SLF, il rap alla ricerca della Napoli autentica | Rolling Stone Italia
We the Squad 2

SLF, il rap alla ricerca della Napoli autentica

La “famiglia” formata da MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo, Yung Snapp e Niko Beatz vuol raccontare la città com’è, oltre il turismo, la fiction, le celebrazioni e le criminalizzazioni. Nel rap italiano esistono ancora le crew e la solidarietà

SLF, il rap alla ricerca della Napoli autentica

SLF

Foto press

Siamo in piena “primavera” del rap napoletano, un momento d’oro per la scena locale. Se in passato l’uso del dialetto ha sollevato dubbi sull’accessibilità e la diffusione del rap partenopeo nel panorama nazionale, oggi la discussione appare del tutto superata. Il dialetto non è più percepito come un ostacolo, ma un elemento che aggiunge autenticità e un simbolo di radicamento culturale.

La dimostrazione sta non solo nel numero crescente di artisti napoletani al vertice delle classifiche degli ascolti, ma anche nello spessore e originalità dei loro progetti. Tra i protagonisti di questa fase spicca la SLF (acronimo di Siamo La Fam). Composta da MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo, Yung Snapp e Niko Beatz, la crew ha creato un’identità musicale coerente, capace di fondere talenti diversi in un progetto collettivo. Questa alchimia è evidente nel loro ultimo mixtape We The Squad Vol. 2. Napoli è in grado di raccontarsi in maniera autentica attraverso il rap, al di là di narrazioni superficiali.

Nel rap contemporaneo, in Italia e non solo, il concetto di collettivo è sempre più raro. SLF ha scelto di portarlo avanti con determinazione. «Un tempo l’idea del gruppo era più forte, anche a livello di mercato», dice Lele Blade. «Ma mettere insieme tante teste non è facile. Chi inizia da solo spesso prosegue da solo. Noi siamo sempre stati nello stesso collettivo, fa parte del nostro modo di vedere la musica». MV Killa aggiunge che, pur non essendo un gruppo in senso stretto, il loro modo di collaborare aggiunge spessore alla musica che producono: «Siamo artisti autonomi, ma ci organizziamo come una crew. Amiamo stare insieme. Le nostre carriere singole, crescendo, migliorano anche il collettivo. Il risultato finale è maggiore della somma delle parti». Per Yung Snapp questo approccio va oltre la musica: «Abbiamo sempre ragionato collettivamente, condividendo studio e spazi. È un modus operandi strutturato, come fosse un laboratorio comune».

Tutto ciò avviene in un contesto unico nel panorama italiano come quello della città di Napoli, dove nella scena rap, soprattutto quella più giovane, c’è un senso di solidarietà e coesione difficilmente riscontrabile altrove. «È una mentalità che appartiene alla nostra città, ma è anche una necessità», dice MV Killa. «A Napoli non esiste un’industria musicale strutturata come a Milano, quindi abbiamo dovuto costruirci tutto da soli, facendo forza l’uno sull’altro». Lele Blade conferma: «Abbiamo sempre avuto una mentalità diversa. È una cosa intrinseca al nostro modo di essere».

SLF - 'NA VITA ANNANZ feat. Geolier, MV Killa, Yung Snapp, Lele Blade, Vale Lambo (Official Visual)

Dai brani più legati alla tradizione dello street rap ai pezzi più radiofonici a tema sentimentale, Napoli è sempre presente sullo sfondo. A volte emerge come protagonista. È il caso di ‘Na vita annanz, uno dei brani più profondi e interessanti che il gruppo abbia mai prodotto. Racconta delle tante morti innocenti che hanno costellato la cronaca nera di Napoli negli ultimi anni. «Siamo orgogliosi di questo pezzo», dice Yung Snapp. «Eravamo in Toscana a finalizzare il disco, e in quel periodo Napoli era segnata da tante morti in strada. La vicenda di Santo Romano ci ha colpiti profondamente, è stato un trauma. Sentivamo il bisogno di raccontare il dolore di vedere tanti innocenti morire così e di trasmettere la nostra sofferenza. Come giovani napoletani ci siamo sentiti estremamente coinvolti nel vedere persone che saremmo potute essere noi morire in quel modo. È uno dei pochi pezzi a sfondo sociale che abbiamo fatto nella nostra carriera, ma ne andiamo super fieri».

A questo tema si lega MV Killa, parlando della narrazione unidimensionale a cui spesso i media ricorrono nel raccontare Napoli. La città secondo il rapper viene sempre ridotta a uno stereotipo sia quando la si criminalizza che quando ne si fa un ritratto folcloristico. Il rap è uno dei pochi spazi in cui la città riesce a raccontarsi in maniera autentica. «È importante raccontare tutti i lati della nostra città. Da qualche anno Napoli vive un periodo florido, anche grazie al turismo», dice MV Killa. «Noi ci teniamo a mostrare la complessità della nostra città, cercando soprattutto di rappresentare i ragazzi che la abitano e veicolando un messaggio positivo».

SLF - REAL OG feat. MV Killa, Yung Snapp, Lele Blade, Vale Lambo (Visual Video)

We The Squad 2 viene definito dai rapper un mixtape, eppure il progetto ha la forma di un disco vero e proprio. I mixtape sono un prodotto tipico del mondo rap dei primi anni 2000, sostanzialmente compilation di brani in cui venivano utilizzate produzione non originali e che dunque venivano distribuiti in un circuito parallelo a quello della musica ufficiale. Oggi con lo streaming è cambiato tutto e i mixtape, nel loro significato originario, non esistono più. «Per noi mixtape vuol dire libertà», spiega Yung Snapp. «Nei percorsi solisti seguiamo una visione personale, nei mixtape esploriamo tutto, senza vincoli. In studio, se sentiamo un beat che ci ispira, lo seguiamo senza sovrastrutture. Quando si fa un disco singolo si può decidere in partenza di voler trattare un tema specifico, nel disco collettivo è raro che avvenga. Si lavora sugli spunti: se qualcuno registra una strofa su un argomento, un altro può agganciarsi e svilupparlo. Conoscendoci bene, tutto viene naturale».

Vale Lambo aggiunge che «a livello di produzione, il nostro mixtape non ha nulla da invidiare a un album. È l’approccio a fare la differenza. We the Squad è un mixtape per il modo in cui lo realizziamo, più che per il risultato finale». «Quando fai un album solista segui solo il tuo percorso», dice MV Killa, «con SLF devi mettere tutte le carte in tavola e trovare una sintesi. Yung Snapp ha un ruolo chiave in questo, ma siamo tutti abituati a gestire questo bilanciamento. Far parte di un progetto eterogeneo è la nostra forza: possiamo creare sempre qualcosa di nuovo». Lele Blade: «Siamo fortunati perché siamo distribuiti su fasce d’età diverse, il che ci permette di avere sensibilità variegate. Ognuno completa l’altro sia sul piano delle esperienze personali che sul knowledge musicale».

La SLF riesce dunque a unire modernità e tradizione, in una commistione dal sapore contemporaneo. Per veicolare il concetto di mixtape, e legarlo alla napoletanità del gruppo, sulle pagine del collettivo sono stati pubblicati due brevi video che raccontano la storia dei contrabbandieri nel porto della capitale campana. «I contrabbandieri sono gli hustler di Napoli», dice MV Killa, «persone che dal niente si costruiscono un proprio modo di sopravvivere. È una storia molto hip hop, anche se avviene in un contesto diverso. Noi vogliamo fare questo, costruire ponti che raccontano la nostra identità».