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Sanremo 2024, Kolors: «Non abbiamo voluto fare un’altra ‘Italodisco’»

Possibile hit della prossima primavera/estate, ‘Un ragazzo una ragazza’ segna il ritorno della band all’Ariston dopo sei anni. Superata la crisi, si candida per un posto sul podio: «Possiamo arrivare a tutti»

Foto: press

Preparatevi perché non ci sarà modo di evitarlo. Così come dalla scorsa estate fino a qualche giorno fa radio-tv-supermercati-centri villaggi avevano in altissima rotazione Italodisco, da febbraio fino alla prossima estate sarà impossibile non incappare quotidianamente ad Un ragazzo una ragazza, il brano con cui i Kolors si presenteranno a Sanremo (qui la nostra reazione al primo ascolto).

In un possibile (ad ascoltare il pezzo si potrebbe quasi dire certo) uno-due che tanto potrebbe ricordare l’inizio della stagione d’oro dell’ultima Annalisa (BellissimaMon amour), i Kolors ritornano a Sanremo dopo sei anni di assenza («Per noi è la Champions League del pop») con la consapevolezza di avere tra le mani una possibile hit. Non a caso Amadeus ha dichiarato di essere partito dal loro brano per costruire il cast di quest’edizione. «Mia figlia Grace (che di anni ne ha meno di 4, ndr) la canta quando siamo al mercato anche se l’ha sentita pochissime volte, è un buon segnale», chiosa Stash alla conferenza stampa di presentazione del brano. «Quando è uscita Italodisco faceva lo stesso. Ma è stato vedendo per strada una nonna con una nipote cantare “Questa non è Ibiza” che ho capito che avevamo la possibilità di arrivare a tutti».

Un ragazzo una ragazza in realtà nasce prima di Italodisco («Lo scorso anno avevamo mandato ad Amadeus una versione primordiale del brano»), ma in un anno ha subito una serie di stravolgimenti. Il pezzo, firmato con Davide Petrella, nasce da una scena specifica: «Eravamo in stazione a Milano e abbiamo visto un ragazzo che provava a rompere il ghiaccio con una ragazza. E ci siamo appassionati. Come ci si approccia offline in una vita oramai digitale? Il ragazzo per farcela doveva trovare “l’idea continentale”, proprio come dice il primo verso del brano». A livello sonoro rimane la matrice funk che più che i citati dalla band Prince e Al Jarreau ricorda il Daniele Silvestri di Salirò, soprattutto nell’incedere della strofa. Così come lo spettro di Italodisco che aleggia sull’intero sound nonostante la band ripeta – con una certa intelligente malizia – il mantra: «Non volevamo fare un’altra Italodisco».

Sulla serata cover, naturalmente, aleggia il segreto, ma Stash fa trapelare qualcosa spinto dall’entusiasmo del momento: «Sarà un medley di pezzi storici internazionali, di capolavori che ancora oggi sono contemporanei. Non ci bastava un pezzo solo». E sull’ospite: «Non possiamo fare nomi ma per noi è un sogno, la nostra prima scelta. Ci abbiamo lavorato parecchio».

Infine la band è voluta tornare sul momento di crisi dopo la sbornia post Amici («La De Filippi è stata la prima persona che ha creduto in noi») che ha portato ad un cambio di formazione e, infine, al ritrovato successo: «I momenti di down ti preparano alla risalita. Siamo grati di quei momenti perché senza non avremmo avuto la convinzione di chiuderci in studio e far cose gigantesche».

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