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Metro Boomin riesce a far suonare la trap come un film di Christopher Nolan

Con 'Heroes & Villains' il produttore ha dimostrato che anche nel campo della trap i dischi non sono semplici raccolte di canzoni e feat

Foto: Phillip Faraone/Getty Images

Buona parte del dibattito sui dischi rap dei produttori gira attorno al cosiddetto boom bap. I fan chiedono a gran voce ai propri rapper preferiti di unire le forze con un produttore, come nei casi di Nas e Hit-Boy, Gibbs e Madlib o Black Thought e Danger Mouse in Cheat Codes. È logico che la dinamica a due MC-producer abbia un ruolo nell’hip hop classico, ma il suo potenziale non si esaurisce lì. L’ha dimostrato Metro Boomin, nome relativamente nuovo nell’ambiente trap, con l’album Heroes & Villains.

I 15 pezzi del disco riaffermano il potenziale di apertura ad altri mondi della trap. Grazie a Boomin, il paesaggio sonoro dominato dal sound della 808 assume varie forme. Non è la prima volta che la trap si mescola col pop, l’ha fatto durante tutti gli anni 2010, ma Heroes & Villains è un disco trap con un appeal di massa, non un disco pop che strizza l’occhio alla trap. Non contiene feat patinati, ma collaboratori abituali al cui successo ha contribuito lo stess Boomin. Il risultato è una colonna sonora trap degna d’un film di Christopher Nolan.

Il progetto conferma la genialità di Metro e dimostra che è possibile costruire mondi usando la trap, un genere caratterizzato troppo stesso da album che sembrano playlist compilate a casaccio. Il produttore di St. Louis, vero nome Leland Tyler Wayne, ha alle spalle una serie di progetti collaborativi, inclusi l’EP rivelazione Savage Mode con 21 Savage e Without Warning del 2017, con 21 e Offset, a tema Halloween. Double or Nothing con Big Sean e Savage Mode II erano discontinui, ma non è mai stata in discussione la produzione di Metro, che dà il meglio quando un progetto tenta di evocare un mood specifico, come in Without Warning o Savage Mode.

La trap si porta appresso lo stigma d’essere un genere fatto esclusivamente di pezzi festaioli, una critica che non tiene conto della bravura di collaboratori abituali di Metro come Future, Young Thug e Travis Scott. Il profilo di Metro non è quello dell’hitmaker a cui gli artisti si rivolgono per avere il pezzo forte dei loro progetti. Lui fa di più: aiuta gli artisti a crescere facendo un lavoro che ai produttori rap non viene mai riconosciuto. A soli 29 anni meriterebbe già di stare nel pantheon dei grandi producer.

In Heroes & Villains cerca come ha sempre fatto di superarsi. Lui e co-produttori Honorable C-Note, Alan Ritter e David x Eli tirano fuori la musicalità della trap usando la 808 per evocare altre estetiche sonore. In Feel The Fiyaah, ad esempio, Metro trasforma una buona canzone in qualcosa di più, aggiungendo una bassline alla fine di un verso formidabile del compianto Takeoff e poi sfruttando l’inclinazione di Rocky per i refrain in tonalità più bassa come perno per dare alla produzione direzioni differenti. In Creepin, gioca col tempo e contrappone la trap lenta, specialità di The Weeknd, a inserti del classico del 2004 di Mario Winans I Don’t Wanna Know. È la dimostrazione che il genere rientra legittimamente nei canoni della black music.

In più, Metro ha creato curiosità intorno a Heroes & Villains con una campagna di marketing intelligente, svelando poco a poco i nomi dei partecipanti con una serie di grafiche che celebravano i suoi collaboratori presentandoli come protagonisti di un fumetto. Ispirandosi agli inviti digitali della Dreamville per Revenge of The Dreamers 3, ha fatto montare l’interesse per l’album con il passaparola e speculazioni su chi sarebbe stato il prossimo nome annunciato. Ne è nata un’ondata virale in cui Metro figurava come ipotetico regista di questo film, mentre star come Young Thug e Gunna vestivano i panni di due anchormen in un video promozionale per Heroes & Villains.

Al confronto, l’album di DJ Khaled fa la figura del progetto prevedibile che ha fallito clamorosamente, schiacciato dalle aspettative create. Metro ha invece creato un mondo attorno al collettivo, offrendo  un motivo in più per partecipare al disco. Certo, non tutti i dischi collettivi devono per forza essere concept album. Nel caso di Heroes & Villains la cosa ha aiutato l’ascoltatore a orientarsi e ha generato un progetto in cui Metro ha allargato i confini della trap e creato attesa per vedere fin dove porterà il genere con la sua prossima mossa.

Tradotto da Rolling Stone US.

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