Fin dall’inizio della sua carriera, il pubblico ha sentito di avere una sorta di diritto di critica nei confronti di Britney Spears. Mentre consolidava il suo posto nella storia della musica pop, la sua vita è diventata una fonte infinita di titoli per i tabloid. Tutti volevano sapere tutto quello che c’era da sapere su Britney – e nel suo memoir, The Woman in Me, la cantante finalmente dà loro quello che vogliono.
Ma i momenti più rivelatori del libro mostrano quanto poco si sapesse dell’esistenza che la Spears ha condotto lontano dalle telecamere, di quello che ha regalato al mondo e di quello che le è stato tolto, di come l’impatto di quelle esperienze viva ancora dentro di lei. In 275 pagine la Spears approfondisce i 13 anni di conservatorship, l’essere madre, le complesse relazioni con i partner precedenti e il modo in cui il suo legame con la musica è stato cambiato per sempre.
Ecco i punti più caldi di The Woman in Me.
La conservatorship l’ha trasformata in un «robot-bambina»
«Sono diventata un robot. Ma non solo un robot, una sorta di robot-bambina», scrive la Spears, ripercorrendo il cambiamento interiore che ha subito durante i 13 anni sotto la tutela del padre, Jamie Spears. «Mi sentivo così infantile da perdere pezzi di quello che mi faceva sentire me stessa».
La cantante ha paragonato l’esperienza al controllo a cui era stata sottoposta da parte della stampa e del pubblico da bambina, costretta a diventare maggiorenne davanti al mondo intero, ma quella stessa pressione proveniente da un genitore era peggio. «Se pensavo che essere criticata dalla stampa per il mio corpo fosse un male, faceva ancora più male da parte di mio padre», ha spiegato. «Mi ha detto ripetutamente che sembravo grassa e che avrei dovuto fare qualcosa».
Più volte, prima della conservatorship, la Spears ha cercato di combattere mentre la pressione intorno a lei aumentava. È ciò che l’ha spinta a radersi la testa nel 2007. E di quando la sua famiglia ha iniziato a usare le maniere forti ha detto: «Mi è stato fatto capire che quei giorni erano ormai finiti».
Si è sentita tradita dalla sorella Jamie Lynn, che le ha detto di «smettere di combattere» la conservatorship
Quando la Spears ha capito che i suoi genitori erano in qualche modo contro di lei – suo padre controllava tutto e sua madre lo appoggiava – pensò di poter almeno contare sulla sorella minore Jamie Lynn. Ma non è stato così. Nel 2018, dieci anni dopo l’inizio della conservatorship, la cantante ha contattato Jamie Lynn tramite messaggio dopo essere stata ricoverata in una struttura di salute mentale contro la sua volontà. La sua richiesta di aiuto è stata accolta così: «Smettila di combattere… Non c’è niente che puoi fare, quindi basta».
«Sembrerà pazzesco, ma lo ripeto perché è la verità: pensavo che avrebbero cercato di uccidermi. Non capivo come Jamie Lynn e nostro padre avessero sviluppato un rapporto tanto buono», ha scritto. «Sapeva che le stavo chiedendo aiuto e che lui mi perseguitava. Avrebbe dovuto schierarsi dalla mia parte».
Ovviamente non è andata così: «Mentre io combattevo e ricevevo molta attenzione da parte della stampa, lei stava scrivendo un libro, traendo quindi profitto da tutta questa storia. Ha raccontato storie volgari su di me, molte delle quali dolorose e assurde».
La cantante però ha detto che spera un giorno di ricucire la sua relazione con Jamie Lynn come parte della sua guarigione. «Sarà sempre mia sorella e amo lei e la sua bellissima famiglia. Sto lavorando per provare più compassione che rabbia nei suoi confronti, e nei confronti di tutti quelli che mi hanno fatto del male», ha scritto la Spears, aggiungendo: «Non è facile».
Ha accettato la conservatorship per i suoi figli
Britney Spears ha sempre messo al primo posto i suoi due figli, Jayden e Sean Preston. Dopo aver divorziato da Kevin Federline però ne ha perso la custodia. L’anno successivo è arrivata la conservatorship e Brit scrive di aver permesso che ciò accadesse per stare con i suoi figli: «Visto che ho rispettato le regole, mi hanno riportato i miei ragazzi», ha dichiarato la Spears.
Britney sostiene che suo padre Jamie Spears aveva preso il controllo della sua vita personale, compresa la sua dieta e le decisioni relative alla contraccezione. Non le era permesso nemmeno di bere caffè.
«Anche se ho letteralmente implorato il tribunale di nominare qualcun altro – e intendo dire, chiunque altro, pure un passante sarebbe stato meglio – mio padre è diventato il mio tutore».
