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Timbaland ti insegna come si crea una canzone a livello pro con l’intelligenza artificiale

Gli altri artisti lanciano appelli contro l’uso dell’AI, lui è diventato consulente di Suno, la piattaforma che permette di generare infinite variazioni di canzoni, beat, arrangiamenti. «L’AI non sostituisce gli artisti, li aiuta ad essere più creativi». Ecco una dimostrazione di come funziona

Foto: L. Busacca/Getty Images for Songwriters Hall Of Fame

Timbaland era convinto d’essere definitivamente fuori dai giochi. Parliamo del produttore che a partire da metà degli anni ’90 ha reinventato più volte il R&B, l’hip hop e il pop vestendo classici di Aaliyah, Justin Timberlake e Jay-Z di ritmi brillanti, synth futuristici, campionamenti e hook per i quali ha un orecchio straordinario. A 54 anni, temeva di non riuscire più a essere innovativo. «Credevo che fosse finita», dice, seduto nello studio della sua villa a Miami. «La musica è uno sport per giovani. Io sono il migliore, giusto? Uno dei migliori produttori di sempre. So tirare fuori grandi ritmi, ma a quanto pare le nuove generazioni non erano particolarmente colpite da quel che facevo».

Poi ha scoperto Baby Timbo. È il nomignolo che Timbaland ha dato a Suno, il potentissimo e controverso generatore di musica basato sull’intelligenza artificiale, al centro di azioni legali intentate dalle principali etichette discografiche visto che il suo algoritmo è addestrato usando canzoni protette da copyright. Timbaland ne è entusiasta e ha pure firmato un contratto da consulente creativo della start-up. «Puoi creare grandi canzoni in pochi minuti. Ho sempre voluto fare quello che Quincy Jones ha fatto con Thriller di Michael Jackson. Suno è l’equivalente di Thriller. Dio mi ha fornito questo strumento. Credo di avere creato un migliaio di beat in tre mesi e molti, anche se non tutti, sono dei banger. Sono di ogni genere immaginabile, solo stamattina ho fatto quattro canzoni K-pop».

Il migliaio di beat e pezzi sono solo quelli che Timbaland reputa degni di non essere scartati: li ha selezionati tra più di 50 mila canzoni generate con l’applicazione.  «Dipende tutto dal mio gusto. Non devo suonare nulla, ma so cosa voglio ascoltare».

Quando è stata lanciata, alla fine del 2023, Suno era un’applicazione text-to-music: si digitava una descrizione, si scriveva il testo della canzone o lo si faceva creare all’app, e ne usciva un pezzo fatto e finito. È una funzione ancora presente, ma oggi Suno offre opzioni più sofisticate e Timbaland ne utilizza una in esclusiva. Si tratta di una funzione in versione beta che si chiama cover-song. Consente di caricare beat o canzoni di propria creazione che Suno usa per generare infinite variazioni, in ogni genere musicale immaginabile. Timbo dà in pasto a Baby Timbo dei brani presi dal suo vasto archivio di beat e di idee per canzoni inedite, oppure delle nuove creazioni, e lo lascia libero di rielaborarli.

Timbaland è uno dei pochissimi grandi nomi della musica che difende l’uso dell’AI generativa. Lo fa a dispetto della causa che l’industria ha intentato anche contro un concorrente, Udio, e nonostante la forte ostilità della comunità degli artisti. Nell’aprile 2024 più di 200 musicisti, tra cui Billie Eilish, Nicki Minaj e Stevie Wonder, hanno firmato una lettera aperta contro la musica generata con l’AI. «Alcune delle aziende più grandi e potenti stanno usando l’intelligenza artificiale per sostituire gli artisti, violando i nostri diritti e sminuendo il valore del nostro lavoro», hanno scritto. La richiesta: le aziende tech devono «smettere di usare l’intelligenza artificiale per violare e svilire i diritti degli artisti».

A febbraio, più di 1000 artisti inglesi (tra cui Kate Bush, Damon Albarn e Annie Lennox) hanno pubblicato un album senza suoni, Is This What We Want?, in segno di protesta contro le leggi proposte nel Regno Unito, leggi che consentirebbero alle aziende di AI di utilizzare materiale protetto da copyright senza il consenso degli artisti. «Il governo britannico non deve legalizzare il furto di musica per favorire le aziende di AI», hanno dichiarato. Bush ha chiesto: «Nella musica del futuro, le nostre voci non si sentiranno più?». A dimostrazione di quanto questi strumenti siano tabù, uno dei pochissimi altri produttori di spicco che ultimamente ha ammesso di usarli è Kanye West, uno che tra una smattata e l’altra si proclama orgogliosamente nazista.

