Sono nato dieci anni dopo l’ultimo scudetto vinto dal Napoli, ma ho partecipato a quella festa anch’io. Di quella stagione so tutto: l’ho vissuta nei racconti delle persone, di mio padre e dei miei fratelli, nei miei testi, nei murales di Maradona.
Per un napoletano, quei due scudetti sono dei punti di riferimento assoluti: li festeggiamo ogni giorno, li portiamo con noi nella musica che facciamo, nei testi che scriviamo, nei momenti in cui siamo insieme, nei modi di dire.
In questa città il calcio è una specie di religione: il risultato di una partita è capace di cambiare l’umore delle persone. Quando la squadra vince siamo presi bene, quando perde stiamo malissimo, ci viene quasi una crisi. Un legame così forte cambia proprio il modo di vedere le cose: succede a me, succede a tutti i napoletani.
La città è bellissima: la gente fa festa insieme, le bandiere azzurre sono ovunque e i turisti sbucano da tutti i vicoli. Se ripenso a tutto quello che è successo ho quasi il magone. Per me, per noi, vedere De Laurentiis pronunciare senza paura la parola “scudetto” dopo così tanti anni, guardare le partite del Napoli con gli amici in studio, godere per le giocate di Kvara e Oshimen è una favola. Non la dimenticheremo mai, la racconteremo ai nostri figli, la ricorderemo nei momenti di sconforto, ci scriveremo sicuramente dei pezzi.
Napoli ha vissuto un’annata speciale, è sulla bocca di tutti, è più di tendenza che mai e ha finalmente il successo che merita. Il napoletano è la lingua più cool del Paese, la squadra di Spalletti è una delle più belle d’Europa: spacchiamo, sotto tutti i punti di vista, e questo scudetto è solo la ciliegina sulla torta.
È stato un anno speciale anche per il rap, dalla pubblicazione di un discone come DVLA di Luchè al mio secondo album, Il coraggio dei bambini. Un progetto a cui tenevo tantissimo e in cui mi sono messo a nudo come mai prima. Ho raccontato di ragazzi entrano in galera a vent’anni e, quando escono, hanno già i capelli bianchi, di bambini come me che hanno iniziato a lavorare prestissimo saltando un pezzo di infanzia: mi piace pensare che questo scudetto sia soprattutto il loro.
Io ci ho sempre sperato: so quanto sono forti i napoletani, so che siamo i numeri uno in un sacco di cose, so che di questa città si parla troppe volte nel modo sbagliato. Spero che questo scudetto sia solo il punto di partenza di una storia bellissima: godiamocela, guagliù, ce lo meritiamo.