La Spears ha anche riflettuto su cosa significhi per lei la libertà dalla conservatorship. «Libertà significa poter essere buffi, sciocchi e divertirsi sui social media… Libertà significa poter commettere errori e imparare da essi», ha scritto. «Libertà significa che non devo esibirmi per nessuno, sul palco o fuori dal palco. Libertà significa che posso essere meravigliosamente imperfetta come tutte le altre persone. E libertà significa la capacità, e il diritto, di cercare la gioia, a modo mio, alle mie condizioni».
È stata «rinchiusa contro la sua volontà» quando ha saputo del movimento #FreeBritney
Verso la fine del 2018, la Spears ha iniziato a opporsi alla tutela, in particolare al ruolo di suo padre. I suoi sforzi in realtà hanno indotto mister Spears a portarla in una struttura da 60mila dollari al mese a Beverly Hills. «Mio padre ha detto che se non fossi andata, avrei dovuto andare in tribunale, e mi sarei sentita in imbarazzo», ha scritto la Spears, aggiungendo che Jamie Spears aveva minacciato di farla sembrare un’«idiota».
Mentre era in rehab, «rinchiusa contro la mia volontà per mesi», venne a conoscenza delle persone che stavano combattendo per la sua libertà come parte del movimento #FreeBritney. «È stata la cosa più sorprendente che abbia mai visto in vita mia», ha ricordato la Spears. «Non credo che la gente sapesse quanto significasse per me il movimento #FreeBritney, soprattutto all’inizio».
Durante il percorso, alla cantante era proibito uscire, guidare la macchina, chiudere la porta o fare il bagno in privato. Le veniva inoltre richiesto di donare il sangue su base settimanale e poteva guardare soltanto un’ora di TV ogni sera e prima delle 21:00. Il movimento #FreeBritney, rivelato alla Spears da un’infermiera della struttura, era un elemento del mondo esterno da cui veniva tenuta lontana.
Si è sentita supportata ma troppo esposta nel movimento #FreeBritney e nei documentari
I fan dietro il movimento #FreeBritney volevano fare tutto il possibile per restituirle la sua libertà. Hanno analizzato i suoi post online alla ricerca di indizi sul fatto che avesse bisogno di aiuto, si sono riuniti in grandi gruppi di protesta e hanno presentato una petizione per la fine della tutela. I loro sforzi sono stati potenziati dal rilascio di numerosi documentari sulle principali piattaforme di streaming, tra cui Netflix e Hulu. Ma la Spears ha faticato a bilanciare il sentirsi supportata ed esposta da quelle attività, che non prevedevano mai il suo coinvolgimento.
«Vedere i documentari su di me è stata dura. Capisco che tutti avessero buone intenzioni, ma mi ha ferito il fatto che qualche vecchio amico abbia parlato con i registi senza prima consultarmi… C’erano così tante ipotesi su ciò che dovevo aver pensato o sentito», ha scritto. «Ogni giorno c’era un altro documentario su di me su un altro servizio di streaming».
Nessuno però ha fatto sentire la Spears più sfruttata di suo padre, che a un certo punto disse: «Sono io Britney Spears adesso». Brit aveva già provato a raccontare la sua storia, menzionando la tutela durante un’intervista in un talk show nel 2016, ma il segmento non è mai andato in onda.
«Troppo malata per scegliere il mio ragazzo e in qualche modo abbastanza sana per apparire in sitcom e spettacoli mattutini e per esibirmi davanti a migliaia di persone in una parte diversa del mondo ogni settimana», ha affermato la Spears. «Da quel momento in poi, ho iniziato a credere che [Jamie Spears] pensasse che ero nata soltanto per farlo guadagnare».
Ha perso la motivazione nel fare musica
Da quando la conservatorship è terminata, nel 2021, Britney è stata finalmente libera di prendere decisioni per sé stessa senza interferenze esterne. Verso la fine della battaglia legale ha festeggiato scrivendo che finalmente poteva uscire ad acquistare un iPad da sola. Questo era il tipo di cose semplici di sui era stata privata. Ma, da subito dopo la liberazione di Britney, i suoi fan volevano immediatamente nuova musica. Per Britney però, questo processo è più complesso.
«No, non proprio», ha scritto in risposta alle insinuazioni secondo cui la tutela le avrebbe effettivamente salvato la vita. «La mia musica era la mia vita, e per questo la conservatorship era mortale; mi ha schiacciato l’anima… Andare avanti nella mia carriera musicale non era il mio obiettivo in questo momento. È tempo per me di non essere chi gli altri vogliono che sia; è ora di ritrovare davvero me stessa».
