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Tananai in concerto non è un dilettante allo sbaraglio

Ieri sera a Milano, sul palco con la stessa aria incredula di Sanremo, il cantante (with a little help from Fedez e Rosa Chemical) ha dimostrato di non essere solo un fenomeno televisivo e social

Foto: Roberto Graziano Moro

Ce lo ricordiamo tutti Alberto Cotta Ramusino, in arte Tananai, a Sanremo 2022. Quello che esultò per essere arrivato all’ultimo posto. Quello che, dopo aver rivisto la sua esibizione sul palco dell’Ariston, se ne uscì con: «Pensavo di aver fatto una figata, invece è andata una merda». Quello che Domenica In stava quasi per condurla, quella volta che Mara Venier, in diretta, corse in camerino per indossare la t-shirt del suo merch, lasciandolo da solo di fronte alle telecamere sotto lo sguardo sornione di Pierluigi Diaco.

La sua presa bene ha bucato, infatti, lo schermo – televisivo e quello dello smartphone – e ha contagiato subito una grande fetta di pubblico. Il motivo? Forse perché Tananai incarna la rivincita dei perdenti, quelli belli, a cui noi tutti aspiriamo: chi sa trasformare un fallimento in una wave di ottimismo, surfando sui propri difetti come un fuoriclasse e buttando il cuore oltre la stecca. E poi sui social Tananai spacca, dannatamente spacca, signora mia.

Salto temporale: Tananai che annuncia le sue prime date ed è subito sold out. In particolare a Milano, dove i biglietti per le due date al Fabrique vengono polverizzati in pochi minuti. Non solo: dopo Sesso occasionale, il pezzo che ha presentato al Festival, pure Baby Goddamn, pubblicato un anno prima, entra in classifica e viene certificato disco di platino. Una parabola fortunata che non vuole proprio fermarsi: da una parte le interviste, gli editoriali, le sfilate di moda, dall’altra le storie su Instagram coi sacchetti dell’Esselunga e i video mentre spegne sigarette nei drink dei suoi amici. Sembra voler continuare a dirci: «Ma veramente, raga?».

Passata la scia magica di Sanremo, passato Torino che oltre ad ospitare l’Eurovision ha accolto anche la data zero del suo tour, arriviamo al suo primo concerto milanese che si è tenuto ieri sera: sarà riuscito a reggere la portata di un live oppure no? Flop o non flop? È la domanda che si fanno tutti, soprattutto gli addetti ai lavori, e il concerto di ieri sera, nella sua Milano, qualche risposta l’ha data.

Partiamo quindi con la cronaca. Innanzitutto, il pubblico: alle 18:30, all’ingresso del Fabrique, c’è già una cinquantina di ragazzi accampati e scalpitanti manco fosse un concerto di Harry Styles. E sotto un sole che picchia forte, il che non è affatto un dettaglio trascurabile. L’età media è bassa, ma nemmeno così bassa come ci si può immaginare. Tante ragazze, ça va sans dire, e molti ragazzi che accompagnano le ragazze. Qualcuna con i brillantini colorati in faccia, tanto per imitare Euphoria, e qualcun’altra con già addosso la sua maglietta, come una perfetta Lontrina (così si fanno chiamare le sue fan). Ma ci sono anche gruppi di ragazzi che sono venuti per conto loro: alcuni incuriositi da Sesso occasionale e dal personaggio in sé e molti altri, invece, fan della prima ora che conoscono Tananai come produttore di musica elettronica, ovvero il disco del 2017 pubblicato sotto lo pseudonimo Not for Us.

Il concerto inizia verso le 21, e già si vocifera che ci sarà qualche ospite a sorpresa. Si accendono le luci sul palco: la scritta Tananai campeggia gigante in font stile Metallica sopra la testa del batterista. E sulle prime note di Maleducazione fa il suo ingresso Tananai, indossando un giubbotto di pelle con sotto la canotta d’ordinanza. Urla e applausi d’ovazione. La prima impressione che abbiamo è che la voce non si senta molto bene, un po’ sovrastata dalla parte musicale. Subito dopo parte una tripletta di pezzi che fanno da fil rouge e ripercorrono gli anni passati: Volersi male, Esagerata e Calcutta. Partono anche un «Sei bellissimo» da parte delle Lontrine e un reggiseno.

