Quando Taylor Swift ha annunciato che avrebbe ri-registrato i suoi primi sei album, dopo che l’etichetta Big Machine ha venduto i suoi master alla Ithaca Holdings di Scooter Braun, mettendo la sua eredità artistica «nelle mani di chi vuole smantellarla», come ha detto la cantante, la mossa è stata raccontata come un attacco valoroso per sostenere la battaglia degli artisti che vogliono riprendere il controllo della propria musica. Così, quando Fearless (Taylor’s Version) il primo remake, è stato pubblicato ad aprile, l’uscita è stata accompagnata da una sorta di imperativo morale: la cosa giusta da fare, dicevano gli swifties, era streammare solo ed esclusivamente la nuova versione. Ascoltare l’originale, ha detto uno di loro, sarebbe stato come «mettere soldi nelle mani di ratti avidi ed egoisti».
Per la gioia dei fan più leali, quando è uscito Fearless (Taylor’s Version) è arrivato in cima alla classifica degli album di Rolling Stone US. Nel frattempo, gli stream dell’originale sono crollati. Ma cosa succederà in futuro? Nonostante i due dischi siano stati registrati a 13 anni di distanza, a livello sonoro le differenze sono davvero poche. Forse la nuova versione è meno twangy, ma per la maggior parte, Swift ha ri-creato le sue canzoni nota per nota, accordo per accordo.
Tuttavia, due mesi dopo l’uscita, il gap tra il numero di ascolti dei due dischi si è ristretto fino a diventare impercettibile; in alcuni casi l’originale ha addirittura sorpassato la nuova versione. In parte è un fenomeno naturale: i dati di streaming dei dischi tendono a scendere nelle settimane successive all’uscita e generalmente si stabilizzano dopo circa quattro mesi.
Per ora, le uniche canzoni del Fearless originale che cominciano a superare le nuove versioni sono le hit Love Story e You Belong With Me. Sono i remake delle gemme nascoste come Forever & Always e Hey Stephen a surclassare gli originali, un segno che gli swifties più determinati stanno ancora ascoltando la Taylor’s Version. Gli ascoltatori casuali invece, tendono a sentire l’originale.
Sia Spotify che Apple Music promuovono la Taylor’s Version nelle loro playlist editoriali. Gli originali, invece, continuano ad apparire in playlist dedicate a ere specifiche, come quelle dedicate al country dei primi anni 2000. Ma c’è un altro fattore in gioco: quale versione appare nei risultati di ricerca quando un utente digita il titolo?
A differenza della collocazione nelle playlist, che è fatta da esseri umani, le ricerche sono in mano a un algoritmo basato sulla popolarità. Per esempio, cercando Love Story o You Belong With Me, le versioni originali appaiono per prime su entrambe le piattaforme (Apple Music e Spotify non hanno risposto a Rolling Stone US, che ha chiesto se hanno intenzione di bypassare l’algoritmo per favorire le nuove registrazioni). Nelle piattaforme in cui gli stream sono programmati, come per esempio Pandora, gli originali superano di gran lunga le nuove versioni.
Insoma, Fearless (Taylor’s Version) non ha disintegrato Scooter e soci, ma ha sicuramente assestato un bel colpo. Gli stream dell’originale sono cresciuti solo del 10% nell’ultimo anno, meno del +15% fatto registrare dall’industria dello streaming nel suo complesso e decisamente meno di altri album pre 1989 di Taylor. Gli stream del debutto sono aumentati del 27%, quelli di Speak Now del 47%.
Ha collaborato Andrew Firriolo. Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.