Sono tre anni che Stephen Stills non tocca droga e alcol. «E sto veramente bene», racconta su Zoom in collegamento dalla sua casa a Los Angeles. «Sono tornato il tizio che ero prima che iniziasse questa follia, una persona affabile e socievole. A inizio carriera, prima ancora che vendessi un solo disco, era tutto speciale, ma quando ci metti sopra del veleno… sono contento di essere tornato quel che ero».
Dopo la serie di concerti con Judy Collins del 2018, Stills ha smesso di andare in tour, ma continua a esibirsi occasionalmente, ad esempio a scopo benefico come quando il 30 gennaio ha cantato For What It’s Worth con i Dawes e Mike Campbell al FireAid, per poi fare Teach Your Children con Graham Nash. Era dal 2016 che i due non si esibivano assieme. «È stato come mettersi su un vecchio paio di scarpe», dice Stills. «E il piacere di suonare con quei ragazzi lo ha reso ancora più speciale. Non frequento Nash perché vive sulla East Coast, ma è stato bello rivedere il mio vecchio amico».
Negli ultimi due anni Stills si è esibito al Painted Turtle lo scorso ottobre, al 90° compleanno di Willie Nelson nel 2023 e ha fatto qualche concerto qua e là con la Jim Isray Band, ma non è del tutto convinto di tornare in tour. «Sono un po’ più attivo adesso, quindi una possibilità c’è. Dipende dal tipo di locale dove posso andare a suonare».
A scoraggiarlo è la prospettiva di stare troppo tempo su un tour bus. «È il grande ostacolo. Non riesco a immaginarmi fare di nuovo quei viaggi, soprattutto senza Mike Finnegan (il tastierista di CSN morto nel 2021, nda) che mi racconta le sue storie. O forse non sarebbe poi tanto diverso dalla vita che faccio oggi, visto che passo il tempo a leggere libri e smanettare al computer. E suonare mi piace ancora». Lo diverte il fatto di avere smentito, lo scorso 3 gennaio, chi pensava che non sarebbe arrivato a 80 anni. «Sto raccogliendo soldi da chi ha scommesso contro», dice scherzando.
L’8 marzo si esibirà alla Town Hall di New York per l’85esimo compleanno di Judy Collins. Oltre alla folksinger ci saranno Paula Cole, Rickie Lee Jones, Richard Thompson, Sophie B. Hawkins. Ad aprile sarà la volta di Light Up the Blues, concerto di beneficenza a favore di Autism Speaks con Billy Idol, Cat Power, Linda Perry. Ci sarà anche Neil Young: invitando Richie Furay, potrebbe organizzare una reunion dei Buffalo Springfield. «Per questa cosa ti rimando a Neil. Lui si vanta, ovviamente, di essere prevedibile».
Negli ultimi tre anni Stills ha lavorato molto lentamente a un’autobiografia. Non la leggeremo presto. «Procedo una parola alla volta», dice, aggiungendo che per rinfrescarsi la memoria è andato a rileggersi articoli d’epoca di New York Times, Washington Post e L.A. Times.
«Sono andato a riprendere i giornali usciti nel giorno del mio compleanno nel corso degli anni, aiuta a risintonizzarsi su quel periodo e a far fluire i ricordi. Far funzionare i neuroni a quest’età è una bella sfida. magari ti viene in mente una cosa e scopri che è successa in un altro decennio rispetto a quello che pensavi. È stato un bell’esercizio. Scrivendo il libro ho capito che più le cose cambiano, più rimangono uguali. E lasciamelo dire, scrivere è molto più semplice adesso che sono sobrio».