Anche nel settore della musica live i dati sono una miniera d’oro. Promoter, gestori di locali, biglietterie online e pure gli artisti vogliono conoscere sempre più a fondo il pubblico e le sue abitudini, per accontentarlo al meglio o spingerlo a spendere di più.
I dati degli spettatori vengono raccolti dal momento in cui effettuano il check-out online fino a quando superano i controlli di sicurezza. Ci sono locali che organizzano concorsi con omaggi al fine di indurre gli spettatori a fornire il proprio numero di telefono, mentre un semplice oggetto come un braccialetto per l’ingresso può servire a tracciare le aree del festival più frequentate.
Tutto ciò può sembrare spaventoso e in effetti, in alcuni casi, le informazioni raccolte potrebbero essere utilizzate in modo improprio. I sostenitori di queste pratiche affermano però che l’analisi dei dati, nel campo della musica dal vivo, è orientata a perfezionare la loro attività in modo non invasivo. Man mano che le transazioni si fanno meno private e più sofisticate, i clienti dovrebbero essere consapevoli di ciò che stanno condividendo, per capire se sono d’accordo. Negli Stati Uniti, Evan Greer, che dirige del gruppo di difesa dei diritti digitali Fight for the Future, ha più volte ribadito l’importanza di una legislazione sulla raccolta e lo sfruttamento dei dati. «È arrivato il momento di responsabilizzare i nostri rappresentanti, affinché varino alcune norme fondamentali che riducano l’abuso connesso alla raccolta dei dati».
Ecco alcune delle aree principali in cui è più probabile che stiate cedendo i vostri dati, sia all’interno che all’esterno delle aree da concerto.
Nella procedura di acquisto dei biglietti
Le aziende raccolgono tutta una serie di dati personali prima ancora che uno spettatore abbia varcato i cancelli. Che acquistino i biglietti direttamente sul sito di un artista o di un locale, o che li comprino attraverso marketplace come Ticketmaster, AXS o StubHub, i clienti di solito danno il loro indirizzo IP che fornisce al proprietario del sito web la posizione approssimativa, a meno che non si siano adottate misure per nascondere i dati. Alcuni servizi potrebbero anche essere in grado di sapere in che modo un utente è arrivato al sito, se attraverso una ricerca su Google o cliccando su una pubblicità.
Ovviamente, per acquistare un biglietto occorre fornire i dati della carta di credito, l’indirizzo e-mail e il numero di telefono, oltre ad altre informazioni, tra cui nome e cognome. Un promoter che preferisce rimanere anonimo ha spiegato a Rolling Stone che, esaminando la dashboard di Ticketmaster per un concerto, può estrarre le percentuali relative alla ripartizione dei sessi, allo stato civile e alle fasce di reddito.
All’ingresso
La raccolta dei dati non finisce certo con l’acquisto del biglietto. Per anni, le tradizionali telecamere a circuito chiuso (CCTV) sono state una misura di sicurezza fondamentale nel corso dei grandi eventi e continuano a essere comuni in certi spettacoli. Non sono nulla paragonate alla tecnologia biometrica che sta iniziando a essere implementata.
È forse la novità più controversa che sta arrivando nel mondo della musica dal vivo e si tramuterà in uno dei nodi più importanti, man mano che un numero maggiore di locali la adotterà. Il riconoscimento facciale tramite la scansione dei volti all’ingresso di un concerto ha destato grande attenzione negli Stati Uniti negli ultimi mesi. Uno dei motivi principali per cui un artista potrebbe sfruttare questa tecnologia è la sicurezza: per esempio, durante il Reputation Tour, Taylor Swift l’ha utilizzata per proteggersi da alcuni stalker noti alle autorità.
La scansione del volto può essere usata anche in modo più inquietante. James Dolan e il Madison Square Garden hanno fatto ricorso a questa tecnologia per identificare ed espellere dall’arena alcuni legali i cui studi sono coinvolti in cause contro l’azienda. L’anno scorso l’avvocato Barbara Hart ha raccontato a Rolling Stone di essere stata allontanata dal concerto di Brandi Carlile al Madison Square Garden dopo essere stata individuata tramite riconoscimento facciale. Hart, che lavora in uno studio che ha avviato una class action contro la società Madison Square Garden Entertainment, ma che non è coinvolta in prima persona nella pratica, ha definito la tattica «un comportamento di ritorsione di persone potenti nei confronti di altre, e questo dovrebbe preoccuparci. È stata un’esperienza inquietante».