Timbaland non si scompone di fronte all’ostilità dei colleghi e non ha nulla da eccepire sul fatto che per addestrare Suno siano state utilizzate milioni di canzoni protette da copyright. «State qui a parlare di diritti d’autore, di questo e di quello. È questione di teoria. L’app sta imparando cosa viene suonato sulla Terra…. se non possiede un bagaglio di conoscenze, come può dare risposte? Bisogna farle il dono della conoscenza. Tutto qui: è conoscenza della musica». Secondo lui, i musicisti dovrebbero collaborare con le aziende di AI per «capire, per esempio, come possiamo guadagnare da tutto ciò. E la questione può essere risolta».

Timbaland non dà alcun credito all’idea che gli strumenti basati sull’AI potrebbero sostituire il lavoro degli esseri umani in ambito musicale. Continua ad avvalersi di produttori, autori e parolieri ingaggiati appositamente. «È uno strumento che può migliorare il tuo lavoro», dice. «Non funziona da solo. E potrebbe anche suggerirti qualcosa a cui non avresti mai pensato, portandoti a fare il disco più bello della tua vita. Ecco, se succedesse, ne parleresti ancora male? Io non voglio escludere gli esseri umani. Voglio solo ispirarli a fare di meglio».

Paragona la resistenza degli artisti alla diffidenza verso le prime voci trattate con Auto-Tune, negli anni 2000. «Era una grossa questione, tanto che Jay-Z ha fatto Death of Auto-Tune», dice ridendo. «Ma dai. T-Pain è stato l’unico a mettersi in gioco, allora. Come sto facendo io adesso».

Il partner creativo che al momento collabora con Timbaland si chiama Zayd Portillo ed è un ventenne sveglio ed entusiasta. Si avvicina all’iMac piazzato su una scrivania per farmi vedere come lavorano. Riproduce il bozzetto di canzone che Timbaland ha scritto nel 2010: un beat lentissimo, un hook bofonchiato che ha inciso il produttore con una cadenza vagamente asiatica e un controcanto che sembra fatto con degli strumenti, anche se in realtà si tratta della sua voce.

L’hanno caricato su Suno e, con la funzione cover-song, ne hanno generato delle variazioni, utilizzando dei prompt con semplici descrizioni dello stile voluto. Timbaland insiste e non vuole che si pubblichino le parole esatte che ha usato: anche se non sono coperti da copyright, i prompt ora costituiscono una proprietà intellettuale che cerca di proteggere.«Sono la chiave!». Nelle “cover” create da Suno, l’AI trasforma il suo controcanto appena accennato in linee di chitarra o in deliziose voci femminili, declinando la canzone in vari generi, il tutto con cantanti generati dalla macchina che emettono vocalizzi in una non-lingua che non è né inglese, né altro.

Portillo e un autore esterno hanno poi elaborato il testo di una di queste variazioni, un R&B con un basso incalzante, e hanno utilizzato la funzione cover-song su quella versione, caricando il nuovo testo nell’interfaccia: così hanno ottenuto quella che considerano una canzone finita, con una voce femminile sensuale che nel mondo reale non esiste. «Gli autori hanno il controllo totale», assicura Portillo.

Lui e Timbaland non sono contrari all’idea di pubblicare semplicemente queste versioni, ma potrebbero anche provare a mandare brani del genere a un artista per avere la sua interpretazione vocale. Timbaland dice che sta già cercando di convincere grandi nomi a registrare alcune di queste creazioni.

I due si spingono oltre. Timbaland ha preso una canzone ancora inedita che aveva fatto con Busta Rhymes e ha usato la funzione cover-song per generarne una nuova versione reggae, con una voce femminile che canta al posto di Rhymes, utilizzando comunque il testo della leggenda del rap. Timbaland l’ha mandata a Rhymes e gli ha suggerito di riregistrare il suo flow su questa versione, trasformando il pezzo in un duetto con l’AI. «Gliel’ho fatta ascoltare su FaceTime ed è impazzito».

Finora, l’indiscutibile potenziale dei generatori di musica AI si è manifestato solo per reazione. Beyoncé ha detto di aver cercato un suono vero per Cowboy Carter in risposta alla tecnologia: «Più vedo il mondo evolversi, più sento una connessione profonda con la purezza. Davanti all’intelligenza artificiale, ai filtri digitali e alla programmazione, volevo tornare agli strumenti reali e ne ho usati di molto vecchi». Una delle canzoni di maggior successo degli ultimi mesi, Die With a Smile di Lady Gaga e Bruno Mars, è stata registrata dal vivo in studio con una vera band. «Non è una coincidenza che dietro all’uso di tutta questa strumentazione vera ci sia l’ascesa dell’intelligenza artificiale», mi ha detto di recente Andrew Watt, che ha prodotto la canzone. «La gente pensa: ok, i computer stanno diventando così bravi che riescono a fare questo e quello. E allora qual è la cosa più vera e grezza che non sono in grado di fare?».

Non è un ragionamento che Timbaland condivide. «Perché mai dovrebbe perdersi l’umanità se ascolti qualcosa che ti fa sentire bene?», chiede e, frustrato, alza la voce. «Perché mai tormentarsi per qualcosa che senti dentro di te?».

Da Rolling Stone US.

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