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Le mani degli ultras sugli affari che girano attorno ai concerti

Da una parte la gestione dei bagarini, dei parcheggi, dei venditori fuori da San Siro e persino «accordi preliminari» per gestire alcuni show (non allo stadio). Dall’altra i rapporti personali con gli artisti (che non sono indagati). Un riassunto di quel che è emerso dalle indagini

Foto: Zach Rowlandson/Unsplash

Gestione dei bagarini, dei parcheggi, dei venditori fuori dagli stadi. Pressioni, minacce, estorsioni. E persino accordi preliminari per gestire i concerti di alcuni artisti. Sono emersi nuovi particolari dall’inchiesta sul tifo organizzato di Milan e Inter che ha portato lunedì all’arresto in carcere o ai domiciliari di 19 persone che dovranno rispondere di vari reati tra cui l’associazione per delinquere con l’aggravante del metodo mafioso.

I particolari emersi non hanno a che fare solo coi rapporti con le società calcistiche, ma anche col mondo della musica. Da una parte ci sono gli affari relativi a tutto ciò che gira attorno ai grandi concerti a San Siro, compresa la rivendita dei biglietti da parte dei bagarini, dall’altra i rapporti personali tra i capi delle tifoserie e alcuni cantanti, soprattutto rap.

Le intercettazioni pubblicate tra le altre testate dal Corriere della Sera risalgono anche al 2021. Le curve sarebbero intervenute a San Siro in varie occasioni, da quando hanno scacciato alcuni ambulanti in occasione del concerto di Ultimo a quando l’anno scorso si sono inserite nella rivendita dei biglietti dei Coldplay. Sono citati anche gli show al Meazza di Blanco e dei Pinguini Tattici Nucleari. Per il gip Domenico Santoro, i capi ultras erano riusciti a «trasformare San Siro in un territorio franco, fuori da ogni controllo di legalità». Non tanto per gli scontri fra tifoserie, ma per il giro di soldi su cui cercare di mettere le mani.

E poi ci sono i rapporti personali tra le persone fermate e gli artisti. Com’è noto, il primo nome appartenente al mondo della musica che è stato tirato in causa è quello di Fedez. Il cantante non risulta indagato nell’inchiesta, ma è comunque finito sui giornali per i rapporti con vari soggetti arrestati tra cui il suo bodyguard Christian Rosiello (si veda la famosa foto a Parigi con lui e con Islam Hagag/Alex Cologno) e il capo ultras Luca Lucci. Con quest’ultimo, raccontano le intercettazioni pubblicate, avrebbe cercato di fare affari sia per la possibile acquisizione della discoteca Old Fashion di Milano, sia per la possibilità di distribuire la bibita lanciata con Lazza, che si chiama Boem, a San Siro.

C’è poi la vicenda del pestaggio a Cristiano Iovino avvenuto ad aprile in cui è coinvolto Rosiello e a cui sarebbe stato presente anche Fedez. Secondo il gip, è una «vicenda di indubbio interesse per le indagini, non certo per la presenza di Fedez quanto piuttosto perché l’episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta». Fermato da Valerio Staffelli di Striscia la notizia, Fedez ha ribadito: «Io non sono indagato di nulla».

Per il gip, Lucci ha avuto «relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale» tessendo rapporti anche con altri artisti. I nomi citati sono quelli di Lazza, Tony Effe, Cancun, Guè ed Emis Killa. «Ciò gli ha consentito di aumentare in maniera esponenziale e con pochissimi controlli i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (e in particolare in Calabria), sia internazionale».

Tra le decine di perquisizioni fatte dagli investigatori c’è anche, come ha riportato il Corriere della Sera, quella relativa alla casa di Emis Killa a Vimercate. Si tratta di una perquisizione presso terzi, vale a dire che il rapper non è indagato. «Aveva in casa quasi 40 mila euro in contanti, sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente e un taser», scrive il Corriere. «Soldi e “armi” sono state sequestrati dagli agenti della Squadra mobile».

Sempre secondo il Corriere e a proposito dei rapporti con gli ultras, Emis Killa è «stato riconosciuto tra i partecipanti all’aggressione di uno steward all’esterno di San Siro poco prima di Milan-Roma giocata lo scorso 11 aprile. L’addetto ai tornelli aveva provato a impedire a due tifosi di entrare con un unico biglietto e solo l’intervento dei poliziotti della Digos – a loro volta bersaglio di un tentativo di contatto – aveva evitato che il pestaggio avesse conseguenze gravi». Sempre secondo il Corriere, Emis Killa avrebbe con Lucci una compartecipazione nel franchise di tatuaggi Italian Ink.

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