Madison Square Garden Entertainment si avvale del riconoscimento facciale in tutte le sue sedi, compresi il Beacon Theatre e il Radio City Music Hall. Ma non sono le uniche strutture dotate di questa tecnologia. Il FirstEnergy Stadium, sede dei Cleveland Browns, la adotta per l’ingresso rapido. Anche l’Hard Rock Stadium di Miami, il Citi Field di New York e il Mercedes-Benz Stadium di Atlanta utilizzano questa tecnologia.
Come recentemente riportato da Rolling, diversi artisti di alto profilo (tra cui Tom Morello e Zach de la Rocha dei Rage Against the Machine, Boots Riley e Speedy Ortiz) hanno deciso di boicottare qualsiasi struttura che utilizzi la scansione del volto. Ma la biometria non si ferma alla semplice scansione facciale: l’anno scorso, per esempio, il Red Rocks Amphitheater di Morrison, Colorado, ha abbandonato l’uso della tecnologia di scansione del palmo della mano fornita da Amazon.
A parte il discorso della sicurezza, un locale può sfruttare i dati raccolti con dei concorsi per ottenere informazioni sui frequentatori del concerto che non hanno pagato personalmente il biglietto. Pensiamo, per esempio, a una persona ha acquistato più biglietti per gli amici. Questi clienti si trovano all’interno del locale come avventori, ma i gestori dispongono di una quantità minore di dati sul loro conto, dal momento che non hanno comprato i biglietti in prima persona. Per raccogliere almeno alcune informazioni, i locali possono organizzare concorsi o mettere in palio degli omaggi, come esperienze VIP o biglietti per un altro spettacolo, che potrebbero richiedere l’inserimento del numero di telefono per ricevere messaggi SMS, spingendo così i fan a partecipare e raccogliendo al contempo i loro dati.
Agli stand
Un promoter con cui abbiamo parlato ci ha spiegato che, durante la pandemia, la sua azienda ha sviluppato un’app mobile per facilitare i pagamenti senza contanti per cibo, bevande e merchandising. È nata per necessità di sicurezza, ma si è rivelata anche un modo efficace per raccogliere dati più precisi su ciò che la gente acquista. Il promoter sostiene che questi dati potrebbero essere utili al fine di ottenere delle sponsorizzazioni aziendali, che costituiscono un tassello importante della macchina della musica live. «Se offri Corona e Budweiser e tutti comprano Budweiser, questo ti dice qualcosa», dice. «Quindi potresti parlare con Budweiser e vedere se sono interessati a diventare sponsor».
Ci sono anche i dati preziosi relativi a ciò che i fan di specifici generi di musica potrebbero voler acquistare durante gli spettacoli. «Si possono individuare dei trend di genere», dice il promoter. «Per cui se a un certo pubblico piace l’oggetto X, ad altri potrebbe piacere quello Y».
Nell’area dei festival
Quando si acquista un biglietto spesso occorre fornire il proprio indirizzo di casa, ma alcuni eventi live possono arrivare a tracciare i vostri spostamenti durante lo spettacolo vero e proprio. I festival musicali più importanti spesso richiedono ai partecipanti di indossare dei braccialetti RFID durante il loro svolgimento. A prima vista, l’RFID è solo un modo rapido per entrare in un luogo, ma per gli organizzatori il valore sta nei dati immagazzinati nei device.
Il Coachella, per esempio, può tracciare la posizione degli spettatori all’interno dell’area del festival attraverso i braccialetti o la sua app mobile installata nel telefono dell’utente. I partecipanti possono essere rintracciati quando si trovano vicino agli “indicatori di prossimità” disseminati nell’area o quando i loro braccialetti vengono scansionati all’ingresso e all’uscita di determinate zone. Questi dati possono aiutare ad analizzare il movimento delle persone all’interno della struttura, mettendo così gli organizzatori nella condizione di fare piani per il futuro, valutando chi ha attirato la folla più numerosa o quali artisti potrebbero abbinarsi bene, al momento di assegnare i palchi e stabilire gli orari dei concerti.
Da Rolling Stone US.