Il 5 ottobre del 1962, un nuovo singolo intitolato Love Me Do entrava a gamba tesa sugli scaffali di tutti i negozi di dischi inglesi. Era il 45 giri di debutto dei Beatles – un nome che all’epoca conoscevano in pochi al di fuori di Manchester o della loro Liverpool, eccezion fatta per il piccolo seguito racimolato in Germania grazie ai frequenti concerti della band allo Star Club di Amburgo. La canzone si rivelò una hit, raggiungendo la diciassettesima posizione in una delle tante classifiche settimanali britanniche, ma tanto bastò per convincere la EMI a scommettere sui Beatles.
Paul McCartney aveva iniziato a scrivere Love Me Do qualche anno prima, nel 1958, mentre marinava la scuola a 16 anni. Non passò molto tempo, e il brano veniva completato insieme a un nuovo amico, di nome John Lennon. «Tutta la canzone è stata co-scritta», ricordò in seguito Paul. «Certamente l’idea è partita da me, ma il lavoro è da dividere 50-50. Semplicemente Lennon e McCartney seduti insieme, tutti e due senza un’idea particolarmente brillante».
Lennon, invece, aveva un ricordo diverso di quei giorni. «Love Me Do è una canzone di Paul», disse nel 1980. «Forse ho aiutato qui e là, ma non ci giurerei. Sapevo che la canzone era forte, già durante i nostri concerti ad Amburgo, quando ancora non eravamo cantautori»
Durante i giorni ad Amburgo, infatti, la scaletta dei Beatles era costellata interamente da cover di Ray Charles, Chuck Berry, Little Richard, Bo Diddley e altri pionieri del rock americano. Dopo i primi tentativi, finalmente trovarono il coraggio per iniziare a lavorare su brani loro, partendo proprio da Love Me Do. Inaspettatamente il brano funzionava anche dal vivo, così i futuri Fab Four decisero di suonarlo ad Abbey Road durante l’audizione con la EMI, il 6 giugno 1962, insieme a Besame Mucho, P.S. I Love You e Ask Me Why.
A quei tempi alla batteria c’era ancora Pete Best, ma il produttore George Martin non era convinto del suo modo di suonare. «George Martin era abituato al fatto che i batteristi andassero perfettamente a tempo, dato che tutti i turnisti che usava durante le registrazioni delle grandi band avevano un perfetto senso del tempo», ha ricordato McCartney. «Ora tutti i batteristi che avevamo a Liverpool avevano senso spirituale, senso emotivo, persino senso economico, ma nessuno aveva senso del tempo. George ci prese da parte e ci disse: “Sono davvero insoddisfatto del batterista. Che ne dite di cambiarlo?”, e noi, “Assolutamente no!”. Non potevamo tradirlo, ma le nostre carriere erano in bilico e forse avrebbero annullato il nostro contratto».
Nessuno dei membri della band ricordava il motivo esatto dell’estromissione di Pete Best, avvenuta due mesi dopo la prima sessione per la EMI, ma quando tornarono ad Abbey Road il 4 settembre del 1962, il nuovo batterista Ringo Starr era dietro le pelli. Eseguirono Love Me Do circa 15 volte, ma Martin non era ancora soddisfatto del suono della batteria. Quando l’11 settembre tornarono in studio per un’altra sessione, alla batteria c’era il turnista Alan White, con grande sorpresa e orrore di Ringo.
«Ero devastato dal fatto che George dubitasse di me» racconta Ringo nella Beatles Anthology. «Ero arrivato carico per suonare, e sentii “Abbiamo un batterista professionista”. Dopo quella volta George si è scusato un mucchio di volte, ma fu davvero devastante – ho odiato quello stronzo per anni. Ancora non me ne capacito!». Martin, durante quelle sessioni, lasciò che Ringo suonasse il tamburello. Magra consolazione.
Ringo si prese la sua rivincita con l’uscita di Love Me Do, il 5 ottobre del 1962 – quando la EMI scelse di usare una delle take con lui alla batteria. Tuttavia, quando il singolo fu ripubblicato in America nell’aprile successivo, venne usata la versione suonata da Andy White, la stessa in seguito inclusa dentro Please Please Me in Inghilterra e in Introducing . . . The Beatles in America.
Nessuno dei quattro Beatles si aspettava che Love Me Do iniziasse a scalare le classifiche britanniche alla fine del 1962. «La prima volta che ho sentito Love Me Do alla radio mi sono venuti i brividi dappertutto» ha detto George Harrison. «È stato il più bel passaparola di tutti i tempi, considerando anche il fatto che eravamo dei ragazzini. Quando qualche giorno dopo ci presentammo in EMI, tutti erano così amichevoli, “Ciao ragazzi, entrate pure…”».
Nel gennaio del 1963, la band pubblicò il suo secondo singolo Please Please Me. Il brano schizzò in cima alle classifiche, dando ufficialmente il via alla Beatlemania in tutta Inghilterra. Ci sarebbe voluto un altro anno, tuttavia, perché quella mania contagiasse anche gli Stati Uniti.