Quando il 2 marzo 2020 è scesa dal palco del Pepsi Center di Denver, Miranda Lambert non sapeva che non si sarebbe più esibita di fronte a un pubblico pagante per un oltre anno. È una storia che si è chiusa la scorsa settimana quando Lambert ha tenuto tre concerti al chiuso al Billy Bob’s Texas di Fort Worth.
Aperto nel 1981, il locale è un’istituzione in Texas. Nelle prossime settimane gente come Thomas Rhett, Gary Allan e i Lynyrd Skynyrd ne festeggeranno il quarantesimo anniversario. E questo nonostante la minaccia del Covid. È vero che dei 29 milioni di abitanti del Texas quasi 11 milioni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, ma il Dipartimento di Salute pubblica ha contato 1390 nuovi casi e sette morti nella sola giornata di lunedì scorso.
Eppure Miranda Lambert non ha avuto alcuna esitazione quando è stata chiamata a cantare al Billy Bob’s. «Non ci ho pensato due volte, sono pronta», ha detto Lambert che sta per pubblicare l’album The Marta Tapes con altri due texani, Jack Ingram e Jon Randall. Il nervosismo era dovuto più al ritorno su un palco dopo un anno che alla paura della pandemia.
«Non c’è posto migliore per riprendere che casa tua», dice. «Mia madre ha comprato 44 biglietti del primo show per famigliari e amici, tutti nelle prime file. Mi ha detto: se crolli, non preoccuparti, cantiamo noi al posto tuo».
Dimenticare il testo non è stato un problema per Lambert. Quando ha cantato The House That Built Me il pubblico, seduto lungo tavoloni comuni, ha cantato per lei, portandola alle lacrime.
Il governatore Greg Abbott avrà pure detto in marzo che il Texas «è aperto al 100%», ma il Billy Bob’s come altri club nello Stato stanno operando a capacità ridotta. Per ogni concerto di Lambert sono stati messi in vendita 3000 biglietti (tutti sold out) a fronte di una capacità di 6000 spettatori. Indossare la mascherina è consigliato, ma non obbligatorio. La temperatura corporea viene controllata all’ingresso.
Anche i Midland di Cameron Buddy hanno fatto tre concerti da 3000 persone ciascuno al Billy Bob’s in aprile. Il musicista apprezza la politica di riapertura graduale, «altrimenti è come passare da tenersi per la prima volta per mano con una ragazza a sposarsi nel giro di una sera. Il Billy Bob’s avrebbe potuto aprire al 100% e non l’ha fatto. La strada giusta è che la gente sia responsabilizzata circa la sicurezza».
In maggio Thomas Rhett terrà sei concerti nel locale, nonostante le iniziali perplessità. «E come non averne? La sicurezza prima di tutto. Ma quando sono andato a vedere i Midland, con sempre più gente vaccinata, ho pensato che stiamo tornando gradualmente alla normalità. Il virus c’è, è reale, ma grazie alla consulenza degli esperti stiamo andando nella giusta direzione».
Il general manager del locale si chiama Marty Travis. Dice che i concerti fatti finora sono stati un successo per tutti, per la venue, il pubblico e gli artisti, e che il Billy Bob’s non è mai stato un posto dove il Covid si è diffuso. Per i Lynyrd Skynyrd in giugno vorrebbe passare a 3500 spettatori e in agosto a 4000.
«Se riusciamo a gestire le cose per un altro paio di mesi e il vaccino prende piede, ne usciremo profumati come rose», dice Travis, che ha ricevuto la seconda dose di vaccino all’inizio del mese e spera che tutti i texani facciano altrettanto. «Non c’è motivo per non vaccinarsi. Non farlo vorrebbe dire non rispettare il prossimo».
Esausti dopo mesi di restrizioni, gli spettatori non vedono l’ora di riprendere a vedere i concerti. La gente si accalca nelle foto e nei video dei concerti di Miranda Lambert e dei Midland. «In Texas nessuno si cura più della distanza sociale. Noi non la imponiamo, diamo lo spazio per mantenerla. Ma quando inizia lo show tutti vanno sotto al palco. Ogni sera introduco il concerto dicendo: “Gente, sta a voi scegliere se indossare la mascherina. Se lo fate, lo apprezziamo. Niente mascherina? Va bene lo stesso”. La gente esulta quando dici “niente mascherina”».
Secondo Matt Graham, manager dei Midland, una volta che band e addetti ai lavori sono protetti, sta al pubblico giudicare il livello di rischio da tollerare. «Siamo fra adulti, abbiamo vissuto la pandemia e ne conosciamo i rischi. Sappiamo come si diffonde. Le persone sono in grado di valutare se oggi un concerto fa per loro. Non è come l’estate scorsa quando non sapevamo granché del virus».
Quando alla fine della scorsa estate il Billy Bob’s ha riaperto ospitando artisti texani, l’iniziativa aveva un sapore locale. L’annuncio degli show di Lambert ha cambiato le cose: significa che anche le star stanno cercando di tastare il terreno. Negli ultimi giorni, Luke Bryan, Dierks Bentley e i Cadillac Three hanno annunciato spettacoli al chiuso, sia nei club che nei palasport.
Venerdì, Thomas Rhett pubblicherà il nuovo album Country Again. L’artista considera le sue esibizioni al Billy Bob’s come un modo per portare su un palco il nuovo materiale e cominciare a carburare, ma anche come un’occasione per mettersi tutto alle spalle nonostante l’incertezza. «Molti artisti sono arrugginiti», dice. «Questo è un primo passo verso la normalità».
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US. Hanno contribuito Jon Freeman e Claire Shaffer