E quindi, chi spaccherà? Chi uscirà dalla sua comfort zone? Chi seguirà il miglior percorso per la sua identità, chi limonerà coi denti, chi riuscirà a essere erotico malgrado il clima tensivo e via dicendo? La quinta serata di X Factor vedrà i sette nomi rimasti in lizza presentare i propri inediti, che saranno subito disponibili in streaming e downloading e inizieranno a passare in rotazione su RTL 102,5. Eppure qualcuno di questi inediti suonerà familiare: Enfasi della Sierra, Cornflakes di Eugenio Campagna e A domani per sempre di Sofia Tornambene sono già apparse nel corso del programma. Ora però acquistano il crisma dell’ufficialità – e una produzione di alto livello.
La cosa interessante delle canzoni che verranno presentate in gran pompa il 21 novembre su SkyUno è che tre sono state fatte “griffare” da nomi di prestigio: Sia, Tom Walker, Roberto Vernetti, e sono cantate in inglese; quattro sono creazioni dei ragazzi in gara e sono cantate in italiano. E la voce che circola (ah, non ci possiamo fare niente: circola) è che ai piani alti sarebbe più gradita la presenza in finale di quelli che firmano i propri pezzi. Se così fosse, il brano ‘internazionale’ elargito agli altri sarebbe una specie di premio per l’impegno, ma anche in un certo qual modo l’ammissione della fatica nel mettere a fuoco (leggi: trasformare in danari) quei talenti che risultano più difficili da ghermire e nel buio incatenare.
Poi però, non è detto che i piani alti riescano nei loro piani: un conto sono le strategie discografiche, un altro sono le reazioni del pubblico, che specialmente la serata finale, quella in chiaro, ha già dimostrato la tendenza a scegliere di testa sua. Poi, spesso si ritrova a scegliere seguendo i suggerimenti del giudice più carismatico – e se vi sembra che funzioni un po’ come la politica, è perché è proprio così. Ma basta introdurre: andiamo nel dettaglio.
“Cornflakes” di Eugenio Campagna
Autore: Eugenio Campagna aka Comete
Cosa dice lui: “Un inedito senza grandi sorprese, la solita canzone d’amore, ne abbiamo sempre bisogno e non ne abbiamo mai abbastanza. Lo ha prodotto Federico Nardelli, che ha lavorato con Ligabue e Gazzelle. Volevo da sempre lavorare con lui ma non me lo potevo permettere. Ora posso… paga la Sony”.
Cosa diciamo noi: Cometez (o Campagnez) è un po’ Coez, un po’ Calcuttez, un po’ Gazzellez e un po’ Tommasoparadisez – e la cosa buffa è che pur arrivando dopo, pare che conosca più trucchi di loro per fare quella cosa stropicciata e piaciona (pronunciare: “pja-sciò-nah”) e altamente redditizia che alcuni chiamano “indie pop” ma lui ribattezza real pop “perché io dico le cose come stanno, ho scritto Carlotta per la mia ragazza di nome Carlotta, ho scritto Diazepam perché ho preso le gocce per dormire”.
Cosa diranno i social: “Contare fino a 10, e arrivo solo a 6; quando è notte e ti scrivo ohi – e tu rispondi ehi”.
“Chasing Papers” di Giordana Petralia
Autori: Sia Furler, Pineapple Lasagne, Samuel Ronald Dixon
Cosa dice lei: “Parla della voglia di sentirsi liberi dai giudizi delle altre persone, e penso sia adatta a me perché fin dall’inizio mi è stata rimproverata questa cosa dell’equilibrio”.
Cosa diciamo noi: Brano in inglese, un po’ EDM e un po’ pop, molto Sia – ma anche un po’ concorrente cipriota dell’Eurovision. Nulla a che fare col mercato italiano. Un pezzo impeccabile e lei la canta veramente bene, ma è questo che vuole cantare nella vita reale?
Cosa diranno i social: “Che ne è stato dell’arpa?”.
