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Steve Albini ai Nirvana: «Vorrei essere pagato come un idraulico»

I Nirvana hanno condiviso sui social la lettera con cui Albini chiarisce i punti per la collaborazione di 'In Utero'. Un'occasione per riscoprire la personalità e la filosofia del produttore e musicista appena scomparso

Foto: Paul Natkin/Getty Images (1) e Michael Lavine (2)

Che Steve Albini fosse un personaggio, un musicista e un produttore unico è cosa nota, ma a poche ore dalla sua morte i Nirvana attraverso i loro social lo hanno voluto ricordare condividendo una lettera che Albini scrisse prima di iniziare la sua celebre collaborazione con la band per In Utero. La lettera, indirizzata a Kurt, Dave e Chris, viene scritta da Albini in una pausa durante le sessioni di In on the Kill Taker dei Fugazi, album che però uscirà prodotto da Ted Niceley e della band stessa che non riuscì a trovare la quadra con Albini.

Ne abbiamo estratte alcune parti che raccontano la filosofia e l’idea di Albini su come si fa un disco e su come si lavora con una band.

«Se le case discografiche ci mettono becco, non voglio farne parte»

Penso che la cosa migliore che potreste fare in questo momento sia esattamente ciò di cui state parlando: realizzare un disco in un paio di giorni, con alta qualità ma “produzioni” minimali e nessuna interferenza dai capi dell’ufficio. Se è davvero quello che volete fare, mi piacerebbe esserne coinvolto. Se, invece, vi troverete nella posizione di essere temporaneamente accontentati dalla casa discografica, solo per essere tirati per la giacchetta in un momento successivo (rompervi le scatole per rielaborare canzoni/sequenze/produzione, chiamare dei professionisti per “smussare” il vostro disco, affidare l’intera cosa a qualche remixatore, e così via…) allora sarete in una brutta situazione e non ne voglio far parte. Sono interessato solo a lavorare su dischi che riflettano legittimamente la percezione della band sulla propria musica e esistenza. Se vi impegnate in questo come principio metodologico per la registrazione, allora mi darò da fare per voi. Lavorerò più di voi.

«La band è la cosa più importante»

La maggior parte degli ingegneri e produttori contemporanei vedono un disco come un “progetto” e la band come solo un elemento del progetto. Inoltre considerano le registrazioni come una controllata sequenza di suoni specifici, ognuno dei quali è sotto completo controllo dal momento in cui la nota viene concepita fino al sessione finale. Se la band viene spinta nel processo di realizzazione di un disco, pazienza; finché il “progetto” ottiene l’approvazione di chi ne ha il controllo.
Il mio approccio è esattamente opposto.
Considero la band la cosa più importante, come l’entità creativa che ha generato sia la personalità che lo stile della band e come l’entità sociale che esiste 24 ore su 24. Non penso che sia mio compito dirvi cosa fare o come suonare. Sono ben disposto a far sentire le mie opinioni (se penso che la band stia facendo dei buoni progressi o un grave errore, considero parte del mio lavoro dirglielo), ma se la band decide di perseguire su qualcosa, farò in modo che venga fatto.
Mi piace lasciare spazio per gli incidenti o il caos. Realizzare un disco senza soluzione di continuità, in cui ogni nota e sillaba è al suo posto e ogni cassa è identica, non è difficile. Qualsiasi idiota con la pazienza e il budget per permettere tali follie può farlo. Preferisco lavorare su dischi che aspirano a cose più grandi, come l’originalità, la personalità e l’entusiasmo. Se ogni elemento della musica e della dinamica di una band è controllato da tracce click, computer, mix automatici, gate, campionatori e sequencer, allora il disco potrebbe non essere sbagliato, ma certamente non sarà eccezionale. Avrà anche poco a che fare con la band dal vivo, che poi è ciò per cui si fa tutto questo frastuono.

«Basare le registrazioni sui miei gusti è stupido»

Non ho un vangelo fisso di suoni standard e tecniche di registrazione che applico ciecamente a ogni band in ogni situazione. Siete una band diversa da qualsiasi altra e meritate almeno il rispetto di avere i vostri gusti e le vostre preoccupazioni prese in considerazione. Basare le registrazioni sui miei gusti è stupido come progettare una macchina intorno agli interni. Voi ragazzi dovete decidere e poi spiegarmi cosa volete suonare così non partiremo nella registrazione del disco da direzioni diverse.

«Remixare è per fighette senza talento»

Non considero la registrazione e il mixaggio come compiti separati che possono essere eseguiti da specialisti senza un coinvolgimento continuo. Il 99 percento del suono di un disco dovrebbe essere stabilito durante la registrazione della traccia base. Le vostre esperienze sono specifiche per i vostri dischi; ma nella mia esperienza, fare un remix non ha mai risolto problemi reali, solo immaginari. Non mi piace fare remix delle registrazioni di altri ingegneri del suono, e non mi piace registrare cose per essere remixate da qualcun altro. Non sono mai stato soddisfatto di nessuna di queste metodologie. Fare remix è per fighette senza talento che non sanno come accordare un tamburo o puntare un microfono.

«Vorrei essere pagato come un idraulico»

Ho spiegato questo a Kurt, ma ho pensato fosse meglio ribadirlo qui. Non voglio e non prenderò alcuna royalty su alcun disco che registri. Niente punti. Fine. Ritengo eticamente indifendibile pagare un compenso a un produttore o a un tecnico del suono. È la band che scrive le canzoni. È la band che suona la musica. Sono i fan della band che comprano i dischi. La band è responsabile se è un grande disco o un disco orribile. I compensi appartengono alla band.
Vorrei essere pagato come un idraulico: faccio il lavoro e voi mi pagate ciò che vale. La casa discografica si aspetterà che io chieda un punto o un punto e mezzo. Se consideriamo tre milioni di vendite, questo si traduce in circa 400.000 dollari. Non c’è modo che io accetti mai così tanto denaro. Non riuscirei a dormire. Devo essere a mio agio con la somma che mi pagate, ma è il vostro denaro, e insisto affinché anche voi siate a vostro agio. Kurt ha suggerito di pagarmi una somma che io considererei un pagamento completo, e poi, se davvero pensaste che meriti di più, di pagarmi un’altra somma dopo.
Mi fido che sarete equi con me. Vi lascerò prendere la decisione finale su quanto mi sarà pagato. Quanto sceglierete di pagarmi non influenzerà il mio entusiasmo per il disco.

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