Che non fosse una semplice cena quella tra Obama e Renzi era abbastanza ovvio dato che, quanto successo ieri sera alla Casa Bianca, ha ulteriormente inasprito il dibattito politico già ampiamente acceso in vista del prossimo referendum costituzionale.
Quale occasione migliore, infatti, che l’ultima cena ufficiale di Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti per rinsaldare di fronte al mondo il rapporto che lega da anni Matteo Renzi all’establishment statunitense. Tra una portata e l’altra, preparate dallo chef italo-americano Mario Batali, i temi sul piatto erano diversi e tutti molto caldi; dall’economia alla lotta al terrorismo, dal ruolo centrale dell’Italia nella spinosa questione dei rifugiati, fino ai rapporti sempre più tesi fra Russia e Nato – che porterà un contingente di soldati italiani sul confine tra Russia e Lettonia entro il 2018 – in seguito alla decisione di Mosca di spostare alcuni missili Iskander-M, con gittata di 500 chilometri e capacità nucleare, nell’enclave di Kaliningrad sul Mar Baltico, al confine tra Polonia e Lituania. L’aria da simil Guerra Fredda arriva inoltre con l’incrinarsi degli accordi militari in Siria, dopo il fallimento del cessate il fuoco proposto bilateralmente negli scorsi mesi dal Cremlino e dal blocco occidentale capitanato da Washington.
Ma ciò che soprattutto ha fatto discutere media e politici italiani è stato l’endorsement espresso da Obama nei confronti di Renzi a poche settimane da un referendum che, ha detta di molti, vede la posizione del Premier in bilico tra il Sì e il No: «Il referendum può accelerare il percorso dell’Italia verso un’economia più vibrante e un sistema politico più efficace – ha detto Obama – non voglio interferire ma tifo Renzi, che in Italia sta sfidando lo status quo con riforme giuste e coraggiose…il Sì può aiutare l’Italia». Le parole del Presidente arrivano a poche settimane dal ‘suggerimento’ dell’ambasciatore a Roma John Philipps, che aveva definito l’eventuale vittoria del No come “un passo indietro” nella corsa a investitori stranieri, precisando comunque che la decisione resta nelle mani degli italiani anche se, ha ribadito, serve che dall’Italia arrivi una risposta che comunichi stabilità.
Il nostro Paese muore, mentre chi avrebbe la responsabilità di governare va a farsi lo spot per il referendum dall'altra parte del mondo
— Movimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) 18 ottobre 2016
Dal canto suo Renzi ha preferito frenare l’entusiasmo per le parole di Obama dichiarando che, qualora vincesse il No, non avverranno comunque cataclismi, ma che «per non avere dubbi – ha detto il Premier – preferisco fare di tutto per vincere il referendum. Se a dicembre vinceremo – ha continuato – per l’Italia sarà più facile continuare la lotta per cambiare l’Europa, perché le riforme strutturali sono importanti per noi, ma anche per le istituzioni europee».
La giornata si era aperta con un’accoglienza in pompa magna, con Obama a spendere parole d’amore per l’Italia tanto da dichiararsi “italiano onorario”, per poi elogiare la stretta alleanza militare tra i due paesi con un “Patti chiari e amicizia lunga” pronunciato in Italiano. Renzi ha poi sottolineato la forza del rapporto che lega i due paesi: «Italia e Stati Uniti, il cui legame non è mai stato così forte e profondo, cooperano a livello globale contro il terrorismo e per creare opportunità economiche».
L’incontro si è poi concluso con la cena tanto attesa, l’ultima di Obama dopo quasi 8 anni dal “Yes, We Can!”, cui ha preso parte un parterre de rois di ospiti. Frank Ocean, Chance the Rapper e altre celebrità gli invitati di Obama, oltre a rappresentanti illustri della comunità italo-americana tra cui il Governatore di New York Andrew Cuomo e la pop-star Gwen Stefani, che per l’occasione ha intrattenuto gli invitati con un’esibizione.
Renzi, invece, ha voluto invitare nella delegazione alcuni fra i nomi simbolo dell’eccellenza italiana: Giorgio Armani, Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di Architettura del MOMA, e Fabiola Giannotti, direttrice del Cern; invitata d’eccezione anche la campionessa Bebe Vio che, elegantissima, ha risposto ai troppi commenti decisamente infelici apparsi sul web negli scorsi giorni:
"It's not possible?!?
I'm sorry, I don't understand these words"… ?
Piccolo sgarro al protocollo per un selfie con @POTUS ??????? pic.twitter.com/xywjO5m0TS— Beatrice Vio (@VioBebe) 19 ottobre 2016