Chi è il regista Andrew Dominik
Australiano, classe 1967, Andrew Dominik ha scritto e diretto 2: il suo primo film è del 2000 (Chopper, basato sull’autobiografia del criminale australiano Mark Brandon “Chopper” Read), poi arrivano L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford nel 2007, tratto dal romanzo omonimo di Ron Hansen e prodotto da Ridley Scott e Brad Pitt, che interpreta il fuorilegge Jesse James; Cogan – Killing Them Softly del 2012, sempre con Pitt; due documentari su Nick Cave (One More Time with Feeling e This Much I Know to Be True); due episodi della serie Mindhunter. Blonde, le cui riprese sono iniziate il nell’agosto del 2019, uscirà su Netflix il prossimo 28 ottobre.
Il libro di Joyce Carol Oates
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Uscito nel 2000, scritto da una delle autrici più prolifiche della letteratura americana e considerato un capolavoro non solo tra le biografie e non solo tra le biografie su Marilyn, Blonde diventa oggetto di interesse cinematografico da parte di Andrew Dominik nel 2012, che quell’anno inizia a lavorare a un adattamento. «Non ho mai incontrato Joyce Carol Oates di persona», racconta, «abbiamo parlato al telefono tre, quattro volte, poi quando ho terminato la sceneggiatura gliel’ho inviata per fargliela leggere. Non abbiamo avuto, insomma, una vera e propria relazione creativa». Nonostante l’amore per il romanzo di Oates, Dominik non ha dubbi: la cosa migliore mai scritta sull’attrice è Una bellissima bambina chiamata Marlyn, il sublime racconto di Truman Capote in cui, anni dopo la sua morte, lo scrittore rievocava un pomeriggio trascorso con lei a metà anni Cinquanta.
Il produttore: Brad Pitt
Brad Pitt e Andrew Dominik sono amici di vecchia data: l’attore, oltre a essere stato diretto in due film di Dominik, figura anche – insieme a Dede Gardner e Jeremy Kleiner – tra i produttori di Blonde con la sua Plan B Entertainment. «Brad è il migliore amico che un regista potrebbe avere: ha dato più per Blonde che nei miei film in cui era protagonista», e la comparsata di ieri al Lido sul red carpet, rigorosamente in silenzio stampa per non oscurare la pellicola, conferma che l’alleanza professionale e umana è più solida che mai.
La protagonista: Ana de Armas
Per interpretare Marilyn Monroe, negli anni erano state prese in considerazione Naomi Watts e Jessica Chastain, ma una volta che Dominik si è trovato di fronte Ana de Armas, non ha più avuto esitazioni. «Ho visto Ana in un film in televisione e ho subito pensato: quella ragazza è identica a Marilyn Monroe. Oltre ad avere gli stessi lineamenti, nel momento in cui decidi di fare un film su Marilyn la tua protagonista deve avere un qualcosa, una luminosità particolare: ecco, Ana ce l’ha. Il film in un certo senso è nato quando l’ho trovata, era come se la stesse aspettando».
Le reazioni della critica
Parlare di «critica spaccata» è forse esagerato, ma Blonde ha effettivamente generato reazioni contrastanti. I detrattori gli contestano l’eccessiva lunghezza (più di centosessanta minuti, la solita vecchia storia), un racconto che spesso sbrodola un po’ troppo nel vittimistico e alcune scene a cavallo tra il metaforico e l’onirico e che, nel complesso, risultano vagamente grottesche. Su una cosa si è tutti d’accordo, ossia l’interpretazione di Ana de Armas: non soltanto la somiglianza fisica è impressionante, ma la sua prova attoriale è riuscita a convincere pure i più scettici, tanto da alimentare le voci di un possibile premio. Noi teniamo le dita incrociate per lei.