“Enfasi” Sierra
Autori: Giacomo Ciavoni, Massimo Gaetano
Cosa dicono loro: “Lo avevamo portato già alle audition in una forma diversa, ora è prodotto da Big Fish e non ha più la puzza di cover che aveva prima. Noi con la scrittura abbiamo sempre cercato di far aprire alle persone quei cassetti che non avrebbero mai aperto”.
Cosa diciamo noi: Loro si sono sicuramente sgrezzati rispetto all’inizio e la parte con l’Autotune suona anche bene – però tutto, specialmente il rap, sembra affogato nei bassi, sicché obiettivamente non si capisce una madonna. Speriamo dipenda dall’acustica del loft di XF. Se ci state leggendo: TIRATE GIÙ QUEI BASSI. Grazie.
Cosa diranno i social: “Oh ma dove sono i bassi?”.
“Like I Could” di Nicola Cavallaro
Autori: Tom Walker, Jon Green, Jordan Riley
Cosa dice lui: “Il mio è un inedito con sonorità assolutamente internazionali e moderne che ne fanno qualcosa di nuovo per un artista italiano che prova a saltare le Alpi a petto in fuori. È stato un onore per me che lo abbia prodotto Michele Canova che ha prodotto parecchie bombe a mano nel suo percorso”.
Cosa diciamo noi: Nel lungo elenco di “cose che non vanno nella musica italiana di questo secolo”, ci sentiamo di aggiungere: “Vedere un growler che si ritrova a cantare Tom Walker”.
Cosa diranno i social: “(cuore, faccina con gli occhi a cuore, cuore) Tom Walker! (cuore, faccina con gli occhi a cuore, cuore)”.
“Glum” di Davide Rossi
Autori: Roberto Vernetti, Michele Clivati
Cosa dice lui: “La canzone sembra felice ma dice cose tristi, lui è depresso senza di lei”.
Cosa diciamo noi: Brano in inglese che ricorda vaghissimamente Tainted Love dei Soft Cell; temiamo che sia destinato allo stesso successo dei brani in inglese delle passate edizioni (… e ci siamo capiti). La sensazione è che Davide nella vita avrebbe dovuto incontrare un compagno di classe chitarrista o bassista meno bravo di lui e probabilmente drogato ma pragmatico, e con lui metter su una band che sapeva che cavolo voleva fare.
Cosa diranno i social: “Sì, okay, ma facci Freddie”.
“A domani per sempre” di Sofia Tornambene
Autori: Sofia Tornambene, Valeria Romitelli
Cosa dice lei: “È stato il primo brano che ho scritto senza l’aiuto di mio padre. Io sinceramente non mi sono mai innamorata e in questo brano ho scritto cosa vorrei che fosse per me l’amore. L’avevo portato alle audition in versione minimale, ora Shablo gli ha dato una nuova veste; all’inizio ho faticato a riconoscermi, ma proprio come è capitato a me, il pezzo è cresciuto durante X Factor”.
Cosa diciamo noi: Ricorda Francesca Michielin.
Cosa diranno i social: “Ehi, ricorda Francesca Michielin”.
“Elefante” Booda
Autori: i Booda (Alessio Sbarzella, Martina Bertini, Federica Buda), Samuel Romano, Davide Napoleone, Alessandro Bavo.
Cosa dicono loro: “È un pezzo nato qui dentro al loft, ha sonorità prettamente Booda e ci tenevamo a scriverlo in italiano. Per noi la pazzia è l’unico modo per non stare male, e con la nostra musica cerchiamo di portare un momento di stacco completo con la realtà. Il testo cita animali perché ognuno di noi ha varie personalità che abitano nel nostro corpo e non importa che tu sia tigre o serpente o scarafaggio, l’importante è continuare a lottare, perché si può”.
Cosa diciamo noi: Non fatevi ingannare, questi tre sono vecchie faine e conoscono i loro polli (noi). Quel che è certo è che portano un bel casino nel pollaio.
Cosa diranno i social: “Mi, come spaccano i Booda”.