Ovviamente le era permesso di lavorare a nuovi brani. In quel periodo ha pubblicato quattro album e si è esibita in una residency a Las Vegas per un totale di 248 spettacoli. Ma la sua voce creativa e artistica è stata messa a tacere. «Quando volevo eseguire le mie canzoni preferite, come Change Your Mind o Get Naked, non me lo permettevano», ha scritto, dettagliando la sua mancanza di controllo sui concerti. «Volevano mettermi in imbarazzo anziché permettermi di offrire ai miei fan la migliore esibizione possibile».
La sua droga preferita era l’Adderall
Nel libro, la Spears spiega che, sebbene non sia mai stata interessata alle droghe pesanti o al consumo eccessivo di alcol, la sua “droga preferita” fosse l’Adderall, il farmaco per l’ADHD. «Mi sballava, sì, ma la cosa più bella era che per qualche ora mi sentivo meno depressa», ha spiegato, aggiungendo che la sua era da party girl «non è mai stata così selvaggia come la stampa ha fatto credere».
Anche se la droga e l’alcol non sono stati uno grosso punto nella caduta per la Spears, ha riconosciuto di «essersi comportata in modo selvaggio» nel periodo in cui la conservtorship ha iniziato a prendere forma nel 2008. «Ma non c’era nulla che avessi fatto che giustificasse il trattamento che ho subito, come se fossi una ladra», ha aggiunto. «Niente che giustificasse lo stravolgimento della mia intera vita».
Da lì, fu tagliata fuori da tutto ciò che aveva conosciuto prima. «Sono passata dall’andare a molte feste all’essere praticamente una monaca», ha ricordato. «Gli addetti alla sicurezza mi consegnavano buste preconfezionate di medicinali e mi controllavano mentre le buttavo giù. Hanno messo il ‘parental control’ sul mio iPhone. Tutto era controllato, qualunque cosa».
La sua relazione con Justin Timberlake non era perfetta come sembrava
Una delle più grandi notizie di The Woman in Me è stata la rivelazione che Britney rimase incinta mentre usciva con l’allora fidanzato Justin Timberlake, nel 2000. Avevano entrambi 19 anni all’epoca, e la Spears dice che fu Timberlake a insistere per interrompere la gravidanza.
«È stata una sorpresa, ma per me non è stata una tragedia. Ho amato così tanto Justin. Ho sempre sperato che un giorno avremmo avuto una famiglia insieme. Sarebbe solamente successo molto prima di quanto avevo previsto», ha scritto la Spears. «Ma Justin non era contento della gravidanza. Ha detto che non eravamo pronti per avere un bambino nella nostra vita, che eravamo troppo giovani».
«Sono sicura che la gente mi odierà per questo, ma ho accettato di non avere il bambino. L’aborto era qualcosa che non avrei mai potuto immaginare di scegliere per me stessa, ma date le circostanze, è quello che abbiamo fatto». Riflettendo sulla decisione di interrompere la gravidanza, ha aggiunto: «Non so se sia stata la decisione giusta. Non lo avrei mai fatto se avessi deciso da sola. Eppure Justin era così sicuro di non voler diventare padre».
«Fino ad oggi è una delle cose più dolorose che abbia mai sperimentato in vita mia», ha scritto la Spears, spiegando: «Ho continuato a piangere e singhiozzare finché tutto non è finito. Ci sono volute ore e non ricordo come è andata. So solo che vent’anni dopo ricordo ancora il dolore e la paura».
La Spears e Timberlake si frequentavano da un anno quando lei scoprì di essere incinta. Rimasero insieme per altri due. Timberlake l’avrebbe mollata con un SMS e l’avrebbe fatta sentire come “una prostituta che aveva spezzato il cuore del ragazzo d’oro d’America” nel video musicale Cry Me a River
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«Ha iniziato a essere molto scostante con me. Penso che sia stato perché aveva deciso di usarmi come arma per il suo disco, e quindi era imbarazzante per lui essere affettuoso e premuroso», ha ricordato.
«Mi sentivo sfruttata, incastrata di fronte al mondo intero», ha spiegato la Spears, affermando che il bacio con il coreografo Wade Robson quando era ancora fidanzata con Timberlake era semplicemente una risposta alle voci sulle sue infedeltà. «Ci sono state un paio di volte durante la nostra relazione in cui sapevo che Justin mi aveva tradito», ha detto. «Ero così infatuata e così innamorata che ho lasciato perdere, anche se i tabloid sembravano determinati a sbattermi la cosa in faccia».
E mentre lui cercava una sosia di Britney per il video e «scorrazzava felice per Hollywood», ha scritto, lei era «in coma in Louisiana».