In Italia spesso emerge solo la sua forma più dissacratoria e aggressiva, quella del dissing, ma il concetto di sfida è parte della cultura hip hop da sempre: più precisamente fin da quando è nata, nel Bronx degli anni ’70. Afrika Bambaataa ebbe infatti l’intuizione di convincere i giovanissimi membri delle gang del quartiere a non imporre la propria supremazia con la violenza, ma con la creatività, con dei veri e propri duelli di freestyle, breakdance e djing che in slang si chiamano battle, letteralmente battaglie. Ancora oggi il rap e in generale la musica urban sono pervasi da una sana competizione, che fa sì che i suoi protagonisti “combattano” tra di loro per essere eletti a furor di popolo i migliori nel loro genere. Ogni tanto la cosa sfugge drammaticamente di mano – vedi la sanguinosa faida tra East e West Coast, che negli anni ’90 ha portato alla tragica morte di Tupac Shakur e Notorious B.I.G. – ma la stragrande maggioranza delle volte finisce in maniera molto più sportiva, perché ogni artista hip hop ha una certezza: nessuno può conquistare lo status di re senza averne affrontate e vinte un buon numero.
Per tutti questi motivi non stupisce il fatto che durante la quarantena il mondo dell’hip hop americano, con le uscite discografiche in gran parte sospese, si sia trasformato in un gigantesco ring, con guanti di sfida lanciati a destra e a manca e milioni di persone impegnate a dibattere per giorni, a volte addirittura per settimane, su chi abbia effettivamente prevalso sugli avversari. Stavolta, però, il campo di gioco è virtuale: la maggior parte di queste battle si svolgono tramite dirette di Instagram, e sono state ribattezzate Verzuz. A inventare il format (perché ormai di vero e proprio format si può parlare) sono stati due pesi massimi della produzione urban, Timbaland e Swizz Beatz, che avevano già fatto qualcosa di molto simile dal vivo alla Summer Jam del 2018, un festival newyorkese sponsorizzato dalla radio Hot 97. Il concetto è molto semplice: due contendenti si sfidano in diretta streaming mettendo in play hit del loro repertorio, un po’ come fanno i dj nei back to back radiofonici o nei locali. Per dimostrare la propria supremazia e conquistare il favore degli utenti sintonizzati hanno a disposizione venti round, ovvero venti canzoni. Dovrebbe essere il pubblico, con i commenti e le reaction, a determinare chi vince, ma nelle intenzioni dei due ideatori di Verzuz l’importante è partecipare, celebrare la buona musica e soprattutto condividere. «La nostra missione è quella di portare un po’ di gioia e aiutare la gente a superare questo brutto periodo che sta colpendo tutti noi», ha dichiarato Swizz Beatz alla Associated Press. Dopo la prima, epica battle in streaming del 24 marzo scorso, che ha visto protagonisti lui e Timbaland, hanno esteso l’invito a buona parte dei loro colleghi, trasformando quello che doveva essere un happening occasionale in un appuntamento fisso.
Da allora, la potenza mediatica di Verzuz è diventata una valanga che ha travolto l’intera black music americana, creando un clamore mediatico senza precedenti, se si considera che si tratta di semplici sfide amichevoli sui social. Ad oggi si stima che decine di milioni di persone si siano collegate in diretta alle varie battle, un numero che aumenta ulteriormente se si contano anche i replay in differita e gli ascolti delle playlist compilate a posteriori, che a evento terminato qualcuno vengono caricati online. Paradossalmente, i numeri più alti sono stati raggiunti da artisti che non fanno rap: la battaglia tra Babyface e Teddy Riley, due leggendari cantanti anni ’80 e ’90, ha raccolto circa 4 milioni di follower tra tutte le piattaforme, mentre la sfida tra le primedonne del neo soul Erykah Badu e Jill Scott ha avuto un miliardo di reazioni e commenti dai fan all’ascolto. A trionfare è soprattutto l’arte, la creatività e la varietà della musica urban, un genere così poliedrico che anche i più appassionati faticano a stargli dietro, ogni tanto.
Proprio per mostrarne ogni sfaccettatura, Verzuz presenta sfide per tutti i gusti: dagli amanti della corrente dirty south (Lil Jon vs T-Pain) a quelli dell’R&B (The Dream vs Sean Garrett), dai nostalgici dei primi anni ’00 (Ludacris vs Nelly) a quelli del più futuristico urban pop (HitBoy vs Boi-1da). E il bello è che siamo solo all’inizio, perché Timbaland e Swizz Beatz, che selezionano accuratamente i partecipanti e li abbinano in base alla loro storia per creare coppie omogenee e artisticamente simili, prevedono di andare avanti ancora a lungo.