Seconda impressione: Tananai con la band ricorda i Finley, ma più sexy e più contemporaneo. Prende coraggio a piene mani dal suo pubblico per trasferire quell’energia su di sé, e quando scende dal palco la sua faccia rimbalza da uno schermo di un cellulare all’altro: c’è infatti chi sta seguendo il concerto da casa, tra una nota vocale e una diretta sui social. Infatti non c’è campo. Poi arriva la prima chicca della serata: Pasta, nuova canzone, seguita da Baby Goddamn, Ichnusa e Saturnalia, quest’ultima attraversando la platea fino al mixer a dedicandola alla sua fidanzata Sara. Il pubblico è in delirio, non solo perché Tananai si fa trascinare dalla folla sorseggiando qualche bicchiere offerto, ma anche per la presenza di Chiara Ferragni che assiste al concerto dal balconcino vip.

Con Sunshine si inaugura il secondo filone del concerto: quello di pura elettronica, con Tananai solo sul palco, a parte un enorme fungo gonfiabile alla sua sinistra, vagamente acid, vagamente estetica rave. Terza impressione: è un trasformista, Tananai; sembra i Finley che ora sembrano Cosmo. Il fungo si sgonfia, e al suo posto ricompare la band: parte Bear Grylls e poi la hit Sesso occasionale. La platea del Fabrique viene illuminata a giorno perché nessuno riesce a resistere alla storia strappa consensi su Instagram. Del resto, siamo qui anche per sentire Sesso occasionale, e una canzone di successo non porta con sé nessuna colpa. Va celebrata. Ma ecco che finalmente il palco si anima veramente: sale Rosa Chemical per duettare su Comincia tu, cover riuscitissima di A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà. Scatta il limone tra i due. Quarta considerazione: Tananai regge bene il concerto, ma è Rosa Chemical a rubargli quasi la scena. Momento stupendo, forse il migliore della serata. Le sorprese non finiscono, perché con il pezzo successivo, Le madri degli altri, sale Fedez a dargli manforte e arriva potente come un gol dell’Inter quando gioca in casa. Fedez annuncia anche di aver scritto un nuovo pezzo con Tananai. Momento gossip: c’è anche Rovazzi al concerto, e più tardi raggiungerà Fedez sul balconcino vip del Fabrique. I due sorridono insieme, quindi pace fatta e confermata?

Il concerto continua con 10K Scale, Seno sinistro e con una sognante versione al piano di Giugno, un po’ intimista e perfetta per ammaliare il pubblico prima del nuovo cambio di registro. Si torna, infatti, alla musica elettronica e al fungo psichedelico. Quinta considerazione: Tananai ora sembra Tananai, spogliato di tutti i personaggi precedenti. Forse è la scaletta che nella seconda parte funziona meglio rispetto alla prima. Siamo agli sgoccioli, è il momento del bis: Sesso occasionale e Baby Goddamn prima di augurare a tutti la buonanotte e disegnare una x su questa prima data milanese.

Che impressione ci siamo fatti, arrivati a fine concerto, di Tananai? Ha vinto la scommessa del live oppure no? Di sicuro ha confermato quello già sapevamo: il suo mood, sul palco, è di uno che ancora non ci crede, di avercela fatta. Che è molto nazional-popolare, come abbiamo già detto, e provoca l’immedesimazione. Ma, tralasciando questo atteggiamento un po’ naïf seppur autentico, non è certo un dilettante allo sbaraglio, e anzi è molto più consapevole di quello che ci vuol far credere. Sa mischiare le carte che ha in mano come un perfetto prestigiatore, alternando le sue hit a momenti, abbastanza riusciti, in cui rivela credibilità artistica nonostante non abbia ancora un repertorio strutturato. Una visione c’è, nonostante sia un po’ sghemba e ancora in divenire.

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