Foto di Alan Gelati
Davide Vecchi
Scrittore e giornalista
de Il Fatto
de Il Fatto
Ho una sorta di
STALKER
MATTEO SALVINI
MATTEO SALVINI
mi ha querelato credo 5 o 6 volte
- Ma sono davvero così alti i rischi a cui è esposto un giornalista in Italia?
- Non è un mistero che non brilliamo nel panorama internazionale. Io mi ritengo un privilegiato perché a livello economico ho le coperture legali da parte del mio giornale, ma molti giornalisti non le hanno. In quei casi può scattare l'autocensura e se l'articolo che stai scrivendo è, per così dire, a rischio, cerchi di edulcorare o eviti di approfondire. Non a caso il giornalismo investigativo è quasi inesistente e c'è un ricorso massiccio alle carte giudiziarie proprio perché queste garantiscono un appiglio: ma è il lavoro dei magistrati, non dei cronisti.
- Tu sei mai stato condannato?
- Una sola volta e in primo grado. Un dato che parla da solo.
- Continua
- La prima querela?
- Non si scorda mai. Nel 2002, lavoravo per l'Espresso, fui querelato per un servizio sul mostro di Firenze. Tutto archiviato perché in quel caso fecero degli arresti usando anche ciò che avevo scritto. Un'altra volta mi ha querelato un giudice della Corte dei Conti collegato alla vicenda del G8 della Maddalena, anche in quel caso il soggetto venne poi arrestato e condannato per lite temeraria a risarcirmi i danni che però non chiesi.
- Ci sono politici e personaggi pubblici fra i tuoi querelanti?
- Ho una sorta di stalker: Matteo Salvini, mi ha querelato credo cinque o sei volte. Finora ha sempre perso. Mi hanno citato anche il padre di Luca Lotti e il fratello di Maria Elena Boschi. L'unica causa finora persa è stata intentata dalla sorella di Oscar Farinetti. A volte chi querela contesta anche la titolazione o come viene impaginata una notizia. Il giornale fece tutto ciò che doveva e poteva: rettifica e quant'altro, ma l'azione legale è andata avanti comunque.
- intervista di Matteo Grandi