Era il 1971 quando Lavazza organizzò la prima campagna di comunicazione dedicata alla storica miscela Qualità Rossa: lo slogan scelto per l’occasione, «Svegliati e canta», unitamente al celebre manifesto realizzato da Armando Testa, uno dei pionieri della pubblicità italiana, hanno permeato l’immaginario collettivo di un’intera nazione e rivelato tutta la modernità del gruppo di torrefattori torinese.
Reggere il passo della contemporaneità, intercettarne i mutamenti e tutelarne le diverse sensibilità sono sfide che l’azienda ha sempre perseguito con tenacia. Basta osservare la quotidianità per cogliere lo spirito progressista che, da sempre, anima la comunicazione di Lavazza: oggi il brand è presente nei più importanti eventi sportivi, nel mondo dell’arte più evoluto, nella musica più à la page. Parallelamente, il gruppo ha portato avanti il suo costante impegno per la promozione dei diritti umani, senza accettare alcun compromesso e facendo propri i valori enunciati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Il progetto l’Italia che vorrei di Lavazza Qualità Rossa è animato dagli stessi obiettivi. La casa torinese ha chiesto a tre artisti di descrivere il Paese che vorrebbero attraverso una parola: equa è l’Italia che vorrebbe Marracash, senza discriminazioni, un posto dove l’uguaglianza sostanziale rappresenta un principio non negoziabile e in cui tutti possano ambire ad avere la stessa serenità e realizzarsi nella propria vita. Libertà invece è il valore scelto da Elodie per un Paese che non giudica, ma sostiene i sogni e le aspettative di tutti, apprezzando la ricchezza custodita nelle differenze. La bellezza della giustizia è invece al centro del racconto di Levante, perché solo in un’Italia giusta esistono persone felici.
Valori che intersecano alla perfezione i principi enunciati nella Dichiarazione: dei diritti proclamati come universali e inalienabili, ma sempre più difficili da garantire sul piano dell’effettività. L’Italia che vorremmo è questa, un Paese più equo, libero e giusto per tutti.