Ad alimentare l’entusiasmo attorno a Verzuz sono anche i risvolti competitivi: in un periodo in cui tutti i campionati sportivi sono sospesi, si ripiega su una sorta di pugilato musicale che regala grandi soddisfazioni ai tifosi di questo o quell’artista (tra cui figurano anche nomi eccellenti come Michelle Obama, Adele o Mariah Carey, che hanno più volte fatto capolino tra gli utenti collegati). RZA, eminenza grigia del Wu-Tang Clan, ha sfidato dj Premier, l’alfiere del rap classico newyorkese: «Non posso competere con lui, mi asfalterebbe in due secondi!», ha dichiarato Premier ai fan che lo invitavano a salire sul ring, ma quando poi la battle si è svolta, ha dominato per quasi tutta la sua durata ed è finita per un pelo in un pareggio. Ja Rule ne ha approfittato per regolare i conti con il nemico di sempre 50 Cent, chiamandolo in causa per un confronto a colpi di hit, ma 50 ha replicato che l’unico rivale alla sua altezza è Snoop Dogg, e ora siamo tutti in trepidante attesa di sapere se Snoop accetterà. John Legend ha dichiarato che vuole incrociare i guantoni con Alicia Keys, peraltro moglie di Swizz Beatz, e lei si prepara a difendersi con tutte le sue armi. DMX, uno dei nomi più rilevanti negli anni ’90, vorrebbe una rivincita contro Jay-Z, con il quale si era sfidato in freestyle già nel 1993 e 1996, ma Jay è una delle pochissime star della musica a non avere un account Instagram ufficiale, e c’è già chi freme all’idea che possa finalmente crearne uno solo per questo scopo. Insomma, ce n’è abbastanza per fare un fanta-Verzuz alternativo al fantacalcio.
È ormai chiaro che Verzuz sta influenzando in maniera profonda le dinamiche del music business, riportandolo a una dimensione di creatività, gioco e condivisione. È un’idea talmente divertente, e di semplice realizzazione, che molti artisti di altri paesi hanno preso spunto per crearne una loro versione. Anche in Italia: Frenetik, uno dei più talentuosi produttori urban di casa nostra, ha lanciato la serie Duello, in onda anch’essa su Instagram, che per il momento ha visto sui fronti opposti Sine e Stabber, Don Joe e i 2nd Roof, Bassi Maestro e Shocca, con ottimi ascolti ogni volta. E prendendo esempio dallo sport, queste sfide a distanza potrebbero anche diventare un modo per monetizzare, ora che gli introiti dei concerti non saranno disponibili chissà per quanto. È facile immaginare che in futuro i match di primo piano potrebbero essere trasmessi in modalità pay-per-view, magari per beneficenza. Il fatto che pionieri dell’hip hop si trovino attualmente in difficoltà economiche – cosa che in America succede di frequente ai musicisti, soprattutto in periodo di crisi, considerando la mancanza di welfare e le incertezze della carriera discografica – è uno dei problemi che Swizz Beatz vorrebbe risolvere anche tramite iniziative come questa. «Voglio raccogliere milioni di dollari per tutti i personaggi iconici che hanno creato l’hip hop», ha raccontato durante una diretta Instagram con il rapper e conduttore Joe Budden. «Il fatto che non ripaghiamo coloro che hanno dato il calcio d’inizio a tutta questa roba dimostra il fatto che non la amiamo come dovremmo. È grazie a loro se riusciamo a mantenere le nostre famiglie con la nostra musica: fanculo il governo, le tasse dovremmo pagarle a loro».
In attesa di una tassa di lusso sul rap, comunque, il fatto che Verzuz dia spazio ad artisti commercialmente meno conosciuti ma artisticamente più validi si sta rivelando un ottimo modo per aiutarli, anche a livello economico: nei giorni successivi alla sua sfida con Erykah Badu, Jill Scott (apprezzatissima dagli appassionati, ma non particolarmente nota al grande pubblico) ha visto aumentare del 300% gli streaming dei suoi brani, e l’e-store in cui vende il suo merchandising è stato preso d’assalto dal pubblico. Finalmente un lieto fine: per una volta la buona musica e le buone idee ripagano in tutti i sensi.