di separazione, sarebbe un momento memorabile. «Sentito, Lorne?», dice Garfunkel quando glielo accenniamo (Lorne Michaels è l’ideatore del SNL, ndr). Anche Art Garfunkel Jr. è d’accordo: «Buona idea!».

«Ricordo di avere incontrato Lorne nel 1975  allo Chateau Marmont di Los Angeles», aggiunge Art Sr. «Stava mettendo a punto la formula del Saturday Night Live e cercava talenti pronti a seguirlo a New York. Paul dice di non essersi mai perso una puntata in 50 anni. Che devozione».

Anche una sola canzone al SNL rappresenterebbe un momento straordinario, ma che ne pensa di un tour completo di reunion? «È una domandona», dice Garfunkel Sr. «Io farei un tentativo per vedere come va. Se la chimica c’è, sarà irresistibile» (nel frattempo, Art Sr. e Jr. hanno inciso un nuovo album insieme, Father and Son).

Il figlio di Art è entusiasta all’idea di una reunion del padre con Simon. «Mi piacerebbe vederli di nuovo. Ricordo quand’hanno suonato al Colosseo nel 2004. C’erano 670 mila persone a godersi quel momento di condivisione. Mi piacerebbe riviverlo. E mi piacerebbe aprire per loro».

Da Rolling Stone US.

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