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«Siete un pubblico magnifico, anzi munifico»: il boom dei concerti in Italia

Avete l’impressione che sempre più gente vada ai concerti? Lo conferma il report Siae relativo a presenze e incassi nel 2023. Il settore non era tanto ricco nemmeno prima della pandemia. C’è uno scollamento tra streaming e live. Harry Styles guida la top 10 degli show con più spettatori

Foto: Rob De Martin

Ma quanta gente va ai concerti? È la domanda che molti si stanno facendo in quest’estate di show negli stadi, negli ippodromi, ovunque. Artisti come Lana Del Rey che di solito riempivano il Forum fanno registrare oltre 60 mila presenze. Mostri del pop come i Coldplay non fanno uno, ma quattro concerti all’Olimpico di Roma, per non dire dei sette San Siro di Vasco Rossi, che però è un fenomeno a parte. I Green Day fanno registrare proprio in Italia il record di presenze per uno show in Europa.

È vero che ci sono stati concerti che hanno attirato molta meno gente del previsto, per non dire delle tristi cancellazioni come quelle di Bruce Springsteen e dei Queens of the Stone Age, ma l’impressione è che il mercato della musica live nel nostro Paese non sia mai stato tanto florido. La gente spende per i concerti, specialmente per i grandi eventi.

La conferma è arrivata ieri dall’88esimo rapporto Siae sullo stato di salute di spettacolo, intrattenimento e sport curato dall’Osservatorio dello Spettacolo della Società Italiana degli Autori ed Editori. Non è relativo al 2024 (troppo presto), ma al 2023. E dimostra che gli italiani stanno spendendo, eccome, per gli spettacoli dal vivo.

I concerti di musica pop e rock (la Siae ne ha contati 61.700 nel 2023 nel nostro Paese) sono stati visti complessivamente da 28 milioni di spettatori, con un incremento addirittura del 70% sull’ultimo anno “normale” prima della pandemia, il 2019, prima delle chiusure e della lenta ripresa. È un “rimbalzo” notevole che va oltre un fisiologico ritorno ai live dopo le restrizioni. Si potrebbe ipotizzare un cambiamento di atteggiamento verso i concerti. Nonostante i prezzi non sempre accessibili, sono eventi sempre più popolari e ambiti specie se si presentano sotto forma di grande evento per il nome dell’artista o il momento della sua storia in cui si tengono.

Solo allo Stadio di San Siro per il pop e il rock si sono registrati 1.092.406 spettatori. Per i concerti si spende, questo è poco ma sicuro. Gli italiani hanno sborsato per i live quasi un miliardo di euro, per la precisione 967 milioni, +33% sul 2022, +88% sul 2019. Nell’incremento è compreso l’aumento dei prezzi dei biglietti, ma è chiaro che c’è una forte propensione alla spesa nei live.

A cosa si deve questa impennata di presenze? Secondo Bruno Sconocchia, presidente di AssoConcerti, a cui aderiscono Live Nation, D’Alessandro & Galli, Friends & Partners, Vivo, Trident, Comcerto e altri, i dati «evidenziano l’importanza del settore “live” come pratica sociale, come risposta alla crescente richiesta di aggregazione, di condivisione, soprattutto per le nuove generazioni».

Le città in cui si sono stati organizzati più show sono non sorprendentemente Roma (3866) e Milano (3250), seguite da Firenze (1631). Carlo Parodi, presidente di Assomusica, l’associazione che mette assieme Barley Arts, DNA, Ponderosa, OTR e altri organizzatori di concerti ed eventi, nota «con piacere l’incremento importante dei concerti su tutto il territorio nazionale che ha anche positivamente coinvolto il Sud Italia e i comuni non metropolitani».

Il fenomeno ha a che fare anche con la potenza aggregativa degli artisti internazionali che vengono in Italia. Nelle classifiche determinate da streaming e vendite impazzano com’è noto gli italiani. Un piccolo esempio: nel primo semestre del 2024 la top 10 dei singoli è tutta sanremese, nella top 20 degli album c’è un solo disco internazionale, The Tortured Poets Department di Taylor Swift, che comunque è tredicesimo.

Nel settore live, invece, gli artisti internazionali hanno ancora un ampio seguito, un fatto attribuibile a vari fattori che vanno dalla popolarità di lungo periodo e la storia che hanno, alla qualità degli spettacoli, alla forza del repertorio, al fatto che il loro arrivo rappresenta spesso un evento. E così 8 posizioni su 10 nella classifica dei concerti con più spettatori in Italia nel 2023 sono coperte da artisti inglesi o americani, in controtendenza rispetto alle classifiche dello streaming.

Con ben 102.861 spettatori, il concerto di Harry Styles del 22 luglio 2023 alla RCF Arena di Reggio Emilia è stato il più visto in assoluto in Italia l’anno scorso. Il secondo concerto col maggior numero di spettatori è il Marrageddon di Marracash che si è tenuto all’Ippodromo di Trenno, a Milano, con 83.981 presenze. Seguono, nello stesso luogo, Travis Scott (80.091 spettatori) e la seconda data di The Weeknd (79.847).

Ci sono poi, nell’ordine, i Pinguini Tattici Nucleari alla RCF Arena (79.636 spettatori), la prima data di The Weeknd all’Ippodromo (78.860), Bruce Springsteen all’Autodromo di Monza (72.129), gli Imagine Dragons al Circo Massimo (69.525). Anche la nona e la decima posizione sono coperte da concerti che si sono tenuti all’Ippodromo di Trenno, a Milano, giacché questa classifica è ovviamente determinata anche dalla capienza dei luoghi: sono gli Arctic Monkeys (65.320) e i Red Hot Chili Peppers (64.713). Pubblicati entrambi a ottobre 2022, The Car degli Arctic e Return of the Dream Canteen dei Red Hot non compaiono nella top 100 annuale dei dischi più ascoltati in Italia né nel 2022, né nel 2023. Quando gruppi del genere arrivano, però, la gente va a vederli, eccome.

Il report Siae contiene anche la classifica per spesa al botteghino, che tiene conto del prezzo dei biglietti e non solo delle presenze. Vede al primo posto sempre Harry Styles seguito nell’ordine da Springsteen a Monza, da ognuna delle quattro date dei Coldplay a San Siro, di nuovo Springsteen ma al Circo Massimo, Travis Scott all’Ippodromo. In nona e decima posizione i due show di The Weeknd a Milano.

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